L’apparizione della Santa Vergine da cui il 17 gennaio 1871 sono stati privilegiati i bambini di Pontmain mostra come la purezza del cuore sia indispensabile all’unione intima con Dio. La prossimità dei bambini al Cielo rivela l’incredibile potenza della loro preghiera.
Gennaio 1871: la Francia è schiacciata dalla Germania. Da sei mesi l’esercito francese si rivela incapace di respingere l’invasore prussiano. Parigi è assediata dal 19 settembre; l’armata nemica ha invaso tutto il nord del Paese, dal Jura alla Normandia. La situazione militare della Francia è catastrofica. La sua situazione politica non è affatto migliore, poiché il Secondo Impero è stato rovesciato il 4 settembre ed è stato necessario improvvisare d’urgenza un nuovo regime politico. Il governo provvisorio francese si rifugia a Bordeaux mentre il re di Prussia di installa a Versailles.
Nel mese di gennaio, l’esercito prussiano è alle porte di Laval, a 50 chilometri da Pontmain (Mayenne). Nel borgo regna l’angoscia: gli abitanti temono un’invasione ma hanno paura anche per i giovani paesani coscritti nell’esercito da settembre, dei quali non hanno più notizie.
Anche se non videro, gli adulti credettero immediatamente
Il 17 gennaio, nel tardo pomeriggio, due bambini – Eugène e Joseph Barbedette – sono nella stalla di casa con il loro padre, mentre lo aiutano a stipare il ginestrone per la mangiatoia del bestiame. Sono circa le 17:30 quando Eugène approfitta di una pausa nel lavoro per uscire sulla soglia. È in quel momento che vede nel cielo, al di sopra dalla facciata di casa, una “Bella Signora” che tende le braccia in un gesto di accoglienza e che gli sorride. È abbigliata con un vestito blu tempestato di stelle. Sulla sua testa, un velo nero è sormontato da una corona d’oro. L’apparizione si iscrive in mezzo a un triangolo formato da tre grosse stelle particolarmente brillanti. Suo fratello Joseph la vede anche lui, ma il padre non vede niente. Diverse persone si raccolgono allora per strada: la Signora Barbedette, le suore della scuola che vengono con diversi piccoli collegiali e il signor Parroco, tra gli altri.
Come accade spesso, solo i bambini vedono l’apparizione. Sottolineiamo però che gli adulti, anche se non videro, credettero immediatamente. In questo, la loro semplicità d’animo ha dovuto rallegrare la Vergine Maria. Cosa c’è di più commovente che immaginare quel gruppetto di una quindicina di persone – parroco e religiose in testa – intonare cantici in una strada di paese, durante una notte innevata e gelida? Durante il rosario, sul volto della Vergine scoppia la gioia; il numero delle stelle sulla sua veste non cessa di crescere, come se rappresentassero i meriti accumulati dalla recita di ogni Ave Maria. Rosario, litanie e canti si avvicendano. Sotto ai piedi della Vergine, appare progressivamente un vessillo con la seguente iscrizione: «Pregate, figlie miei, Dio vi esaudirà in poco tempo: mio Figlio si lascia toccare». Il parroco fa allora intonare un cantico adatto a quei giorni così oscuri: «Madre della speranza / il cui nome è così dolce, / proteggete la nostra Francia, / pregate, pregate per noi…».
Verso le 20:30 il parroco fa recitare la preghiera della sera. Un velo bianco appare allora ai piedi della Vergine e sale lentamente, nascondendola progressivamente fino alla fine della preghiera – quando tutto scompare. L’apparizione è durata circa tre ore e mezza.
L’indomani, 18 gennaio, le truppe francesi sferrano guidano l’assalto nei sobborghi di Laval e riescono a stoppare l’avanzata dei tedeschi, i quali battono in ritirata abbandonando sul campo più di cento morti (contro una trentina da parte francese). Questi scontri segnano la fine delle operazioni militari nella Francia occidentale. Dopo l’armistizio, firmato il 26 gennaio, i trentotto giovani del paese di Pontmain coscritti nell’esercito ritornano tutti sani e salvi.
