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Il perdono di Ibrahim: un abbraccio per i due scugnizzi che lo avevano assalito

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Syda Productions / Shutterstock

Lucandrea Massaro - pubblicato il 27/02/19

Yacoubou Ibrahim, originario del Benin, da 28 anni a Napoli è un omone gentile che ha saputo perdonare i propri aggressori, due ragazzini di 10 e 13 anni

Era iniziato tutto con un gesto a metà tra la bravata e l’aggressione, quello di due ragazzini di 10 e 13 anni ai danni di Yacoubou Ibrahim (51 anni) a Napoli, nel rione Sanità. Con un pretesto i due lo avevano fatto girare e poi gli avevano spruzzato dello spray urticante negli occhi, il dolore talmente forte da fargli perdere conoscenza, gli stessi spray che avevano condotto – per il loro uso improprio – alla morte di 7 persone a Corinaldo e che tornano sempre più spesso nelle cronache. Per fortuna la cosa sembrava finita lì, con lo stesso Yacoubu, che è mediatore culturale alla ASL di Napoli da 28 anni, che aveva ricondotto l’episodio non al razzismo ma al degrado sociale. Ora dopo una settimana dagli eventi un gesto di riconciliazione, con i due ragazzini che in lacrime chiedono scusa e Ibrahim che li abbraccia sorridendo.

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La pace è stata realizzata attraverso l’impegno del parroco del quartiere, don Antonio Loffredo, del presidente della municipalità, Ivo Poggiani, e di alcuni educatori, tra cui Davide Marotta, che hanno individuato i responsabili del raid esaminando le immagini di videosorveglianza.

«Assieme agli educatori del territorio e ai parroci ci siamo messi alla ricerca di questi ragazzini, ci abbiano parlato, abbiamo ascoltato le loro famiglie, abbiamo coinvolto carabinieri e polizia. Oggi li abbiamo fatti incontrare, tutti attorno ad un tavolo – ha raccontato su Facebook Ivo Poggiani, presidente della Terza Municipalità, quella in cui ricade il rione Sanità fornendo i dettagli della fine di questa vicenda – Vittima e ‘carnefici’. Si sono scusati con Yacoubou, lo hanno abbracciato. E chi sono questi carnefici? 10 e 13 anni, scugnizzi del quartiere, ragazzi che hanno bisogno solo di un po’ di affetto e di una chance, che hanno bisogno di modelli positivi, di scuola, di spazi di aggregazione. Iniziamo noi a non chiamarli baby gang, magari poi non ci diventano».

“Ho accettato le loro scuse perché li ho visti sinceramente pentiti – ha spiegato Yacoubou Ibrahim all’uscita dall’incontro, con atteggiamento paterno – e mi hanno promesso che si impegneranno in piccole attività di volontariato sul territorio. Ritirerò la denuncia solo quando vedrò il loro effettivo impegno”. “Avevamo due soluzioni per procedere – spiega Poggiani – la prima, dare man forte alle indagini delle forze dell’ordine ma ci siamo resi conto che ricorrere ad una semplice denuncia sarebbe stato inutile ed allora abbiamo provato a mettere insieme un’azione pedagogica. Abbiamo rintracciato i ragazzini con i quali abbiamo parlato dell’accaduto così come ne abbiamo discusso con le loro famiglie capendo difficoltà”. “Oggi – aggiunge il Presidente della III Municipalità di Napoli – abbiamo visto questi ragazzi parlare con l’uomo che avevano insultato, dispiacersene, chiedergli scusa ed infine abbracciarlo. Una soluzione che credo sia soprattutto un messaggio per gli altri ragazzi del Rione, molti dei quali figli di famiglie disagiate e che non riescono a sottrarsi dalle regole del branco facendo cose che magari da soli non avrebbero mai fatto. Questa soluzione è un segnale che diamo a tutti”. “Il territorio – spiega Poggiani – si è impegnato con Yacoubou e con le forze dell’ordine a prendersi in carico questi ragazzini con un piano personalizzato e potenziando alcune attività che i minori, in parte, già stanno facendo ma che da domani stesso saranno rafforzate” (Repubblica).

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