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Spiritualità
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Perché le orecchie sono due (e non una sola)?

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Alain Noël - pubblicato il 21/01/19

La maniera in cui siamo configurati da Dio creatore è in sé stesso un insegnamento spirituale che portiamo iscritto nella nostra carne. Il posto dei nostri organi e le loro specifiche configurazioni ci dicono qualcosa della nostra vocazione e dunque della maniera di comportarci nella vita quotidiana. Dopo aver parlato della bocca e della lingua, vediamo qualcosa sulle orecchie.

Il fatto di avere due orecchie può dirci il perché di una sola bocca… perché le parole che escono dalla bocca necessitano di discernimento. E non se ne fa mai abbastanza. Non dimentichiamo il consiglio che ci dà Gesù – lui, la Parola di Dio! –: «Fate attenzione al modo in cui ascoltate» (Lc 8, 18). Questo consiglio è dato dopo la parabola del seminatore, nella quale Gesù ci mostra che una parola è un seme. Dunque una parola, se l’accogliamo, germoglierà e porterà un frutto che coltiveremo.

Le orecchie, una porta d’ingresso

Ora,

non v’illudete: non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quel che avrà seminato.

Gal 6, 7

Si tratta dunque di discernere il tipo di seme che faremo germogliare nei nostri cuori. Per questo due orecchie sono necessarie perché sono le porte d’ingresso del seme. Non dimentichiamo quel che ci dice san Paolo: «La fede viene dall’ascolto» (Rom 10, 17). Ora, se la fede viene dall’ascolto l’odio, la collera, la violenza possono anch’esse venire per quel medesimo accesso: le nostre orecchie! Dio, dotandoci di due orecchie, ci dice implicitamente: «Ascolta attentamente e discerni, poi rigetta quel che è male e conserva quel che è bene». E per testare il buon funzionamento delle nostre orecchie Dio c’invia un messaggio sonoro mediante la bocca di Mosè:

Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio; il Signore è l’unico. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do ti stiano fissi nel cuore.

Deut 6, 4-6

Ascoltare prima di parlare

Ecco la taratura che permette di discernere la natura delle parole che lasceremo entrare nel nostro cuore. Tutto quello che entra dalle nostre orecchie e non ci porta a un maggiore amore di Dio e del nostro prossimo dev’essere rigettato, altrimenti si fa grande il rischio che germinino nel nostro cuore frutti mortali. La sapienza popolare – meno male che c’è! – ci indica come fare mentre riguardo alle parole cattive o futili ci consiglia: «Entri da un orecchio e dall’altro esca». Ci è utile per capire che il Signore ha collocato le nostre orecchie una di fronte all’altra perché il cammino da percorrere sia il più breve possibile e che, più vicine al cervello, quelle parole possano essere vagliate dall’intelligenza prima di essere evacuate o inoltrate al cuore. Anzi, dotandoci di due orecchie il Signore ci mostra che è più importante ascoltare che parlare. Se seguissimo questo consiglio “anatomico”… quanti conflitti, incomprensioni, odii, non avrebbero mai visto la luce! Se avremo questa igiene di vita, allora potremo dormire “fra due guanciali”.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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