Ernesto Cardenal, 94enne e malato, ha potuto celebrare di nuovo la messa dopo oltre 30 anni
Assoluzione di «tutte le censure canoniche». È quanto ha concesso «con benevolenza» Papa Francesco a padre Ernesto Cardenal, il sacerdote nicaraguense oggi novantaquattrenne sospeso a divinis il 30 gennaio 1985.
Lo riferisce il nunzio apostolico in Nicaragua, monsignor Waldemar St. Sommertag, che in una nota chiarisce come il religioso sia stato «35 anni sotto sospensione dell’esercizio del ministero a causa della sua militanza politica», con la partecipazione come ministro della Cultura al governo guidato da Daniel Ortega, dopo la dittatura dei Somoza.
La motivazione
I motivi della revoca della sospensione? «Il religioso – si legge nella nota del nunzio apostolico – accettò la pena canonica imposta» all’epoca, attenendosi «sempre ad essa», «senza portare avanti alcuna attività pastorale», avendo abbandonato «da molti anni ogni impegno politico» (Vatican News, 19 febbraio).
Proprio monsignor Sommertag si è affrettato a comunicare la storica decisione del Papa, correndo personalmente lo scorso fine settimana all’Ospedale di Managua, dove Cardenal è ricoverato in condizioni di salute precarie dai primi giorni di febbraio.
La messa
Sommertag non solo ha comunicato la notizia della sua piena reintegrazione nel sacerdozio, ma ha trasmesso a Cardenal anche la benedizione di Francesco affinché possa vivere questi ultimi istanti della sua vita nella pace con il Signore e con la Chiesa. Nella stessa camera di ricovero, il nunzio ha concelebrato la messa con l’anziano sacerdote.
Per padre Cardenal quella delle ultime ore è stata la prima celebrazione eucaristica dopo più di trent’anni, da quando cioè gli venne notificata la sospensione a divinis.
Il bacio a Wojtyla
Nel 1983 Giovanni Paolo II, in visita nel Paese centro americano, invitò pubblicamente padre Cardenal a dimettersi e a conformarsi alle prescrizioni canoniche: al suo rifiuto, la sospensione a divinis.
Ecco cosa accadde quel giorno. Il ministro della Cultura in modo del tutto inaspettato si fiondò a salutare il Pontefice e si buttò in ginocchio. Quando Giovanni Paolo II si trovò davanti al giovane sacerdote che cercava di baciargli l’anello, davanti alle telecamere, evitò il bacio e con sguardo penetrante e piglio autoritario urlò: «Lei si deve mettere subito in regole con le norme della Chiesa». Lo ripeté due volte dinanzi ad un imbarazzato silenzio di Ernesto Cardenal.
In realtà, l’allora ministro non doveva essere lì presente. Ma né le trattative né i precedenti accordi (guidati dai cardinali Agostino Casaroli e Achille Silvestrini) funzionarono
Solo nel 1994 Cardenal abbandonò il Fronte sandinista di liberazione nazionale (Fsln) di Ortega, criticando quella che interpretò come una deriva autoritaria del partito.
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Gli incontri
L’arcivescovo Sommertag nelle ultime settimane ha più volte fatto visita al sacerdote e teologo.
Il 2 febbraio, nell’abitazione a Managua di padre Cardenal, il nunzio ha avuto con lui un colloquio privato di mezz’ora: in quell’occasione, con una conversazione definita profonda, aperta e amichevole, è giunta la richiesta di «essere riammesso – riferisce mons. Sommertag – all’esercizio del ministero presbiterale».
L’alfabetizzazione
Cardenal è famoso anche come poeta in tutta l’America Latina e non solo, promotore negli anni Ottanta di una grande campagna di alfabetizzazione che gli valse un riconoscimento dell’Unesco: grazie a quella iniziativa, infatti, almeno 500 mila nicaraguensi impararono a leggere e a scrivere (La Stampa, 19 febbraio).
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