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Il corteggiamento ai tempi di Tinder

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Catholic Link - pubblicato il 23/02/19

Esiste ancora questa parola?

di Myriam Ponce

La prima volta che ho sentito parlare di corteggiamento sono scoppiata a ridere. Non è stato molto tempo fa, avevo 25 anni, e ricordo di essermi chiesta: “Com’è possibile che ci siano ancora persone che parlano di corteggiamento? Vivono forse negli anni Cinquanta?” Questa idea mi ricordava un vecchio film, di quelli in bianco e nero che mi annoiavano quando li guardava mia nonna.

Poco dopo ho capito quanto mi sbagliassi. Corteggiare è un processo attuale ed estremamente conveniente. È una tappa importante che dobbiamo sperimentare prima di lanciarci alla ricerca della Volontà di Dio riguardo al matrimonio. Pensiamola così: prima di partire per un viaggio, bisogna sapere dove si va, cosa si deve visitare, con chi si viaggerà. Ora immaginate che quel viaggio sia la vostra vita e cercate di condividerla con qualcuno. Il corteggiamento è il tempo in cui stabilirete insieme se i vostri progetti di viaggio sono compatibili e se avete le stesse intenzioni.

1. Il corteggiamento è il passo per iniziare una relazione che abbia un proposito

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Attenzione, però: andare a cena o a prendere un caffè non è lo stesso di una proposta di matrimonio. Molte coppie decidono di prendere un impegno in base a emozioni e passioni transitorie anziché farlo saggiamente. La meta del corteggiamento non è arrivare all’impegno. La meta per la nostra vita dev’essere glorificare Dio con ciascuna delle nostre azioni. Una relazione di corteggiamento, quindi, dev’essere guidata da decisioni sagge e centrarsi su due priorità: la prima è trattarsi a vicenda con santità e sincerità, la seconda è decidere insieme e con saggezza sul matrimonio.

Durante il corteggiamento, ciò che conta è coltivare e proteggere. Bisogna coltivare una relazione che aiuti a conoscersi profondamente, nelle virtù e nei difetti, ma proteggendo entrambi i cuori, perché non si conosce il risultato di quella relazione. Per quanto le intenzioni possano essere buone, il futuro è incerto, e quindi bisogna conoscersi e trattarsi in modo tale da poter guardare a questa tappa senza alcun risentimento indipendentemente dal risultato.

2. Mantenere l’equilibrio tra le due priorità

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Il successo si basa su questo. È ovvio che il proposito è prendere in considerazione il matrimonio, ma allo stesso tempo si deve lottare contro l’impulso di presupporre che ci si sposerà. Se i due si proteggono troppo, difficilmente arriveranno a conoscersi; se arrivano all’intimità (di qualsiasi tipo) troppo rapidamente, si espongono a un danno emotivo o a prendere decisioni sbagliate in futuro. Sono più che amici ma meno di coniugi, i loro corpi e i loro cuori si appartengono completamente, e quindi l’amicizia, il cameratismo e il romanticismo devono essere elementi fondamentali e ben proporzionati nel processo.

3. Dimenticate fiori, dolci e cene romantiche…

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In questa tappa ciò che conta è la comunicazione, ovvero spiegare chiaramente gli obiettivi e le basi della relazione. Il corteggiamento cristiano è complementare, e coltiva l’unione tra uomo e donna radicata nell’amore di Dio, che è puro e libero.

Il corteggiamento cristiano intende che l’obiettivo principale è la crescita spirituale e la ricerca della santità, insieme. Si concentra sul fatto di essere la persona giusta per essere complementari alle necessità del futuro coniuge. Solo in questo modo si può pensare di iniziare una tappa di fidanzamento come strumento di reciproca santificazione.

Il processo di fidanzamento, come il matrimonio, non riguarda noi, ma il fatto di glorificare il nome di Dio servendo il futuro coniuge. Non è una favola, è molto meglio! È la storia di come due persone comuni si preparano a trascorrere una vita insieme, in unione matrimoniale, in cui saranno santificati a immagine di Cristo.

4. L’amore è straordinario. Dio lo ha fatto così

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Se cercate una relazione, chiedetevi prima se siete preparati a incontrare la persona con cui condividere la propria vita. Se non è così, prima concentratevi a forgiare un rapporto stretto con chi vi ha sempre accompagnato: Dio. Quando siamo guidati da una piena fiducia in Lui, è più facile discernere sul matrimonio con saggezza.

Non perdete tempo. Se nella preghiera avete fatto discernimento e la vostra vocazione è il matrimonio, preparatevi e pregate ancor di più. Io ho conosciuto questo processo a 25 anni, ma avrei voluto conoscerlo e studiarlo di più quando ero più giovane. Se avete l’opportunità, approfittatene e ricordatevi di coinvolgere Dio e la nostra Santissima Madre, la Vergine Maria, in ciascuna delle vostre decisioni. Nessuno meglio di loro saprà ciò che è meglio per voi.

Qui l’articolo originale apparso su Catholic Link.

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