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Sono in riserva, tesoro. Mi faresti il pieno?

CUORE, SERBATOIO, AMORE

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Cristina Buonaugurio - pubblicato il 20/02/19

Anche nelle relazioni affettive esiste un serbatoio ... emozionale. Nessuno lo riempie da sé, ogni persona può riempire solo il serbatoio dell’altro: è un dono e un impegno quotidiano.

Abbiamo celebrato l’amore in occasione della festa di San Valentino e tante coppie avranno avuto modo di scambiarsi regali, dedicarsi momenti speciali, concedersi qualche effusione in più… Ma da oggi cosa succede nella vita di quelle coppie?

Amarsi quotidianamente

Alzi la mano chi non ha mai detto che l’amore va dimostrato 365 giorni all’anno e non solo in occasione di San Valentino. Ma concretamente chi riesce a farlo?


DONNA, TRAMONTO, ALTALENA

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Eppure amare concretamente, con azioni o parole che fanno sentire il partner speciale, considerato importante e rivestito di attenzioni, è fondamentale per riempire il suo “serbatoio emozionale”. Di cosa parlo?

Secondo Gary Chapman (autore del famoso libro “I 5 linguaggi dell’amore”) gli adulti, proprio come i bambini, portano con sé un serbatoio emozionale, identificabile con il bisogno di amore di cui ciascuno fa esperienza: quando il serbatoio è pieno la persona è felice e agisce di conseguenza, quando invece si sta svuotando o è completamente vuoto la persona vive una mancanza che può avere molteplici conseguenze.

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Sophia Louise CC

Come si riempiono questi serbatoi? Per i bambini sono le azioni dei genitori (o comunque di adulti significativi) a dare la sensazione di essere amati e a riempire il serbatoio emozionale. Nelle coppie, invece, sarà il partner a riempire questo serbatoio. Inizialmente ciò avviene molto facilmente: quando ci si innamora si mettono in atto spontaneamente gesti e comportamenti che fanno sentire l’altro amato. E ciò rende per l’altro più facile amare, riempiendo a sua volta il serbatoio del partner.


COPPIA; TRAMONTO; BACIO

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Questo meccanismo permette ad entrambi i partner di avere il serbatoio emozionale pieno, perché ogni persona può riempire solo il serbatoio dell’altro e non il proprio (motivo per cui la reciprocità è fondamentale). E gli effetti del “pieno emozionale” si vedono molto bene nelle coppie appena nate! Ma le cose spesso cambiano quando le coppie sono più navigate e i partner iniziano a credere che per nutrire l’amore bastino parole o intenzioni, per cui vengono a mancare le azioni concrete.

Oppure viene a mancare la quotidianità.

Amare in modo personale

Dunque riempire il serbatoio emozionale del partner è un lavoro costante, quotidiano, a cui va dedicata cura ed attenzione. E per farlo bene bisogna individuare in quale modo specifico il partner desidera essere amato.


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Esistono, infatti, diversi modi in cui l’amore può essere dimostrato (lo vedremo meglio a breve) ma ciascuno ha una sua modalità preferita. Per dirla in altri termini, esistono diversi linguaggi con cui si può dire il proprio amore al partner, ma non è detto che il partner li comprenda tutti e probabilmente uno solo sarà quello maggiormente riconosciuto, che quindi andrà a riempire maggiormente il suo serbatoio emozionale.

Per questo emotivo è importante comprendere quale è il linguaggio dell’amore “parlato” dal proprio partner e sintonizzarsi sulla sua lunghezza d’onda, affinché i propri gesti di amore vengano riconosciuti come significativi e nutrienti.

Altrimenti si rischia di fare anche molto (magari usando il proprio linguaggio preferito), ma senza che il partner si senta realmente amato (perché parla un’altra lingua!).

BEDTIME
By Motortion Films | Shutterstock

I linguaggi dell’amore

Secondo Gary Chapman esistono 5 linguaggi dell’amore (ma in realtà ce ne sono anche molti altri). Vediamoli insieme:

  1. parole di affermazione: sono complimenti e apprezzamenti verbali per ciò che l’altro è e fa;
  2. regali: sono segni di amore visibili. Spesso non conta il valore economico, ma che il dono abbia valore tanto per chi lo fa quanto per chi lo riceve;
  3. gesti di servizio: mostrano attenzione alle necessità del partner. Sono atti che esprimono chiaramente: “ti vedo e ti conosco, per questo mi rendo conto dei tuoi bisogni ed abbandonerò per un momento la mia via per far fronte a queste tue necessità”. Gli atti di servizio richiedono attenzione e iniziativa da parte di chi li compie, il quale vede un bisogno e si dà da fare per far fronte a tale bisogno (preferibilmente prima che venga chiesto di farlo);

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  4. tempo di qualità: è dedicare del tempo per stare con il partner e prestare a lui/lei tutta la propria attenzione, senza distrazioni;
  5. contatto fisico: l’amore fisico non passa solo attraverso i rapporti sessuali, ma anche con carezze, abbracci, baci, tenersi per mano… Il contatto fisico è un modo per far ricordare al partner che si è qui per lui/lei e che non è solo.

Altri modi di manifestare il proprio amore sono (giusto per fare alcuni esempi):

  • ascoltare il partner attentamente, senza pregiudizi e senza credere di sapere già cosa voglia dire;
  • farsi vedere per ciò che si è autenticamente, senza mostrare solo le parti belle, a discapito di quelle di cui ci si vergogna;
  • fidarsi del partner;
  • non avere pretese e non credere che tutto sia dovuto solo perché si sta insieme;
  • avere dei progetti o degli interessi condivisi e dedicare del tempo ad essi;
  • perdonare il partner (se necessario), rinnovando l’impegno e la volontà di stare con lui/lei nel presente e senza rinvangare il passato.



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Che linguaggio parlate?

Leggendo i diversi linguaggi dell’amore (o rileggendoli se necessario) sei riuscito ad individuare il tuo preferito? Quando senti di essere davvero amato? Cosa deve fare il tuo partner per riempire i tuo serbatoio?

E quando si sente amato il tuo partner? Quale linguaggio preferisce? Riesci a riempire il suo serbatoio?

Può succedere che i vostri linguaggi siano diversi e questo può complicare la vostra relazione, creando dei malintesi (“Tu non mi fai sentire amato/a!” “Ma come io ho fatto questo, questo e questo per te e tu non te ne sei neanche accorto/a!”),

Se siete una coppia che parla “lingue” diverse è essenziale che impariate a rispettare tale diversità, ma anche che vi diate spazi e tempi di dialogo per condividere quale è il linguaggio preferito da ciascuno, così da usarlo per riempire il serbatoio del vostro partner. Non bisogna cadere nell’ errore di pretendere che l’altro capisca cosa piace e cosa fa sentire amato/a ciascun partner: quando si parla una lingua difficilmente si riesce a mettersi spontaneamente nei panni di chi ne parla un’altra. E questo non vuol dire che non lo si voglia, ma solo che si ha bisogno di un aiuto per farlo.

Allora diamoci questo aiuto per essere coppie più felici!

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