L’interesse che la Vergine nutre per la vita terrena
Il 2 febbraio 1872, dopo inchiesta e processo canonico, mons. Wicart, vescovo di Laval, riconosce ufficialmente l’apparizione di Pontmain. Qualche mese più tardi cominciò la costruzione della basilica. L’affluenza dei pellegrini a Pontmain è stata rapida. Oggi circa 250mila pellegrini l’anno si recano nel piccolo borgo dove si può supplicare la Vergine Maria, come quella sera, di proteggere sempre la Francia. Il processo di beatificazione del parroco Michel Guérin è stato aperto nel 2013.
L’apparizione della Santa Vergine Maria di cui sono stati gratificati i bambini di Pontmain ci mostra una volta di più che la purezza di cuore è indispensabile all’unione intima con Dio. Questa prossimità dei bambini col cielo rivela l’incredibile potenza della loro preghiera. Spetta a noi trasmettere loro questo meraviglioso messaggio perché comprendano la forza della pietà. D’altro canto, quest’apparizione manifesta pure il potente interesse che la Vergine porta per le nostre tribolazioni terrene. Quest’apparizione è la risposta a un’inquietudine molto umana e materiale: la paura del nemico che rischia d’invadere e di distruggere il paesino, e più globalmente l’angoscia di vedere vinto il Paese. In ogni circostanza, ricordiamoci che la Vergine Maria è pronta ad aiutarci per la preservazione dei nostri beni di prima necessità, delle nostre famiglie e del nostro Paese, se sappiamo chiederglielo con fede ardente.
Dall’infanzia è appassionato di storia medievale e arte gotica: l’autore della canzone “Jésus” ha rivelato in un’intervista al quotidiano La Croix che entrare in una cattedrale o in una chiesetta, ascoltarvi i canti, lo trasforma interiormente.
A fronte delle situazioni della vita, il cantante francese prega Gesù e Maria tutti i giorni e in silenzio. La sua preghiera preferita è quella “del cuore”: «Signore Gesù, abbi pietà di me». Ma prega «anche la Vergine, senza dimenticare le preghiere spontanee scritte da lui, che ripete da lunghi anni».
Stilista, creatore, designer, Jean-Charles de Castelbajac coniuga con originalità tutte le arti nelle sue opere. La sua ispirazione viene spesso dall’educazione cattolica ricevuta. Disegna angeli sulle mura di Parigi, crea casule per la GMG di Parigi del 1997 e per Giovanni Paolo II.
Nel 2011 crea una mise per la Vergine nel quadro dell’esposizione “Icona di moda” al Musée des Tissus di Lione, consacrata alla storia del vestiario della Vergine Maria, additata per l’occasione a icona di moda. Le creazioni del grande artista evocano spesso la preghiera. Fedele al suo desiderio di restare “in contatto con il sacro”, rivela al quotidiano La Croix che «una parte della sua ispirazione viene in particolare dalla simbolica dei colori nel sacro».
A 83 anni Brigitte Bardot, icona del cinema francese e ambasciatrice della causa animalista, racconta la sua relazione particolare con la Vergine Maria. È quel che scrive in un libro che assomiglia a un testamento, Larmes du Combat [Lacrime della battaglia].
Riceve un’educazione religiosa delle più classiche: catechismo, comunione e studi dalle suore. I suoi genitori sono sempre stati dei ferventi praticanti. Eppure la figlia si sarebbe tenuta a distanza dalla fede costruendosi un credo tutto suo. Comunque dice che la trascendenza è presente in lei, specialmente nel suo rapporto con la Santa Vergine: «Dialogo con lei come nella vera vita […]. La Santa Vergine mi sostiene da molto tempo. È una presenza intima e benevola», scrive.
Il celebre tenore italiano ha testimoniato più volte pubblicamente la sua fede in Dio. Nello scorso novembre ha postato una foto sul suo account Instagram in cui posa col rosario attorno al collo. Il commento era: «La fede è un dono, io ringrazio il Cielo di averlo ricevuto».
Su questa foto Andrea Bocelli sembra mostrare che il rosario è la preghiera del suo cuore, cosa che conferma nel suo ultimo album, “Sì”, uscito nello scorso dicembre con la magnifica interpretazione dell’“Ave Maria pietas”.
