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Summit su abusi, Papa Francesco: «La Chiesa non si aspetta semplici e scontate condanne, ma misure concrete ed efficaci»

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© Marcin Mazur | catholicnews.org.uk

Giovanni Marcotullio - pubblicato il 21/02/19

Brevissima la prolusione del Romano Pontefice al primo vertice mondiale di presidenti di conferenze episcopali che la storia della Chiesa conosca. La piaga degli abusi nella Chiesa viene messa all'ordine del giorno. Il Santo Padre auspica che l'incontro sia caratterizzato da “creatività” nell'offrire risposte adeguate ed effettive.

Parrhesía, coraggio e concretezza: queste le parole d’ordine chieste da Papa Francesco nel suo breve intervento introduttivo alla tre-giorni di lavori al vertice sugli abusi nella Chiesa, in Vaticano. In cima ai suoi pensieri “il Popolo santo di Dio”, la categoria teologica tanto cara all‘“ecclesiologia bergogliana”, nutrita di documenti conciliari e della susseguente esperienza latino-americana.

[…] Dinanzi alla piaga degli abusi sessuali perpetrati da uomini di Chiesa a danno dei minori, ho pensato di interpellare voi, Patriarchi, Cardinali, Arcivescovi, Vescovi, Superiori Religiosi e Responsabili, affinché tutti insieme ci mettiamo in ascolto dello Spirito Santo e con docilità alla Sua guida ascoltiamo il grido dei piccoli che chiedono giustizia. Grava sul nostro incontro il peso della responsabilità pastorale ed ecclesiale che ci obbliga a discutere insieme, in maniera sinodale, sincera e approfondita su come affrontare questo male che affligge la Chiesa e l’umanità. Il santo Popolo di Dio ci guarda e attende da noi non semplici e scontate condanne, ma misure concrete ed efficaci da predisporre. Ci vuole concretezza. Iniziamo, dunque, il nostro percorso armati della fede e dello spirito di massima parrhesía, di coraggio e concretezza.

Un ministero di sintesi e di carità è quello che Francesco avoca a sé: Roma ha ricevuto gli spunti degli episcopati, li ha catalizzati e torna a offrirli ai presidenti di quelle medesime conferenze. In questa dinamica sembra di veder riproposto qualcosa a metà tra un concilio e un sinodo. Praticamente nessuno ha dedicato attenzione a questo aspetto, ma il momento è storico anche perché potrebbe consegnare alla vita della Chiesa una nuova forma di consultazione universale dell’episcopato, che spetterebbe al Diritto (e al Legislatore Supremo) seguire e normare adeguatamente.

Come sussidio, mi permetto di condividere con voi alcuni importanti criteri, formulati dalle diverse Commissioni e Conferenze Episcopali – sono arrivati da voi, io li ho elencati un po’… –. Sono delle linee-guida per aiutare la nostra riflessione che vi verranno consegnate adesso. Sono un semplice punto di partenza, che viene da voi e torna a voi, e che non toglie la creatività che ci deve essere in questo incontro. […]

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