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Le voci che arrivavano dal Purgatorio ascoltate da sant’Alfonso Maria Fusco

Alfonso Maria Fusco

© Antoine Mekary / ALETEIA

VATICAN CITY, October 16:A tapestry hanged on the facade of St Peter's basilica shows a portrait of Italian Alfonso Maria Fusco during a canonization mass led by Pope Francis on October 16, 2016 at St

don Marcello Stanzione - pubblicato il 20/02/19

Anche una suora ha testimoniato gli strani fenomeni che gli accadevano

Alfonso Maria Fusco, primogenito di cinque figli, nasce il 23 marzo 1839. Rivela presto un carattere mite, dolce e amabile, distinguendosi per la sua bontà e per il suo amore verso tutti. Ad appena undici anni manifesta ai genitori la volontà di diventare sacerdote. Il 5 novembre 1850 entra nel Seminario Vescovile di Nocera di Pagani.

Il 29 maggio 1863 Alfonso riceve l’ordinazione sacerdotale. Agli inizi del suo sacerdozio don Alfonso apre in casa sua una scuola gratuita per l’istruzione elementare dei fanciulli, in particolare di quelli più bisognosi. Dopo qualche anno si aggrega ai missionari di San Vincenzo dè Paoli per le missioni nelle campagne, dove predicherà fino al 1887. Nell’agosto del 1873 è nominato canonico e cantore della Collegiata di San Giovanni Battista di Angri. Nel suo paese fonda una congregazione religiosa ( settembre 1878) per la cura materna delle orfane: le Suore di San Giovanni Battista.

Nel 1888 don Alfonso , su richiesta del vescovo, intraprende una nuova opera a favore dei fanciulli orfani per iniziarli al lavoro: il progetto si concluderà nel 1897. Don Alfonso Maria Fusco muore il 6 febbraio 1910. E’ beatificato nel 2001 e canonizzato nel 2016 da papa Francesco.




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Dal libro delle testimonianze per il suo processo di beatificazione ho preso alcuni riferimenti della sua devozione verso le anime purganti:

“Un’altra devozione particolare, che egli propagò durante la sua vita, fu quella verso le anime purganti. Compiva la missione di protettore delle anime del Purgatorio e sempre che poteva invitava a far celebrare Messe in suffragio di quelle anime. Si racconta che una volta, mentre pregava, il Servo di Dio udì una voce misteriosa ed egli, avendo in quella voce intuito che fosse un’anima del Purgatorio, domandò chi fosse ed ebbe in risposta di essere il Parroco Scarcella, già proprietario di quelle quattro stanze da lui lasciate al parroco Letterese per sede dell’Istituto. La voce gli rivelò che su quelle quattro stanze gravava l’obbligo di una celebrazione di S. Messe. Il Servo di Dio non si alterò per nulla del colloquio con la voce misteriosa del Parroco Scarsella, mentre qualche Suora, che pur avendo udito la voce, era fuggita per terrore. Non è superfluo dire che il Servo di Dio fece celebrare un gran numero di messe, per soddisfare l’obbligo gravante su quelle stanze, che costituiscono il nucleo del suo Istituto”.

Una speciale devozione ebbe per le anime del Purgatorio e la trasfuse tra le Suore, raccomandando di pregare per esse e offrire opere espiatorie, la Messa, la Comunione, la Via Crucis e il De Profundis. Racconta Suor Chiarina Galisi, che una volta in una delle stanze dei dormitori, le Suore erano continuamente disturbate da rumori che sentivano nella notte. Più di una volta l’avevano detto al padre, il quale però non aveva dato importanza. Ma le Suore continuando a sentire quei disturbi ebbero paura e gli dissero che non volevano più dormire in quel luogo.




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Allora il Servo di Dio, indossando cotta e stola, chiamò la sagrestana, le fece portare il secchietto dell’acqua santa e insieme andarono verso sera in quella stanza. Benedisse quel luogo, poi con voce ferma domandò: “In nome di Dio dimmi chi sei e perché stai qui”. Una voce d’oltre tomba rispose di essere il Sacerdote Scarnella, il quale avendo lasciato un legato di Messe sulla proprietà, non poteva avere pace finché tali messe non gli fossero applicate. Il Servo di Dio lo assicurò che avrebbe provveduto subito e che intanto riposasse in pace e non disturbasse più le Suore.

Suor Chiarina ricorda ancora che al primo suono di quella voce, presa da spavento, gettò a terra il secchietto e scappò via. Il Servo di Dio dopo quel singolare colloquio, uscì pallido e tremante al punto che le Suore, in attesa fuori la porta, dovettero ristorarlo. Quando poté parlare raccontò il fatto e raccomandò alla Comunità di applicare suffragi per quell’anima e cominciò subito l’applicazione delle Messe. La stessa Suor Chiarina, narra che dopo qualche tempo il Padre le confidò che, terminato di celebrare le Messe richieste, quell’anima gli apparve e gli disse: “Ora vengo a ringraziarti, perché sto in Paradiso e godo la visione di Dio”.




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