Il caso in provincia di Foggia. Durissimo il vescovo: interdetto dai sacramenti
Si parla di crisi di vocazione da parte dei giovani, poi si scopre che c’è chi, invece, farebbe carte false per diventare prete. Alessio Maria Prencipe, 38enne di Monteprandone, in provincia di Ascoli Piceno – ma originario di Foggia – ha celebrato messa e confessato i fedeli senza aver alcun titolo nella chiesa di Santa Maria della Strada, a Torremaggiore, nel foggiano. Poi però è stato scoperto.
Così si è giustificato
«Ho detto messa perché il parroco me l’ha chiesto, io volevo solo assistere all’Eucarestia, ma lui ha insistito nonostante avessi detto più volte di no – si giustifica adesso Prencipe – Però non ho confessato. Mi sono appartato con alcuni fedeli, ho ascoltato le cose che mi volevano dire, ma non ho dato alcuna assoluzione. Sono rimasto vittima di un torto».
“Bravo ragazzo” che non ha realizzato il suo sogno
Prencipe si è presentato a Torremaggiore come monaco benedettino e prete, ottenendo l’autorizzazione a celebrare l’Eucarestia due giorni dopo Natale e a confessare numerosi fedeli.
Gli insegnanti dell’Istituto Alberghiero di San Benedetto del Tronto, dove ha conseguito il diploma professionale, lo ricordano come un bravo ragazzo, molto disponibile, ma già allora folgorato dalla croce che portava sempre al collo. Sentiva la vocazione dentro ma non è mai riuscito a diventare sacerdote (Il Resto del Carlino, 29 gennaio).

Leggi anche:
Finte suore si baciano davanti alla chiesa: a processo fotografo e modelle
Le indagini
Sulla vicenda il vescovo della Diocesi di San Severo, Monsignor Giovanni Checchinato, ha ricostruito i fatti in una nota: una persona avrebbe millantato di essere sacerdote «carpendo la buona fede anche dei fedeli» e «creando disorientamento e confusione nella chiesa locale e soprattutto nella comunità cristiana di Torremaggiore».
Continua il comunicato: il sig. Alessio Prencipe «carpendo la buona fede e traendo in inganno il parroco della chiesa parrocchiale di Santa Maria della Strada, ha dichiarato di essere monaco benedettino e prete. Inoltre è stato presentato come assistente spirituale nazionale dell’associazione “Laudato Sii”. Informazioni per le quali gli è stata consentita la possibilità di celebrare l’eucaristia».

Leggi anche:
Ad Ischia il prete presto sarà padre. Il vescovo “benedice” la scelta. Ma è normale?
I contatti con le Curie Generalizie
Prencipe, sentenzia il Vescovo, «ha mentito sulla sua identità di monaco e presbitero». Infatti, spiega il Pastore della Diocesi: «Dopo aver contattato la Curia Generalizia dei Monaci Benedettini Sublacensi Cassinesi in Roma e la Curia Generalizia dei Monaci Benedettini Silvestrini in Roma dove, tra l’altro, il sedicente monaco ha detto di essere membro residente; dopo aver chiesto e ricevuto informazioni dalla Curia diocesana di San Benedetto del Tronto dove il Prencipe ha attualmente la residenza; dopo aver chiesto altre informazioni sul suo presunto ruolo di assistente spirituale nazionale dell’associazione menzionata; è giunto alla certezza morale della completa estraneità a tutte queste realtà e all’Ordine Sacro».
Nessun documento
Quindi, il 19 gennaio, «Prencipe è stato avvicinato a Torremaggiore dal Vicario Generale e dal Cancelliere Vescovile della Diocesi e nonostante abbia ancora confermato di essere monaco benedettino e di appartenere alla comunità di santo Stefano a Roma presso i Monaci Benedettini Silvestrini, non ha presentato nessun documento probatorio a supporto delle sue affermazioni; non ha presentato il “celebret” che avrebbe potuto smentire il ragionevole dubbio sulla sua ordinazione presbiterale; ha fornito un recapito telefonico inesistente dei suoi presunti superiori».

Leggi anche:
Ecco chi era il falso prete che vendeva le finte reliquie di Giovanni Paolo II
Interdetto dai sacramenti
La nota prosegue: «Visto e considerato che il 27 dicembre 2018 ha simulato la celebrazione dell’Eucaristia nella parrocchia di Santa Maria della Strada in Torremaggiore ed ha ascoltato la confessione di alcuni fedeli, è incorso “ipso facto” nella pena dell’Interdetto “latae sententiae” stabilita dal Codice di Diritto Canonico. Ciò significa che si è messo nella condizione di non poter ricevere i sacramenti». .
Il vescovo: attenti ai truffatori
Il vescovo conclude con un consiglio ai fedeli: «Nella certezza di aver fatto chiarezza sulla questione, nella speranza che situazioni simili non si ripetano – ha concluso Mons. Checchinato – si coglie l’occasione per esortare i fedeli e le comunità parrocchiali ad essere “sentinelle”; prima di dar credito a chi si dovesse qualificare/presentare come religioso» (Foggia Today, 26 gennaio).

Leggi anche:
Falso prete arrestato in Francia: ma come si fa a riconoscere “quelli veri”?