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Finita in Olanda la “messa” durata più di tre mesi per impedire il rimpatrio di una famiglia armena

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Lucandrea Massaro - pubblicato il 31/01/19

La legge olandese impedisce alle forze dell'ordine di interrompere una cerimonia religiosa, una comunità protestante decide di pregare incessantemente dal 26 ottobre al 30 gennaio

Per impedire che una famiglia di profughi armeni venisse espulsa dall’Olanda, la chiesa protestante di Bethel, all’Aia, ha sfruttato un’antica legge olandese che impedisce alla polizia di interrompere una funzioni religiose. E ha funzionato (31mag.nl).

La costanza della preghiera

I pastori sono arrivati da diverse città e si sono alternati senza sosta, anche di notte in una vera e propria maratona di preghiera, al fine di evitare che una famiglia armena (padre, madre e tre figli) venisse rimpatriata nel proprio Paese d’origine.

Questa iniziativa è stata accolta da ben seicento cristiani, fra cui anche alcuni preti, che si sono offerti di darsi il turno per continuare il rito, 24 ore su 24, sino a che il governo non avesse accettato la loro richiesta (Avvenire, 20 dicembre).

La famiglia Tamrazyan: madre, padre e tre figli di 15, 19 e 21 anni, che risiedono nei Paesi Bassi dal 2010 dopo che l loro permesso di soggiorno è scaduto e, dopo il rifiuto della richiesta d’asilo, e il conseguente ordine di rimpatrio ed espulsione (anche se i ragazzi frequentano la scuola e l’università) ha chiesto asilo alla parrocchia.

A dicembre il pastore Theo Hettema, presidente del consiglio generale della Chiesa protestante a L’Aia diceva a SkyTg24

“Non so per quanto potremo continuare, ma non per questo non era giusto provarci, facciamo affidamento sull’autorità giudiziaria, pensiamo che questa famiglia meriti che le sia data una chance”. “Quando abbiamo iniziato, sapevamo che sarebbe stata una lunga celebrazione, che sarebbe durata settimane, se non mesi”, ha aggiunto (1 dicembre).

I Tamrazyan hanno vissuto segregati nella parrocchia, senza poter uscire, raccontano “Siamo contenti di tutto il sostegno che stiamo ricevendo, ma non siamo liberi”, hanno detto.

Un esito positivo

Fortunatamente le cose si sono aggiustate e dopo tre mesi, nella serata di martedì, la coalizione al governo all’Aja ha raggiunto un accordo che ha concesso il “perdono” ai tre figli, in virtù del fatto che vanno a scuola e all’università. E dunque i Tamrazyan, genitori e 3 ragazzi,  non saranno espatriati.

L’iniziativa ha permesso di strappare al governo anche la promessa di rivedere circa 700 richieste di asilo di minori che erano state rifiutate. Per la famiglia armena Tamrazyan, dopo la straordinaria testimonianza di solidarietà, ora si apre anche “una prospettiva di futuro in Olanda”, come ha fatto notare Theo Hettema, presidente del Consiglio generale della Chiesa protestante dell’Aia. “Abbiamo mantenuto la speranza per mesi e ora questa speranza si sta avverando”, ha aggiunto. Hayarpi Tamrazyan, la figlia maggiore di 21 anni, ha espresso il suo sollievo in una conferenza stampa, preceduta da una cerimonia in chiesa (AGI).

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