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Un rimedio iniziale per liberarsi da una vita di peccato

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Engin Akyurt | Pexels CC

Philip Kosloski - pubblicato il 08/02/19

Dio, ricco di misericordia, è pronto ad aiutarvi a spezzare le catene della schiavitù spirituale

A volte non ci pensiamo, ma il peccato ci schiavizza davvero, mentre la virtù ci libera.

Quando vogliamo operare il bene e seguire la volontà di Dio, siamo schiacciati e intrappolati dai nostri peccati. La schiavitù può arrivare al punto da provocare cecità spirituale, portandoci a non “vedere” letteralmente che stiamo peccando, a non renderci conto del danno che stiamo facendo a noi stessi e a tutta la creazione di Dio.

Come descrive padre Lorenzo Scupoli ne Il Combattimento Spirituale,

Tenendo qualcuno nella schiavitù del peccato, il demonio non attende ad altro che ad accecarlo sempre più e a rimuoverlo da qualunque pensiero che possa indurlo alla cognizione della sua infelicissima vita. Quelli che sono iniziati come piccoli peccati diventano improvvisamente peccati sempre più grandi. Come spiega padre Scupoli, “diventando più folta e cieca la sua cecità, più viene a precipitarsi e ad abituarsi nel peccato; così da questa a maggior cecità e da questa a maggior colpa, quasi in un circolo vizioso scorre la sua misera vita fino alla morte, se Dio non vi provvede con la sua grazia”.

Un rimedio semplice ma potente per liberarsi da questa vita di peccato è volgersi immediatamente a Dio con tutto il cuore.

Avverte padre Scupoli:

Il rimedio a ciò, per quanto tocca a noi, è che colui il quale si ritrova in questo infelicissimo stato sia sollecito nel dare spazio al pensiero e alle ispirazioni che dalle tenebre lo chiamano alla luce, gridando con tutto il cuore al suo Creatore. Offre poi questa preghiera: “Signor mio, aiutami, aiutami presto e non mi lasciare più in queste tenebre di peccato”. Va ripetuta in continuazione, supplicando Dio di effondere su di noi la sua preghiera.

E un altro consiglio: “Se è possibile, corra subito subito da un padre spirituale chiedendo aiuto e consiglio per potersi liberare dal nemico. E non potendo andarvi subito, ricorra con ogni sollecitudine al Crocifisso, buttandosi innanzi ai suoi sacri piedi con la faccia a terra; come pure ricorra a Maria Vergine, chiedendo misericordia e aiuto”.

La preghiera del cuore dovrebbe essere accompagnata dalla confessione dei peccati nel sacramento della Riconciliazione il prima possibile.

È stata questa la via seguita nel corso del secoli da molti santi, che sono stati capaci di intraprendere la strada della conversione dopo essersi rivolti pentiti a Dio.

Dio gradisce un cuore contrito, e come dice Papa Francesco non si stanca mai di perdonare. Una volta che la contrizione prende piede nella persona, può verificarsi un autentico cambiamento.

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