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L’eroina dell’Ecuador che viveva solo di Eucaristia

SAINT MARIANA DE JESUS

Francisco Sylverio de Sotomayor | Wikipedia PD

Larry Peterson - pubblicato il 12/02/19

Spesso paragonata a Rosa da Lima, ha vissuto pietà e mortificazione da casa

Il 31 ottobre 1618 una bambina nacque nella città di Quito, situata nel Nuovo Regno di Granada, l’odierno Ecuador. Il padre della piccola era un nobile spagnolo onesto e rispettato di Toledo di nome Girolamo Flores de Paredes. La madre si chiamava Mariana Cranobles de Xaramilo, e discendeva dalle famiglie spagnole più rispettate. Girolamo e Mariana chiamarono la figlia come la madre, Mariana. Era la più piccola di otto figli.

Mariana rimase orfana a sette anni e venne allevata dalla sorella maggiore, Jerónima, che era già sposata. Aveva uno spiccato senso della pietà e dell’umiltà, e sua sorella e il cognato, Cosme de Caso, decisero che avrebbero rispettato il suo desiderio di vivere in solitudine in casa loro. Mariana non viveva in isolamento totale, perché vicino c’era una chiesa gesuita e lei trascorreva più tempo possibile pregando davanti al Santissimo Sacramento.

Istintivamente iniziò a sviluppare un profondo senso di pietà e mortificazione, negandosi cibo, bevande e sonno. Il cognato fece sì che un sacerdote gesuita, Juan Camacho, la guidasse nel suo sviluppo.

Come Santa Rosa da Lima (alla quale è spesso paragonata), non entrò in convento, rimanendo in casa per dedicarsi alla preghiera, alla mortificazione e al digiuno.

Si dice che i digiuni di Mariana fossero così intensi e rigidi che mangiava solo 30 grammi di cibo ogni 8-10 giorni. Con questa alimentazione una persona normale non potrebbe sopravvivere, ma lo stesso facevano Santa Caterina da Siena e Santa Rosa da Lima.

La vita di Mariana era sostenuta miracolosamente dalla Santa Eucaristia. Molti testimoni hanno affermato che riceveva ogni mattina la Santa Comunione. Era determinata a seguire il mandato di Gesù: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso”.

La spiritualità di Mariana e i doni ad essa legati includevano la sua capacità di predire il futuro, vedere eventi che si sarebbero verificati in seguito come se stessero accadendo in quel momento davanti a lei, guardare nel cuore delle persone e intercedere presso Dio per guarire malattie facendo il segno della Croce o aspergendo le persone malate con l’acqua santa. È documentato che le sue preghiere riportarono perfino in vita una persona defunta. La sua fama di santità si diffuse rapidamente.

Nel 1645 a Quito ci fu un grande terremoto che peggiorò la situazione sanitaria della città, già grave. Un sacerdote gesuita pronunciò un’omelia gridando: “Dio mio, ti offro la mia vita perché i terremoti finiscano”.

Mariana si fece avanti ed esclamò: “No, Signore, la vita di questo sacerdote è necessaria per salvare molte anime, ma io non sono necessaria… ti offro la mia vita per porre fine ai terremoti”.

Il giorno dopo Mariana iniziò a stare male. Poco dopo, il 26 maggio 1645, morì. Aveva 27 anni.

Si dice che il giorno della sua morte la sua santità abbia assunto una forma visibile: un giglio bianco sbocciò dal suo sangue davanti a tutti. Per questo divenne nota come il Giglio di Quito. Nel 1946 la Repubblica dell’Ecuador le ha concesso il titolo di Eroina della Nazione.

Santa Mariana de Jesús de Paredes è stata beatificata da Papa Pio IX il 20 novembre 1853 e canonizzata da Papa Pio XII il 4 giugno 1950. È la patrona di chi è affetto da malattie del corpo, delle persone rifiutate dagli ordini religiosi e di quanti perdono i genitori, soprattutto da bambini.

Santa Mariana de Jesús de Paredes, prega per noi.

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