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Perché hai paura di “accendere la luce”? perché non vuoi vedere cosa si nasconde nel tuo buio!

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 31/01/19

Ma ogni vero cambiamento nasce da un atto di sincerità autentico e totale

Diceva loro: «Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere? Non c’è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per intendere, intenda!».
Diceva loro: «Fate attenzione a quello che udite: Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi sarà dato di più. Poiché a chi ha, sarà dato e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha». (Mc 4,21-25)

“Si prende forse la lampada per metterla sotto il vaso o sotto il letto? Non la si prende invece per metterla sul candeliere?”. Certamente no, ci verrebbe da rispondere a Gesù. Ma la vera domanda è: perché abbiamo paura di accendere la luce? Perché non vogliamo vedere che cosa si nasconde nel nostro buio. In fin dei conti è forse questo il vero motivo che non ci fa mai mettere la luce al posto giusto. Ad esempio la fede è bene che rimanga in un cassetto perché se fosse messa in alto saremmo costretti a fare i conti con cose con cui non vogliamo fare i conti. La verità è bene che sia confinata nei discorsi generalizzati e astratti perché se fosse applicata su di noi saremmo costretti a dei cambiamenti. Potremmo continuare così all’infinito, per questo Gesù continua dicendo. “Poiché non vi è nulla che sia nascosto se non per essere manifestato; e nulla è stato tenuto segreto, se non per essere messo in luce”. Per questo ogni vero cambiamento nasce da un atto di sincerità autentico e totale. Mi capita spesso di dire che ciò che blocca la nostra vita è non avere nessuno con cui almeno una volta nella vita, e totalmente abbiamo svuotato il sacco. Disseminiamo pezzettini di noi a infinite persone, ma nessuno sa mai veramente tutto e totalmente. In questo tipo di tenebra e frammentazione il male prospera e ci tiene in ostaggio. Se trovassimo il coraggio di accendere totalmente la luce ci accorgeremmo che il grosso dei nostri problemi sarebbe già risolto. Il valore di una narrazione di noi totale e sincera non serve a dire tutto a tutti, ma almeno a poter dire tutto a qualcuno. Già solo quest’atto di umiltà ci metterebbe al sicuro dalla logica del male che prospera lì dove non si accende mai la luce. San Giovanni Bosco sapeva bene che una buona confessione poteva far ripartire la vita. Ma una buona confessione non consiste in un’analisi complicata delle proprie azioni, ma nella consegna semplice e senza manomissione di ciò che abbiamo fatto. Chi si educa a questa semplicità, progredisce velocemente in santità. (Mc 4,21-25)

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