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Perché il Papa raccomanda anche l’accompagnamento psicologico?

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By Peshkova | Shutterstock

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 09/02/19

Quando si pratica il discernimento questo supporto può tornare utile

Il discernimentoè stato uno dei temi caldi del Sinodo dei Giovani. Nel volume a cura di Padre Antonio Spadaro, Una Chiesa che frequenta il futuro” (Editori l’Ancora e La Civiltà cattolica) – in cui sono raccolti tutti i documenti del Sinodo 2018 su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” – si parla ampiamente di questo tema tanto caro a Papa Francesco.

In particolare si chiarisce l’importanza dell’accompagnamento al discernimento: la tradizione spirituale evidenzia l’importanza dell’accompagnamento personale. Per accompagnare un’altra persona non basta studiare la teoria del discernimento. Ma occorre fare sulla propria pelle l’esperienza di interpretare i movimenti del cuore per riconoscervi l’azione dello Spirito, la cui voce sa parlare alla singolarità di ciascuno.

POPE FRANCIS AUDIENCE
Antoine Mekary | ALETEIA | I.Media

L’accompagnamento al discernimento

L’accompagnamento personale richiede di affinare continuamente la propria sensibilità alla voce dello Spirito e conduce a scoprire nelle peculiarità personali una risorsa e una ricchezza.

Si tratta di favorire la relazione tra la persona e il Signore, collaborando a rimuovere ciò che la ostacola.




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L’apporto della psicologia

Come insegna Papa Francesco, «il discernimento spirituale non esclude gli apporti delle sapienze umane, esistenziali, psicologiche, sociologiche o morali. Però le trascende» (GE 170).

Dunque, il sostegno psicologico, se aperto alla trascendenza, si rivela spesso di importanza fondamentale, ma resta una cosa ben diversa dall’accompagnamento personale al discernimento.

Le differenze

Lo psicologo sostiene una persona nelle difficoltà e la aiuta a prendere consapevolezza delle sue fragilità e potenzialità; la guida spirituale rinvia la persona al Signore e prepara il terreno all’incontro con Lui (cfr Gv 3,29-30).

L’accompagnamento psicologico focalizza l’attenzione sulle risorse, i limiti e l’evoluzione della persona nel realizzare i propri desideri. L’accompagnamento spirituale, invece, punta più specificamente a innescare nella preghiera un dialogo intimo tra la persona e Dio, a partire dal Vangelo e da tutta la Scrittura, per trovare il modo più personale per rispondere alla chiamata del Signore.




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Come bilanciarli

Come integrare le cose, seguendo il consiglio del Papa? Una pedagogia attenta permetterà di integrare la dimensione psicologica nell’accompagnamento spirituale: non solo ascolto ed empatia, ma anche discernimento nel confronto con la Parola; non solo fiducia, ma anche lotta riconoscendo che la gioia del Vangelo risveglia la grandezza del desiderio; non solo coltivazione di sogni, ma passi concreti nelle strettoie della vita.

Coaching e mentoring

Va sottolineato anche che l’accompagnamento spirituale personale ha tratti caratteristici che lo distinguono da altre forme di accompagnamento personalizzato quali counseling, coaching, mentoring, tutoria, ecc. Vi sono però anche rapporti e connessioni.

Per evitare di smarrire l’unità della persona e l’integralità della relazione di accompagnamento, occorre piuttosto esplorare la complementarità tra l’accompagnamento spirituale in senso stretto e le altre forme di vicinanza in cui, all’interno della vita quotidiana, possono emergere figure capaci di aiutare a discernere e di contribuire alla formazione della coscienza e della libertà.


FABIO ROSINI

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