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Il dolore di chi non è la vera moglie

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Dmytro Zinkevych/Shutterstock

Orfa Astorga - pubblicato il 13/02/19

Una donna cerca aiuto per vedere chiaramente la realtà della sua vita, anche se fa male. Una vita basata sull'inganno accanto al padre delle sue figlie, che le è infedele
Ho conosciuto il padre delle mie figlie quando avevo 20 anni e lui 35. Mi ha conquistata da quando l’ho visto, e mentre era ancora sposato ci seducevamo a vicenda, e con una certa innocenza sono diventata l’oggetto della sua compiacenza. Mi ha assicurato che mi avrebbe sposata per via del suo ‘imminente divorzio’, consigliandomi di non sentirmi in colpa, perché mi aveva conosciuta quando secondo lui il suo matrimonio era già finito. Ora, però, capisco tutto. La prima cosa che ha fatto è stata comprare una casetta per convivere con me in una città abbastanza distante, per evitare rischi compromettenti.È riuscito a farmi credere che io fossi praticamente sua moglie, e che il suo matrimonio attuale non fosse altro che un foglio firmato al Registro Civile come semplice contratto e sul punto di terminare. Abbiamo due figlie, e non solo non ha divorziato, ma quando ci viene a trovare nel nostro ridotto contesto sociale si presenta come mio marito e sostiene di stare spesso fuori per lavoro. Per un po’ ho pensato che avrei dovuto esercitare più pressioni su di lui perché mantenesse la sua promessa, ma avevo paura. Temevo che se lo avessi fatto si sarebbe allontanato e ci avrebbe abbandonate, e le mie figlie hanno bisogno di quel poco che possono prendere dal padre.Lui insiste nel dire che prima o poi manterrà la sua promessa, e che nel frattempo viviamo come una ‘vera coppia’ in cui il marito ‘lavora in un’altra città’. Perché non riesco a credergli? Cosa dovrò raccontare alle mie figlie quando si renderanno conto di questa realtà?

La signora che era venuta nel mio studio, una donna intelligente, era disposta a dirmi tutta la verità, per quanto fosse dolorosa. Ho voluto rispondere alla sua domanda con rispetto e delicatezza nei suoi confronti, ma anche attenendomi a una verità sulla quale spero che potremo concordare.

Per questo, le ho fatto l’esempio del latte vaccino, che per la vendita si presenta in bottiglie su cui c’è scritto “Puro latte vaccino”. A volte possiamo trovare bottiglie che indicano che si tratta di un “Prodotto elaborato con una formula lattea”. In questo modo si avverte il consumatore che non si tratta di puro latte vaccino, ma di un succedaneo del latte che non contiene le sue proprietà essenziali. Ne ha il colore, il sapore e la consistenza, ma non è latte, per quanto gli si aggiungano delle vitamine.

Parliamo ora delle proprietà essenziali del matrimonio. Sono due, le due facce di una stessa moneta.

L’unità: Un solo uomo e una sola donna si uniscono e uniscono le proprie differenze naturali a livello corporeo, psicologico e spirituale in vista di un progetto comune di vita e amore. Questo impegno vale per tutta la vita.
L’indissolubilità: L’amore coniugale e l’unità dell’uomo e della donna raggiungono la pienezza quando l’impegno di questo rapporto è finché morte non separi.

Capisco”, ha detto la signora con un’espressione triste. “Nel nostro rapporto non esiste questa unità di cui mi parla e che genera l’amore coniugale. Non c’è né unità né indossolubilità. È chiaro che il mio non è un vero matrimonio, e non lo dico tanto perché ho assimilato a fondo i concetti, che per me sono nuovi, ma perché attraverso questo dialogo e l’esempio che mi ha dato sono riuscita a comprendere meglio il motivo di quello che ho vissuto. Siamo difficilmente d’accordo su qualcosa. A lui non importa davvero di quello che penso, di quello che provo… Si impone in tutto. A questo va sommato il timore che ho di perdere fascino con gli anni e di non offrirgli la soddisfazione sessuale che reclama e dice di non avere con la sua ‘altra moglie’. Invece dell’unità di corpo, mente e spirito, quella che viviamo è una relazione basata sulla complicità riguardo a un’infedeltà. Questo fa sì che il nostro rapporto sia appeso a un filo. È difficile riconoscerlo, e non so quale sarà la fine della mia storia, ma quello di cui sono certa è che le mie figlie devono sapere la verità sul mio errore, e spero di saperglielo spiegare in un modo che le esorti a non ripeterlo”.

La signora è andata via grata, pensosa e triste.

L’unità e l’indissolubilità sono proprietà essenziali del matrimonio. Se mancano, si può avere “il colore, il sapore e la consistenza” del matrimonio, ma non sarà mai una vera unione matrimoniale.

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