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Una chiesa italiana ospita i resti di un santo che uccise un drago… e anche del drago stesso!

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Daniel R. Esparza - pubblicato il 24/01/19
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Sappiamo poco della vita di San Donato, ma le leggende abbondanoLa città toscana di Arezzo ha dato i natali al teorico musicale medievale Guido D’Arezzo (ritenuto l’inventore della moderna notazione musicale) e anche a un santo che ha ucciso un drago, anche se non è famoso come San Giorgio: San Donato d’Arezzo.

La storia di San Donato è raccontata da molte fonti, ma la maggior parte di queste è di dubbia affidabilità. Già nel VI secolo Papa Gregorio Magno conosceva un racconto agiografico delle gesta di San Donato. Un’altra fonte, probabilmente la più famosa, è quella di Severino, vescovo di Arezzo, per il quale Donato morì martire. Altre fonti dichiarano che fu anche vescovo della sua città natale e confessore della fede.

Severino sostiene che Donato e l’imperatore romano Giuliano l’Apostata erano amici d’infanzia e avevano studiato insieme sotto la direzione di un sacerdote cristiano di nome Pimenio (San Pier Damiani si riferisce a questa amicizia in uno dei suoi Sermoni). Secondo la stessa fonte, Giuliano fu il responsabile dell’esecuzione dei genitori di Donato, di Pimenio e dello stesso Donato.

Prima di morire martire, però (almeno secondo l’agiografia di Severino), Donato compì molti miracoli. Non solo riportava in vita le persone e ridiede la vista a una giovane donna, ma uccise anche un drago che aveva avvelenato un pozzo.

I resti sia di San Donato che del “drago” che uccise (molto probabilmente le costole di un grande mammifero) vennero portati nella chiesa di Santa Maria e San Donato sull’isola di Murano nel XII secolo dalla Grecia bizantina.

Santa Maria e San Donato; dragon

Lacey Jo|Flickr|CC BY-NC-ND 2.0

Chiesa di Santa Maria e San Donato. Le "ossa del drago" si troovano dietro l'altare.