Nella veglia con i giovani della GMG Papa Francesco prende in prestito il linguaggio dei social per descrivere il ruolo della Madre di Gesùdi Andrea Tornielli – Panama
Francesco non usa il computer né lo smartphone, ma spesso quando parla ai giovani cerca di annunciare il Vangelo usando il linguaggio dei nativi digitali. Così è stato anche durante la veglia della Giornata Mondiale della Gioventù al Metro Park di Panama, di fronte ad oltre mezzo milione di ragazzi. Il Papa ha spiegato che la vita donata da Cristo a chi lo segue non è una salvezza appesa a un cloud, né un’applicazione scaricabile. E ha ricordato che l’incarnazione, dunque la redenzione, sono state rese possibili dal “sì” di una ragazza di Nazaret, che «non compariva nelle “reti sociali” dell’epoca, non era una influencer, però senza volerlo né cercarlo è diventata la donna che ha avuto la maggiore influenza nella storia». Maria, la “influencer” di Dio, l’ha chiamata Francesco. Una ragazza che con poche parole ha saputo dire “sì” e confidare nelle promesse di Dio, «unica forza capace di fare nuove tutte le cose».
Si manifesta così, ancora una volta, il capovolgimento totale delle logiche umane e mondane. Dio, l’Onnipotente, che si fa piccolo come un bambino del tutto bisognoso delle cure di un padre e di una madre come ciascuno di noi è stato. Si è manifestato nell’umiltà e nel nascondimento, lontano dai radar della storia, in un lembo periferico dell’impero romano. Dio si è incarnato grazie a una ragazza nata e cresciuta in un piccolo villaggio, lontano dai flussi della grande storia. E senza volerlo né cercarlo, Lei che non era una influencer ha influenzato la storia umana come nessun’altra creatura ha fatto e farà. È la straordinaria grandezza di chi è piccolo, la potenza di chi è debole e fragile. Nell’immagine di Maria, influencer senza averlo mai cercato, è racchiuso un insegnamento prezioso per i nostri tempi ammalati di virtualità, protagonismo, smania di apparire. Chi davvero influenza la storia è chi accoglie e custodisce il Vangelo e nel nascondimento la fa crescere, cosciente del suo essere piccolo e peccatore, e confidando soltanto nell’aiuto della grazia di Dio.
Come Maria, gli influencer della storia sono quei padri e madri di famiglia che con la loro testimonianza quotidiana hanno trasmesso la fede cristiana ai loro figli e ai loro vicini. Sono quei giovani che si spendono con gratuità manifestando compassione e vicinanza agli ultimi e agli scartati. Sono quei preti che trascorrono ore nel confessionale, accogliendo e versando il balsamo della misericordia sulle ferite e sui drammi di tante donne e uomini del nostro tempo. C’è un bilancio della storia della Chiesa che non potrà mai essere fatto, perché non potremo mai sapere quanti drammi sono stati evitati, quante violenze sono state scongiurate, quante fratture sono state ricomposte, quante vite salvate, grazie agli umili influencer di Dio che cambiano la storia senza mettersi in mostra, considerandosi servi inutili. Disposti persino a versare il proprio sangue nel loro “sì” a Dio, come ha fatto san Oscar Romero. Il suo sangue era presente sul palco della veglia al Metro Park in un brandello della camicia che indossava quando venne assassinato sull’altare.