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Quindi raccontatemi: quali vite hanno mai salvato gli aborti?

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Valentina Razumova/Shutterstock

Universitari per la Vita - pubblicato il 05/02/19

Sapete cosa succede davvero quando la vita della madre è in serio pericolo? Non si prenota un aborto, non si pratica mai un aborto di emergenza ma si mettono in atto procedure per curare entrambi i pazienti vivi. Solo in casi estremi si interrompe la gravidanza e si assistono madre e figlio.

Traduzione di Fabio Fuiano

Riportiamo qui di seguito una testimonianza di un tecnico di ultrasuoni ripresa, sul proprio profilo Facebook, dal professor Robert P. George, docente di giurisprudenza alla scuola di legge di Harvard, nonché membro U.S. presso la commissione mondiale UNESCO sull’Etica della Conoscenza Scientifica e della Tecnologia, Incaricato presidenziale presso la commissione degli Stati Uniti sui Diritti Civili e Compagno Giudiziario della Corte Suprema degli Stati Uniti.


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Vorrei essere MOLTO CHIARO. Non solo non c’è niente di meno necessario di un aborto a lungo termine (tardivo ndr.), ma non c’è niente di meno necessario di un aborto A QUALUNQUE TERMINE. Io sono un tecnico di ultrasuoni registrato a livello nazionale, specializzato in ostetricia e ginecologia con più di 15 anni di esperienza. Se c’è una situazione di emergenza durante il secondo o il terzo trimestre, la madre viene trasportata in ospedale dove si collega immediatamente ad un monitor. Anche la pancia (quindi il bambino) viene collegata ad un monitor. Gli organi vitali sia della madre che del bambino sono a questo punto sotto controllo. Si chiamano di corsa i medici. Gli esami vengono completati. Il sangue viene prelevato. Le contrazioni vengono monitorate. Abbiamo DUE pazienti.Se c’è una vera emergenza (per esempio pressione sanguigna troppo alta a causa della gravidanza), i medici interromperanno la gravidanza per salvare la madre.Viene definita come Emergenza Sezione – C. Il bambino viene fatto nascere ed a quel punto è fuori dal grembo materno, magari troppo presto, ma comunque è fuori e ci si prende cura di lui. La gravidanza è stata “terminata” e ci si può prendere cura anche della madre. Non è questo il punto su cui convergono le argomentazioni dei pro-choice per appellarsi all’aborto? Cioè che si deve “terminare” la gravidanza per salvare la vita della madre? Beh è proprio quello che è stato fatto. Emergenze che finiscono nella sezione – C, in cui si pone fine ad una gravidanza per salvare la madre, si verificano praticamente sempre. Sapete cosa invece non capita sempre? Anzi, potremmo dire, non capita mai? Un aborto di emergenza. Non esiste NIENTE DEL GENERE. Mai, in 9 anni in cui ho lavorato in un grande ospedale, spesso in reparti di emergenza (ER ndr.), ho sentito le parole “Presto! Prendetemi forcipe e aspiratore! Questa donna ha bisogno di un aborto, ADESSO!”. Perché non ho mai sentito queste parole? Semplice, perché gli aborti di emergenza non esistono.

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Un aborto tardivo (cioè un aborto oltre le 20 settimane di gravidanza) è una procedura che richiede dai 2 ai 3 giorni. Il bambino è più grande, la cervice deve essere ammorbidita e dilatata e la “procedura” è più complessa. Dopo la procedura abortiva nel primo giorno, alla madre viene chiesto di tornare solo dopo 2 o 3 giorni per completare l’espulsione del proprio bambino … ormai morto. Quale emergenza in cui la donna rischia la vita richiede 3 giorni per essere trattata come procedura ambulatoriale? NESSUNA! Una vera emergenza nel contesto di una gravidanza tardiva può essere affrontata in 20 minuti nella sezione – C di un ospedale, come già detto sopra. Nessuna vera emergenza presuppone che una donna debba prendere appuntamento: “Si, salve. C’è un emergenza. Potrei anche morire. Vorrei sottopormi ad un aborto per favore … Certamente, giovedì prossimo alle 9 sembra perfetto. Ci vediamo lì … grazie!”. Mi state prendendo in giro?! Ci sono seriamente persone che ci riflettono pure?

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Non credete a queste bugie. Non c’è alcun bisogno di un aborto tardivo. Non c’è alcun bisogno di un aborto di emergenza. Non c’è bisogno assolutamente dell’aborto in generale. Punto.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE

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