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L’atto sessuale, una celebrazione di complicità e reciprocità

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Canção Nova - pubblicato il 14/02/19

L'atto sessuale dei coniugi è il momento della gioia per tutto l'amore sperimentato e offerto all'amato

Non basta avere il sacramento – bisogna viverlo e metterlo in pratica. Uomo e donna si uniscono sessualmente come celebrazione dell’amore tra loro, coronamento dell’amore espresso nella vita, nel cameratismo, nell’assumere, difendere e condividere ciò che l’altro sta passando. La prima parola da considerare è “celebrazione”. Sì, l’atto sessuale dei coniugi è il momento della gioia per tutto l’amore sperimentato e offerto all’amato. Dev’essere un momento di felicità, perché si può contare su qualcuno che è al proprio fianco e soprattutto perché c’è una persona amata a cui ci si può donare.

L’unione coniugale dev’essere questo evento di celebrazione dell’amicizia – l’amicizia migliore al mondo – dell’uno con l’altra, e non una festa esteriore, ma nel cuore degli sposi, che esultano di gioia perché sono insieme in ciò che è già accaduto e in tutto quello che verrà. È una festa intima.

Subito dopo viene la parola “complicità”, che si applica quando decidiamo di far parte della felicità dell’altro e di fare di tutto perché questa gioia si verifichi. È quando si è più che partner – sostenitori, alleati attivi, partecipanti a quello che è il progetto dell’altro, e perché no, migliori amici.

C’è infine la “reciprocità”, ovvero quando percepiamo che l’altro è coinvolto nello stesso modo nella nostra felicità. Se solo uno dei coniugi capisce e investe nella complicità, nell’amare il coniuge, non ci sarà vera reciprocità. Serve la partecipazione di entrambi.

Nella Parola di Dio, quando Egli ha creato uomo e donna ci ha fatti come un “aiuto” l’uno per l’altra. A questo riguardo, San Giovanni Paolo II diceva che “il concetto di ‘aiuto’ esprime anche questa reciprocità nell’esistenza”.

Si capisce, quindi, che partendo dalle piccole cose quotidiane, quando la coppia si aiuta, quando entrambi sono solleciti l’uno nei confronti dell’altro, dimostrano interesse e soprattutto imparano a trovare soddisfazione personale nel servire l’amato, nel far del bene all’altro, l’unione intima di marito e moglie diventa molto più soddisfacente. È la festa dell’amicizia reciproca.

[Estratto dal libro di Sandro Arquejada Ato Conjugal – Beleza e transcendência]

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