Devono essere forti per accompagnare il malato e al contempo affrontare la propria angoscia
I malati terminali ricevono il sostegno della loro famiglia, dei medici e dei volontari, ma chi sostiene i familiari nel periodo delicatissimo della fine della vita di un padre o di una madre?
La posizione delle persone care, degli accompagnatori, degli assistenti sanitari ecc. è difficile, perché mentre affrontano la propria inquietudine di fronte alla malattia e alla morte devono anche restare forti ed essere presenti per sostenere il malato.
Come dare sollievo quando loro stessi sono colpiti, commossi, toccati, forse confusi dall’idea di perdere una persona cara tra poco tempo?
A volte ci si sente a disagio, senza sapere cosa dire o cosa fare, e allora non si dice niente – cosa peggiore del fatto di provare a dire qualcosa.

Interessarsi all’altro
Il primo passo, prima ancora di ascoltare l’altro, è avvicinarsi alla persona. Molti preferirebbero chiudere gli occhi per non doverne parlare, per non sapere cosa accade davvero, ma una presenza disponibile nel momento in cui una persona cara sta vivendo un periodo di grande difficoltà è un primo passo.
Non c’è bisogno di fare pressioni su se stessi per trovare parole di consolazione. Basta dare all’altra persona l’opportunità di parlare di sé, delle sue paure e dei suoi sentimenti.
La semplice domanda “Come ti senti?” è un buon inizio. Assicuratevi di porre domande aperte per avviare una conversazione e permettere che le risposte emergano gradualmente.
