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«Alcuni Papi Dio li infligge», un citazione inventata da Antonio Socci?

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Giovanni Marcotullio - Breviarium - pubblicato il 30/01/19
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A seguito del post che scagionava Vincenzo di Lérins dalla calunniosa fake per cui sarebbe lui l’autore della frase “alcuni Papi Dio li dona, altri li tollera, altri li infligge”, diversi buoni amici mi hanno sollecitato ad approfondire la questione per capire a che punto risalga l’origine dell’errore, ovvero donde venga l’evento che lo ha prodotto.



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Le osservazioni dei comites

Lusingato dell’attenzione che la questione ha attratto anche da parte del quotidiano della Cei, e solleticato nel mio spirito filologico, ho dovuto muovere in realtà pochi passi a partire dai dati offerti dagli amici. E nella fattispecie:

  • Gabriele Marconi ha osservato che la prima occorrenza in assoluto (in lingua italiana) è del 25 settembre 2011: il suo autore è Antonio Socci. Sempre in un libro di Antonio Socci (Non è Francesco, del 2014) si trova la prima menzione su una pagina stampata.
  • Algo Carè ha segnalato una pagina francese del 2016 in cui il detto è attribuito a San Vincenzo Pallotti, il quale avrebbe «dit sans ambiguïté: “ Certains papes le Seigneur les donne, d’autres Il les tolère, d’autres encore Il les inflige ”».
  • Va più indietro nel tempo Guido Mocellin (l’articolista di Avvenire che si è interessato alla questione), il quale è risalito all’Introduzione di un volume che ha editato le Lettere di Pio IX: «Aveva ragione San Vincenzo Pallotti di leggere a codesto modo la serie dei pontefici di Roma: “Iddio alcuni papi lo vuole direttamente Egli – cioè Pio IX – Altri li permette, altri li tollera”» (Giovanni Cittadini [ed.], Pio IX, Lettere, vol. I, Laurenziana, Roma 1990).
  • Marco Rapetti Arrigoni ci offre uno sguardo più articolato sullo sviluppo dell’attribuzione nel XXI secolo: «Effettivamente, da una rapida ricerca sul web, sembrerebbe che, in ambito francofono, l’aforisma imputato a Vincenzo di Lerino fosse, già all’inizio del millennio, attribuito a San Vincenzo Pallotti, seppure in una versione più mitigata (“Quelques Papes, Dieu les veut; certains, il les permet; d’autres, il les tolère”). In un lungo intervento pubblicato su un blog francese nel 2006, un anziano “prete” sedevacantista, tale Luigi Villa (morto nel 2012), particolarmente ostile nei confronti di Paolo VI e di Giovanni Paolo II, ne attribuiva la paternità proprio a Pallotti. Sempre in ambito sedevacantista ed ultra-lefebvriano, il blog francese La Question, in un articolo del 4 marzo 2018 elogiativo del famigerato mons. Williamson, indicava San Vincenzo Pallotti come ideatore della massima. Non stupirebbe se, alla fine, tale detto si scoprisse essere un falso partorito e divulgato in campo sedevacantista e maldestramente recepito dagli antipapisti nostrani, senza nemmeno la doverosa verifica dell’autenticità della fonte».

Uno stemma sitorum della citazione

Dunque, applicando su questa manciata di dati la metodologia dell’ecdotica (quando si fa uno stemma codicum se ne hanno talvolta anche meno, di informazioni…), possiamo osservare:

  1. Anzitutto scremiamo l’area linguistica: ho cercato in rete facendo diverse retroversioni della frase in latino, in tedesco e in spagnolo, ma non mi è riuscito di trovare neppure un solo risultato. Abbiamo invece i dati italiani e francesi, nonché la pagina inglese di lifesitenews.com, a firma di Linus Clovis, che però reca la data del 28 ottobre 2016. Sembra dunque che l’apografo sia da ricercare tra Francia e Italia.
  2. La versione di Antonio Socci è non solo la prima in italiano a riportare nel terzo membro della citazione la lezione “altri ancora li infligge”, ma la prima in assoluto, poiché Maximilien-Marie du Sacré Cœur scrive il 22 febbraio 2016, e dunque è anteriore a Linus Clovis ma non ad Antonio Socci: prima di costoro nessuno sembra aver citato la frase in codesta forma (a prescindere dall’attribuzione).
  3. La lezione di Luigi Villa – il quale purtroppo è deceduto e dunque non può essere interpellato – è una fedele versione francese della lezione di Giovanni Cittadini (la quale pure appare priva di un puntuale riferimento alla fonte): è certamente possibile che Villa abbia mutuato direttamente da Cittadini, il cui testo resta al momento l’ipotesi Ω più solida.

Allo stato attuale dei dati, dunque, lo stemma che emerge si descrive così:

  1. Cittadini riporta la citazione nella forma senza il verbo “infliggere”, e l’attribuisce a Pallotti senza ulteriormente precisare la fonte.
  2. Villa porta la citazione e l’attribuzione in àmbito francofono.
  3. Si attesta una certa tradizione conforme a Villa, soprattutto in Francia (e in contesti sedevacantisti).
  4. A partire dal 2011 si attesta per la prima volta la lezione col verbo “infliggere” nel terzo membro della citazione e con attribuzione a Vincenzo di Lérins. Questo in Socci. Donde due ipotesi inevitabili:
    1. o c’è almeno un apografo intermedio a noi non pervenuto, nel/nei quale/quali si operi almeno una delle due variazioni;
    2. oppure entrambe (quella nel testo e quella nell’attribuzione) sono opera diretta di Antonio Socci.
  5. Dal 2011 in qua le due lezioni testuali e le due attribuzioni si mescolano variamente, secondo linee genealogiche a discendere (che dunque non sono interessanti quoad nos).

Qui l’articolo originale apparso su Breviarium