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Com’è viaggiare in aereo con Papa Francesco?

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Xavier Le Normand - i.Media per Aleteia - pubblicato il 25/01/19

Il Pontefice è atterrato il 23 gennaio a Panama per partecipare alla GMG. Aleteia era presente sul volo e ve lo racconta...

Quando il leader della Chiesa cattolica si sposta fuori dall’Italia, è sempre accompagnato da un gruppo di una settantina di giornalisti di tutto il mondo, che hanno l’opportunità di vivere il viaggio apostolico più vicino al Papa e di vedere gli eventi con la sua stessa prospettiva.

Per questo 26º viaggo all’estero la destinazione è stata Panama, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG). Visto che nessuno vuole che Papa Francesco aspetti senza motivo, i giornalisti vengono convocati all’aeroporto di Roma quattro ore prima del momento previsto per la partenza, ovvero verso le 5.00. Per seguire un viaggio apostolico bisogna quindi svegliarsi (molto) presto e aspettare molto tempo.

Per fortuna, il traffico sul tragitto verso l’aeroporto a quell’ora è quasi inesistente, e quindi non è necessario affrettarsi troppo. Bisogna poi sottoporsi ai controlli di sicurezza – sistematici in qualsiasi volo con il Papa – e incontrare gli altri giornalisti. Nonostante la levataccia è un momento caratterizzato sempre da una certa euforia per la gioia di vivere insieme quegli eventi.

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Alle 8.20 precise ci si imbarca. La hostess verifica le carte d’imbarco e le custodisce con i passaporti. Sarà per assicurarsi che non si perdano o per evitare che un giornalista lasci tutto a metà del viaggio? Sia come sia, il giornalista non potrà recuperare il documento prima del volo di ritorno a Roma, alla fine del viaggio. In cambio riceve un documento di accreditamento emesso dagli organizzatori locali della visita, grazie al quale è facile spostarsi nei luoghi che accoglieranno il Sommo Pontefice.

Un quarto d’ora dopo tutti i giornalisti sono a bordo. I cameramen approfittano per montare i loro strumenti, e i giornalisti radiofonici accendono i registratori. In questo momento, gli assistenti di volo distribuiscono il progetto del viaggio e il menù. Verso le 9.30 Papa Francesco sale sull’aereo. Il suo arrivo è molto discreto, e i giornalisti non si rendono conto che è lì finché non vedono l’aereo muoversi.

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“Sua Santità, cari membri della comitiva pontificia, cari giornalisti…” Il pilota dà il benvenuto ai passeggeri e indica che è pronto al decollo. Mentre gli schermi trasmettono le abituali indicazioni di sicurezza, l’apparecchio accelera sulla pista. Poco dopo si alza. Il Papa è partito alla volta di Panama.

Ricordo di un giornalista scomparso

Quando il Papa è a bordo, le compagnie aeree vogliono offrire i loro servizi migliori. Dopo neanche mezz’ora di viaggio viene servita una ricca colazione, che si consuma rapidamente perché all’attuale guida della Chiesa cattolica piace salutare i giornalisti poco dopo la partenza. Un funzionario vaticano fa le prove del suono: “Prova, uno, due, prova, uno, due”.

In cabina c’è agitazione, e si aprono le tende che separano le varie classi. Sono le 11.00 e appare Papa Francesco. Com’è sua abitudine, ringrazia i giornalisti per il loro lavoro, e anche se spiega in poche parole il senso del suo viaggio preferisce iniziare ricordando un giornalista scomparso di recente, un corrispondente storico in Vaticano dell’agenzia di stampa russa TASS. Visibilmente addolorato, il Pontefice invita i giornalisti a raccogliersi in silenzio insieme a lui. Dopo qualche istante inizia un Padre Nostro, alla cui recita si uniscono tutti i presenti.

Il successore di Pietro prende allora il microfono e inizia a salutare i 70 giornalisti. Doni, preghiere, selfie, chiacchiere… ciascuno aveva preparato questo momento. Bisogna dire che il fatto di riuscire a scambiare liberamente qualche parola con il Pontefice è piuttosto raro. Anche se si può parlare in libertà, tutti sono ovviamente più attenti alle parole del Papa, come quando dice che andrà in Giappone “a novembre”, o quando risponde scherzando di non essere sicuro di essere vivo nel febbraio 2020. I saluti durano quasi un’ora.

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Queste dichiarazioni sono lungi dall’essere poco significative. I giornalisti stabiliscono di aspettare qualche ora prima di pubblicarle. Più che una gara si vive un’atmosfera cordiale di cooperazione tra i rappresentanti della stampa a bordo. È deciso, queste parole potranno essere pubblicate dalle 13.00 ora di Roma. Ciascuno si mette all’opera per scrivere i propri articoli e trasmettere le informazioni ai colleghi rimasti in ufficio. La debole connessione WiFi dell’aereo vacilla di fronte al gran numero di connessioni. Bisogna provare varie volte per comunicare le notizie.

Una volta trasmesse, il lavoro non è certo terminato. Bisogna approfittare delle lunghe ore di volo restanti per preparare gli articoli futuri, che verranno pubblicati in base allo sviluppo della GMG. Il volo è anche l’occasione per conoscere gli altri giornalisti, soprattutto quelli che vengono da Panama e per i quali sarà probabilmente l’unico viaggio della vita insieme al Papa. Poco dopo viene servito un pranzo ben al di sopra delle norme abituali delle compagnie aeree. In questo momento alcuni continuano a lottare con il WiFi per trasmettere le novità che hanno già fatto il giro del mondo. Nel frattempo, le parole di Papa Francesco sul suo viaggio in Giappone sono state stemperate dal Vaticano: il viaggio è solo in fase di studio. Una smentita a metà del tutto simbolica, concordiamo a bordo.

Reportage dall’aereo papale

Il volo da Roma a Panama è lungo. Mentre alcuni guardano un film sul loro schermo personale, altri cercano di dormire un po’ e altri ancora vanno sul fondo dell’aereo, dove vengono serviti loro panini, bevande e dolci. Parlando dei viaggi papali, i giornalisti scherzano sulle stesse cose che dicono i politici sulle campagne elettorali: bisogna approfittare di ogni momento disponibile per dormire, mangiare e andare al bagno. E anche se il volo è lungo, una volta a destinazione sarà una corsa ininterrotta fino al ritorno a Roma.

Dopo una pausa riprende l’attività. I giornalisti televisivi si lanciano nella realizzazione di un reportage a bordo dell’aereo. Davanti alle loro telecamere percorrono i corridoi laterali dell’apparecchio e recitano sorridendo il loro testo. Una volta, due volte, tre… ottenere buone inquadrature a 10.000 metri di altezza è una sfida che richiede molti tentativi. Altri non hanno la fortuna di disporre di un collega con la telecamera che lo aiuti e lo registri, e quindi si accontentano di usare il proprio smartphone installato su un’asta per selfie.

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A meno di due ore dall’arrivo all’aeroporto di Panama, ai presenti viene offerto un terzo pasto. Anche se la compagnia aerea lo definisce snack, si tratta di un’autentica cena. Il tempo di assaporarla ed è già il momento di prepararsi per atterrare a Panama. Alcuni danno gli ultimi ritocchi al loro articolo, altri preparano i loro dispositivi fotografici. L’aereo sorvola il famoso canale, e dopo quasi 12 ore e mezza di volo, tocca il suolo panamense. Il 26° viaggio apostolico di Papa Francesco può cominciare.

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Il Presidente panamense e la moglie salutano il Papa al suo arrivo.

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