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Spiritualità
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Le due armi indispensabili per la lotta spirituale

DELACROIX; ANGEL; JACOB

© Wikipedia

Giacobbe e l'angelo, di Delacroix.

Philip Kosloski - pubblicato il 30/01/19

Ogni vita spirituale comporta una certa dose di lotta. Tutti dobbiamo combattere – prima o poi – contro le forze del male che agitano il nostro mondo. La chiave è la fiducia in Dio e non in sé.

A proposito della battaglia spirituale, nella sua lettera agli Efesini san Paolo è cristallino:

La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.

Ef 6, 12

La tenzone è quindi aspra. Il fatto è che non sempre è semplice sapere come condurla. Nella sua opera giustamente intitolata Il combattimento spirituale, pubblicata alla fine del XVI secolo, padre Laurent Scupoli ci offre due armi essenziali per condurre la lotta contro le forze che ci tentano al male.

Diffidare di sé stessi

La diffidenza in sé stessi è così necessaria, nella lotta spirituale, che senza questa virtù non soltanto non si possono vincere tutti i nemici, ma neppure sormontare le più piccole passioni. Questa verità dev’essere incisa a fondo nel nostro spirito: poiché nonostante noi stessi non siamo che un puro nulla, pure non la smettiamo di coltivare stima di noi stessi e di credere, senza fondamento alcuno, che siamo qualche cosa. In effetti, chiunque voglia avvicinarsi alla verità increata e alla fonte della luce deve necessariamente conoscersi a fondo, e non essere come i superbi, i quali s’istruiscono a forza di cadute e che cominciano ad aprire gli occhi quando cadono in qualche disordine imprevisto e vergognoso; Dio lo permette perché essi sentano la loro debolezza e tramite quella funesta esperienza giungano a diffidare delle loro forze.

Per quanto possa sembrare paradossale, bisogna dunque – per vincere le forze del male – diffidare di sé stessi. Non si sta qui dicendo che in via generale è sbagliato credere in sé stessi e nelle proprie capacità, ma piuttosto di bandire ogni orgoglio, perché spesso è lì che sia acquatta il maligno. Abbiamo delle qualità, certo, ma nella lotta spirituale, in questo combattimento iniquo contro forze che ci oltrepassano, appoggiarci sulle nostre proprie risorse è non solo insufficiente ma soprattutto presuntuoso. La sola forza di cui abbiamo bisogno è Dio.

Avere fiducia in Dio

Sebbene la diffidenza di sé sia indispensabile nella lotta spirituale, […] se resta da sola e non si appoggia ad altro, essa sarà la premessa alla fuga – e quindi all’inseguimento del nemico, che ci disarmerà e ci vincerà. Bisogna dunque aggiungere una grande fiducia in Dio, che è l’autore di ogni bene, e da cui solo bisogna attendere la vittoria. Se è vero che nel nostro fondo non siamo niente, non possiamo aspettarci che delle cadute pericolose e frequenti, e abbiamo mille ragioni per diffidare delle nostre forze; ma se siamo perfettamente convinti della nostra debolezza ne otterremo senza dubbio – con l’aiuto del Signore – grandi vantaggi sui nostri nemici poiché nulla c’è di più potente, nell’attrarre le grazie del Cielo, che armarci di una generosa fiducia in Dio.

Considerate attentamente con gli occhi della Fede l’onnipotenza e la sapienza infinite dell’Essere supremo, a cui niente è impossibile né difficile, la cui bontà non ha confini e che, nel suo eccesso d’amore verso quelli che lo servono, è sempre pronto a dar loro tutto quanto è necessario per vivere da uomini spirituali, e per diventare davvero padroni di sé. La sola cosa che Egli domanda loro è che ricorrano a lui con fiducia.

Se prendiamo coscienza della nostra debolezza e ci rivolgiamo al Signore, egli ci darà le armi necessarie. Non presumiamo dunque delle nostre forze e non cessiamo di fondarci su quelle del nostro Onnipotente Dio. È grazie a Lui che usciremo vittoriosi dalle nostre lotte spirituali quotidiane. Ricordatevi: «Non c’è nulla di più potente, per attirare le grazie del Cielo, che armarci di una generosa fiducia in Dio».

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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