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Zombie nella Bibbia?

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Tithi Luadthong/Shutterstock

Julio de la Vega-Hazas - pubblicato il 21/02/19

Il corpo umano non può vivere senza lo spirito

Per poter dare una risposta che abbia un minimo di rigore, bisogna rispondere prima a un’altra domanda: cos’è esattamente uno zombie? Perché, ovviamente, se si tratta di un morto tornato in vita si chiama resurrezione.

Ci sono molti esempi di questo, soprattutto nel Nuovo Testamento, ma anche qualcuno nell’Antico. E al di sopra di tutti questi c’è la resurrezione di Cristo stesso, che dà senso alla nostra fede.

Quello noto come “zombie” è però qualcosa di diverso, che deriva dalle religioni africane primitive attraverso il cosiddetto voodoo di Haiti.

In base a queste credenze, in alcuni casi è possibile far rivivere i cadaveri (in realtà sembra trattarsi più di allucinazioni e trance provocate da qualche pianta con questi effetti).

La differenza è che quello che presumibilmente rivive non è tanto un essere umano, ma un corpo umano senz’anima, o con un’“anima incompleta”, se fosse possibile un’eventualità di questo tipo.

Le caratteristiche esatte variano in base a chi racconta la storia. I film – e qualche videogioco – che includono gli zombie in genere riflettono abbastanza bene cosa si vuol dire con questo termine.

Andiamo ora all’unico passo della Bibbia che a prima vista – aggiungendo una buona dose di immaginazione – permette di parlare dell’esistenza degli zombie. Si tratta del capitolo 37 del Libro di Ezechiele.

La profezia di Ezechiele è piena di immagini piuttosto fantastiche, di cui conta il messaggio e non le parole letterali. Ad ogni modo, citeremo il testo completo per spiegarne poi il significato:

La mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi trasportò mediante lo Spirito e mi depose in mezzo a una valle piena d’ossa. Mi fece passare presso di esse, tutt’attorno; ecco erano numerosissime sulla superficie della valle, ed erano anche molto secche. Mi disse: «Figlio d’uomo, queste ossa potrebbero rivivere?» E io risposi: «Signore, Dio, tu lo sai». Egli mi disse: «Profetizza su queste ossa, e di’ loro: “Ossa secche, ascoltate la parola del Signore!” Così dice il Signore, Dio, a queste ossa: “Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e voi rivivrete; metterò su di voi dei muscoli, farò nascere su di voi della carne, vi coprirò di pelle, metterò in voi lo spirito, e rivivrete; e conoscerete che io sono il Signore”». Io profetizzai come mi era stato comandato; e come io profetizzavo, si fece un rumore; ed ecco un movimento: le ossa si accostarono le une alle altre. Io guardai, ed ecco venire su di esse dei muscoli, crescervi la carne, e la pelle ricoprirle; ma non c’era in esse nessuno spirito. Allora egli mi disse: «Profetizza allo Spirito, profetizza figlio d’uomo, e di’ allo Spirito: Così parla il Signore, Dio: “Vieni dai quattro venti, o Spirito, soffia su questi uccisi, e fa’ che rivivano!”». Io profetizzai, come egli mi aveva comandato, e lo Spirito entrò in essi: tornarono alla vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, grandissimo. Egli mi disse: «Figlio d’uomo, queste ossa sono tutta la casa d’Israele. Ecco, essi dicono: “Le nostre ossa sono secche, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti!” Perciò, profetizza e di’ loro: Così parla il Signore, DIO: “Ecco, io aprirò le vostre tombe, vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi ricondurrò nel paese d’Israele. Voi conoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio! E metterò in voi il mio Spirito, e voi tornerete in vita; vi porrò sul vostro suolo, e conoscerete che io, il Signore, ho parlato e ho messo la cosa in atto”, dice il Signore».

Cosa significano queste parole? In primo luogo una promessa, in un linguaggio figurato – tipico dell’epoca –, della restaurazione del popolo di Israele.

Gerusalemme era distrutta, e ciò che restava del popolo di Israele stava subendo l’esilio in cattività a Babilonia. Era per colpa sua, come castigo per i suoi peccati, ma come si dice nel testo stesso erano demoralizzati e avevano bisogno dell’incoraggiamento della promessa divina del fatto che tutto ciò sarebbe finito e sarebbero tornati ad abitare la terra promessa.

Gli ebrei hanno sempre inteso così. Vale anche i cristiani, ma pensando allo stesso tempo che non è tutto. Come altre profezie, ha un compimento parziale vicino nel tempo e uno più completo alla fine, che sarà la resurrezione finale, con la patria definitiva.

Questo passo chiarisce alcune nozioni antropologiche, ovvero quella della natura umana come composta di corpo e anima, in un unico essere.

Come si deduce da questo passo, i corpi umani non vivono finché non ricevono lo spirito, e o vivono come uomini o non vivono. Non ci sono vie di mezzo.

Per i cristiani, Dio è un Dio dei vivi, non dei morti. Per questo, nel corso dei secoli più che morti viventi si è rappresentato Cristo risorto:

C’è quindi spazio per qualcosa di intermedio, come uno zombie? No. In realtà, non ce n’è da nessuna parte, perché si tratta di un concetto assurdo, un’aberrazione che non trova posto nella realtà.

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