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Papa Francesco: nella Chiesa nuove tentazioni di confusione e disfattismo

KOLACJA PAPIEŻA FRANCISZKA Z MŁODYMI
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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 05/02/19
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Trent'anni dopo, Bergoglio si sente in dovere di riproporre le sue "Lettere della tribolazione". E avverte: siamo in guerra contro il diavolo, bisogna rispondere con il discernimento

Trent'anni fa Papa Francesco sottopose al teologo gesuita padre Miguel Ángel Fiorito la bozza della prefazione che aveva scritto per la prima edizione delle "Lettere della tribolazione" (Ancora editrice).

Il teologo gli disse di approfondire il punto in cui Bergoglio rilevava l'importanza del «fare ricorso all’accusa di se stessi nei momenti di grande difficoltà». 

POPE FRANCIS AUDIENCE

Vergogna contro Misericordia

«In quel punto - scrive Bergoglio nella nuova edizione di "Lettere della Tribolazione" pubblicata a gennaio 2019 da Ancora Editrice - si trattava del discernimento e di come affrontare bene la vergogna e la confusione che si fanno spazio quando il Maligno scatena una feroce persecuzione contro i figli della Chiesa. La risposta - sottolinea il Papa - era quella di opporgli la sana vergogna e la confusione che l’infinita Misericordia del Signore e la sua Lealtà fanno provare a chi chiede perdono per i propri peccati. "Là c’è una grazia", mi disse. "La sviluppi!"».

La missione di "sviluppare una grazia"

Trent’anni dopo siamo in un altro contesto, evidenzia Bergoglio nella nuova prefazione, «ma la Guerra è la stessa e appartiene soltanto al Signore. Queste Lettere sono "un trattato di discernimento in epoca di confusione e tribolazione". E la loro riedizione mi richiama con forza (…) a continuare ad assolvere quell’incarico che mi è stato dato dal Maestro – che adesso ha per me il sapore della profezia dell’anziano – di "sviluppare una grazia"».

Non arrendersi al vittimismo

Papa Francesco avverte, oggi, che «il Signore mi chiede di condividere di nuovo le "Lettere della tribolazione". Di condividerle con tutti coloro che – in mezzo alla confusione che il padre della menzogna sa seminare nelle sue persecuzioni – si sentono decisi a combattere bene, liberi da quel vittimismo a cui siamo tentati di arrenderci. Esso, come sappiamo, nasconde in seno la molla della vendetta, e non fa altro se non alimentare quel male che vorrebbe eliminare».

Consolazione nella desolazione

Allora, conclude il Papa, «contro qualsiasi tentazione di confusione e di disfattismo fa bene tornare a sentire lo spirito paterno di coloro che ci hanno preceduto e che anima queste Lettere». Che «ci insegnano a scegliere la consolazione nei momenti di maggiore desolazione».

Nelle Lettere, Bergoglio sentenziava: «Davanti alla gravità di quei tempi, all’ambiguità delle situazioni che si erano create, il gesuita doveva discernere, doveva ricomporsi nella sua appartenenza (..). Doveva “cercare per trovare” la Volontà di Dio, e non “cercare per avere” una via d’uscita che lo lasciasse tranquillo».

Il segno di aver fatto un buon discernimento, concludeva Bergoglio, il gesuita «l’avrebbe avuto dalla pace (dono di Dio). E non dall’apparente tranquillità di un equilibrio umano o di una scelta in favore di uno degli elementi in contrapposizione».

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