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Il sopravvissuto di Ponte Morandi: sono andato dalla Madonna della Guardia a ringraziarla

gianluca ardini

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Gianluca insieme alla moglie

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 05/02/19

Gianluca Ardini: "Mi sento un miracolato". Un mese dopo il tragico crollo di Genova, sua moglie ha partorito il piccolo Pietro. "Ho lottato sotto le macerie pur di vederlo nascere", dice l'uomo

Quattro interminabili ore. È questo il tempo che Gianluca Ardini, commerciante di 29 anni, genovese, ha trascorso tra le macerie del suo furgone, incastrato tra due pilastri del ponte Morandi, dopo un volo di 40 metri.

Era quel terribile 14 agosto 2018: a testa in giù, accanto al collega deceduto, pregando che qualcuno lo trovasse. Ripetendo incessantemente al Vigile del Fuoco “angelo” che l’ha messo in salvo: «Non posso morire perché devo conoscere mio figlio».

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Il piccolo Pietro

Un mese dopo, infatti, il 13 settembre, la fidanzata Giulia ha dato alla luce Pietro. Gianluca era ancora ricoverato in ospedale, «ma con il cuore e con la vita ero lì con loro», dice. «E oggi che quel piccolo lo tengo tra le braccia mi sento un miracolato» (Famiglia Cristiana, 5 febbraio).

Oggi per fortuna tutto questo è passato. Gianluca abbraccia il suo piccolo Pietro e cerca di volgere in positivo il tempo che gli è stato donato dall’infortunio facendo il papà a tempo pieno. «I suoi sorrisi», confida, «sono la mia miglior medicina e Giulia è stata una compagna coraggiosa ed eccezionale».




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La Madonna della Guardia

«In occasione del quarto mese di vita di Pietro» racconta sempre a Famiglia Cristiana, «sono andato alla Madonna della Guardia che si vede perfettamente dal ponte Morandi. Ho sentito il bisogno di ringraziarla, perché ho la certezza che da lassù mi abbia custodito. Guardando i quadri dei miracoli appesi alle pareti del santuario ho pensato: “Tra quelli ci sono anche io”».

Papa Francesco

E oggi che ha realizzato il suo più grande sogno, “vivere e partecipare” della nascita di Pietro, ha ancora un desiderio e ce lo consegna: «Incontrare Papa Francesco perché ci metta una mano sulla testa, ci benedica e per sempre ci protegga».


NATALIYA YELINA

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