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Sapete chi è lo studioso della Madonna che ha ispirato il pensiero del Papa?

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Facebook Fra Emiliano Antenucci

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 24/01/19

La mariologia di Papa Francesco è legata ad un abate cistercense vissuto nel Medioevo

C’è uno studioso della Madonna a cui Papa Francesco si è ispirato fin da giovane. E’ un beato dell’ordine cistercense e teologo medievale, abate del piccolo monastero di Stella, alla periferia di Poitiers, in Francia.

Isacco Della Stella – questo il suo nome – visse nel XII secolo, all’incirca tra il 1100 e il 1170. Il Papa ha studiato e approfondito il suo pensiero, e ha voluto che fosse presente in alcuni dei principali documenti del suo pontificato, dall’Evangelii Gaudium all’Instrumentum Laboris (n. 25) del Sinodo.

Isacco della stella
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Ma perché Bergoglio è così legato a Isacco Della Stella? Cosa sosteneva di così speciale questo mariologo vissuto nel Medioevo?

Della Stella, in sostanza, ha messo in relazione la Chiesa, la Madonna, e tutti noi fedeli. Questa sua riflessione ha affascinato da sempre Bergoglio, come riporta Padre Awi Mello in “È mia madre – Incontri con Maria” (edizioni Città Nuove), libro-intervista con il Papa.

Le 3 eredità di Cristo

«Nelle Scritture divinamente ispirate – sostiene Isacco Della Stella – (…). eredità del Signore in modo universale è la Chiesa, in modo speciale è Maria, in modo particolare ogni anima fedele».

«Nel tabernacolo del grembo di Maria Cristo dimorò nove mesi; nel tabernacolo della fede della Chiesa (Cristo dimora ndr) sino alla fine del mondo; nella conoscenza e nell’amore dell’anima fedele (Cristo dimorerà ndr) per l’eternità» (Isacco Della Stella, Serm. 51: PL 194, 1862-1863.1865).




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La triplice unione

Il pensiero dell’abate cistercense aiuta a capire come si possano unire – e come effettivamente la Chiesa abbia unito nella sua riflessione – Maria, la Chiesa e l’animo di ogni fedele. Il teologo medievale contempla queste tre realtà – Maria, la Chiesa e l’animo umano – profondamente unite.

Figli biologici e adottivi

Nella sua teologia, parte dall’idea che «Cristo è l’unico figlio del Padre» e «in Lui, Dio è nostro Padre».

Siamo «figli nel Figlio»; c’è un figlio biologico e molti figli (noi) adottivi. Allo stesso modo, possiamo affermare che «Cristo è l’unico figlio di sua Madre»; quindi «per mezzo di Cristo, Maria è anche Madre nostra».

Se Cristo è per natura, in pienezza e per generazione, Figlio del Padre e Figlio di Maria; noi lo siamo per associazione, per partecipazione, per adozione.


Maria Salus Populi Romani, Ternura e Silêncio

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“Madri di Cristo” e “Vergini di Cristo”

A partire da questa teologia di fondo, si può capire la riflessione di Isacco della Stella su Maria e la Chiesa (cf. Gambero 2005, p. 175).

Così come c’è «un Figlio e molti figli», c’è anche «una Madre e molte madri, una Vergine e molte vergini». Noi, i fedeli, siamo chiamati, nella Chiesa, a essere «madri di Cristo», concependo Cristo nel nostro cuore e nella nostra anima, e «vergini di Cristo», manifestando il nostro amore e la nostra totale adesione a Lui, secondo la nostra vocazione.

Maria

La Chiesa e l’animo umano sono vergini quando si mantengono fedeli a Dio. Però, continua a riflettere l’abate cistercense, non diventiamo madri e vergini di Cristo senza Maria, perché è in lei che troviamo quell’unione. Per questo non dobbiamo solo imitarla, ma vivere in unione con lei. Lei è l’inizio di tale unione, perché Maria e la Chiesa hanno la stessa missione: dare alla luce Cristo come madre e amarlo come vergine.


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La “triade” di Francesco

Partendo da questo ragionamento, Isacco della Stella, così come altri autori cristiani, considera che i testi delle Scritture riferiti a Maria possano essere applicati alla Chiesa e viceversa. Ciò che si dice in un senso universale (generale) sulla Madre Chiesa, si può dire in un senso speciale sulla Madre Maria. Seguendo la stessa linea di ragionamento, l’abate cistercense parla anche di una triade che sarebbe piaciuta molto a papa Francesco: quello che si dice di Maria in un senso speciale (la sua santità, verginità, maternità, collaborazione, gloria…) si può dire della Chiesa in un senso generale (universale) e di noi (di ogni “anima fedele”) in un senso particolare.

In altre parole, nella sua teologia mariana, Isacco della Stella traccia un parallelismo tripartito tra la Chiesa, Maria e l’animo fedele, e lavora con la distinzione tra ciò che è universale, speciale e particolare.


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