27 morti nell’Isola di Jolo: esplosioni durante la santa messa. Si pensa ad un’azione di uno dei gruppi di fondamentalisti presenti sull’isola
E’ di 27 morti tra civili e militari, l’ultimo bilancio delle vittime dell’attentato alla cattedrale dell’isola di Jolo, nel sud delle Filippine. Centinaia di persone sono rimaste ferite (Ansa, 26 gennaio).
Le due esplosioni
Due le esplosioni nella chiesa affollata di fedeli che seguivano la santa messa. La prima è avvenuta all’interno della chiesa, ed è stata seguita da una seconda esplosione nel parcheggio mentre le forze governative, intervenuto sul luogo, rispondevano all’attacco degli uomini armati, ha detto il portavoce militare regionale, il tenente colonnello Gerry Besana.
Terrorismo
Le foto diffuse dalla polizia regionale hanno mostrato detriti sparsi vicino all’ingresso della chiesa e un camion militare danneggiato. «Il movente è sicuramente il terrorismo: sono persone che non vogliono la pace», ha detto Besana (La Repubblica, 26 gennaio).
Nessuno ha finora rivendicato il doppio attacco terrorista.

Il referendum e i fondamentalisti
Da anni, Jolo è stata al centro di molti attacchi, rapimenti e decapitazioni per la presenza di militanti di Abu Sayyaf, un gruppo terrorista, un tempo ispirato ad Al Qaeda.
L’attacco di oggi, avviene proprio a poche ore dal referendum sulla regione autonoma musulmana di Bangsamoro. Il voto si è concluso con la vittoria per l’autonomia. Essa dovrebbe porre fine a quasi 50 anni di conflitti fra l’esercito e gruppi islamici separatisti ribelli. Ma sebbene molti musulmani abbiano appoggiato l’esito del referendum, la provincia di Sulu e Jolo lo hanno rifiutato.
Il Moro Islamic Liberation Front
Secondo analisti, il referendum va molto a vantaggio del Milf (Moro Islamic Liberation Front), ma vi sono altri gruppi di ribelli e fondamentalisti che si vedono esclusi dai benefici dell’autonomia (Asianews, 26 gennaio).