Esiste ancora questa parola?
di Myriam Ponce
La prima volta che ho sentito parlare di corteggiamento sono scoppiata a ridere. Non è stato molto tempo fa, avevo 25 anni, e ricordo di essermi chiesta: “Com’è possibile che ci siano ancora persone che parlano di corteggiamento? Vivono forse negli anni Cinquanta?” Questa idea mi ricordava un vecchio film, di quelli in bianco e nero che mi annoiavano quando li guardava mia nonna.
Poco dopo ho capito quanto mi sbagliassi. Corteggiare è un processo attuale ed estremamente conveniente. È una tappa importante che dobbiamo sperimentare prima di lanciarci alla ricerca della Volontà di Dio riguardo al matrimonio. Pensiamola così: prima di partire per un viaggio, bisogna sapere dove si va, cosa si deve visitare, con chi si viaggerà. Ora immaginate che quel viaggio sia la vostra vita e cercate di condividerla con qualcuno. Il corteggiamento è il tempo in cui stabilirete insieme se i vostri progetti di viaggio sono compatibili e se avete le stesse intenzioni.
1. Il corteggiamento è il passo per iniziare una relazione che abbia un proposito

Attenzione, però: andare a cena o a prendere un caffè non è lo stesso di una proposta di matrimonio. Molte coppie decidono di prendere un impegno in base a emozioni e passioni transitorie anziché farlo saggiamente. La meta del corteggiamento non è arrivare all’impegno. La meta per la nostra vita dev’essere glorificare Dio con ciascuna delle nostre azioni. Una relazione di corteggiamento, quindi, dev’essere guidata da decisioni sagge e centrarsi su due priorità: la prima è trattarsi a vicenda con santità e sincerità, la seconda è decidere insieme e con saggezza sul matrimonio.
Durante il corteggiamento, ciò che conta è coltivare e proteggere. Bisogna coltivare una relazione che aiuti a conoscersi profondamente, nelle virtù e nei difetti, ma proteggendo entrambi i cuori, perché non si conosce il risultato di quella relazione. Per quanto le intenzioni possano essere buone, il futuro è incerto, e quindi bisogna conoscersi e trattarsi in modo tale da poter guardare a questa tappa senza alcun risentimento indipendentemente dal risultato.
2. Mantenere l’equilibrio tra le due priorità

Il successo si basa su questo. È ovvio che il proposito è prendere in considerazione il matrimonio, ma allo stesso tempo si deve lottare contro l’impulso di presupporre che ci si sposerà. Se i due si proteggono troppo, difficilmente arriveranno a conoscersi; se arrivano all’intimità (di qualsiasi tipo) troppo rapidamente, si espongono a un danno emotivo o a prendere decisioni sbagliate in futuro. Sono più che amici ma meno di coniugi, i loro corpi e i loro cuori si appartengono completamente, e quindi l’amicizia, il cameratismo e il romanticismo devono essere elementi fondamentali e ben proporzionati nel processo.