Li riconosci per la strada, i camminatori solitari: passo spedito, nevrotico, schivano ostacoli, soli. Poi c'è una specie di Compagnia dell'Anello: stanchi, disordinati, felici di stare insieme e che il passo altrui spezzi il ritmo di marcia; sono un padre, una madre e i loro figli.
Un giorno un frate, che era stato missionario in Africa per tanti anni, mentre facevamo una passeggiata insieme, mi disse: “C’è un proverbio africano che dice: il passo di un altro ti spezza”.
Cosa voleva significare quel proverbio?
Beh, io l’ho interpretato così: che se cammini con qualcuno e cerchi di andare al passo e alla velocità dell’altro, entrambi vi stancherete. Infatti uno dei due sarà costretto a camminare ad una velocità maggiore e l’altro, magari, dovrà rallentare.
Questo proverbio, dunque, parla di una realtà tecnica, oserei dire muscolare; ma la sua valenza morale sembra – non so come sia potuto accadere – essere diventata uno stile di vita del nostro mondo occidentale.
“Una farfalla batte le ali a Pechino e a New York arriva la pioggia” dicono i sostenitori della teoria del Caos.
“Un giorno un vecchio africano che si era stancato di camminare col suo nipotino in un villaggio del Kenya inventa un proverbio…e toh…l’occidente diventa individualista”dico io.
Ed eccoci qui, in Occidente, in Italia per la precisione. Quanta gente che per paura di essere spezzata dal passo di un altro, preferisce camminare sola. E li vedi questi passeggiatori solitari.
Alcuni scattanti, nevroticamente scattanti…altri lenti, terribilmente lenti. Ma entrambi soli. Terribilmente soli e, spesso, nevrotizzati.