La celebre cantante dalle centinaia di milioni di album venduti nel mondo non ha mai celato la propria fede cattolica, né la devozione alla Vergine Maria.
Alla vigilia del 15 agosto 2017 gli abitanti di Saint-Tropez la vedono entrare nella chiesa di Notre Dame de l’Assomption per preparavi un’esibizione a sorpresa nella messa del 15 agosto. «Come sapete sono molto cattolica. Quindi ho approfittato di una vacanza qui per visitare Notre Dame de l’Assomption. Non mi sono potuta trattenere dal cantare un po’ di Händel e il mio Santa Maria. È stato bellissimo», ha dicharato al quotidiano locale Var Matin.
Cresciuto nella fede cattolica, il leggendario leader del gruppo The Police non è più praticante, ma resta profondamente attaccato alla fede. Noto in tutto il mondo per le sue numerosissime hit, il cantante si è confidato al National Catholic Register, una rivista cattolica americana, sul suo rapporto con la fede cattolica.
Vi ha raccontato la “vertigine cosmica” che sente di fronte al “concetto di eternità”. Eppure sottolinea che il suo «cammino spirituale è la musica». Nel novembre 2009, durante un concerto nella cattedrale di Durham, in Inghilterra, l’artista ha mirabilmente interpretato l’inno alla Vergine Maria “There is no rose of such virtue”. Quel canto, che risale al XV secolo, ci è pervenuto grazie al “Trinity Carol Roll”, il più antico manoscritto inglese di musica polifonica che si sia conservato. In quell’occasione Sting ha suonato il liuto per riprodurre il più possibile da vicino lo spirito dell’antico inno, riferito al prossimo e medio Oriente, lì dove comincia la storia del cristianesimo.
La creazione musicale di questa leggenda americana del rock è schiettamente influenzata dalla sua ricerca dello spirituale e dalla Bibbia. Da bambino il “Boss” fu cresciuto in una fervente fede cattolica.
«La mia famiglia viveva a due passi dalla chiesa cattolica e dal convento e dalla scuola delle religiose di Santa Rosa da Lima. Sono cresciuto letteralmente circondato da Dio», ha detto un giorno al pubblico venuto ad assistere a uno dei suoi concerti. Con l’album “Devils & Dust”, e in particolare con la canzone “Jesus was an Only”, uscito nel 2005, Springsteen ritrova un’autentica ispirazione religiosa. Parla di Maria, madre di Gesù, quella che cammina al fianco di suo figlio «sulla via dove sgocciolava il suo sangue».
Questo cantautore è pure il creatore della commedia musicale “Jésus, de Nazareth à Jérusalem” [Gesù, da Nazaret a Gerusalemme]. È lui che ha composto la colonna sonora di questo affresco che racconta i tre ultimi anni della vita di Cristo. Gesù, all’epoca trentenne, viene a farsi battezzare nel Giordano, quando Giovanni il Battista rivela che lui è il Messia.
Lo spettacolo ripercorre in seguito la vita conosciuta di Cristo, fino alla sua crocifissione. Obispo, per il quale «non c’è niente di più meraviglioso della Bibbia», dichiara che con quello spettacolo ha cercato di far conoscere al grande pubblico le figure di Gesù e di Maria. «Abbiamo un Gesù meraviglioso, abbiamo una Maria superba», dice al settimanale cattolico “L’invisible”. Per mettere in scena la Passione di Cristo, Pascal Obispo compone una canzone sconvolgente nella sua sobrietà: “L’addio”, quello di Maria che piange le sofferenze del figlio sul Golgotha.
Prima di diventare la principessa Grace di Monaco, fu l’immensa attrice celebrata da Hollywood. Tutto comincia per lei negli Stati Uniti, lontano dal Principato. Terza di una famiglia di quattro figli, cresciuta in un contesto agiato, Grace viene educata nel convento delle Dame dell’Assunzione di Philadelphia.
Educata “prussianamente” da sua madre, nell’austerità e nel culto del sacrificio, conserva della sua educazione una fede fervente e le maniere di una giovane di buona società. Non stupisce quindi che il giorno del suo matrimonio col principe Raniero di Monaco, il 20 aprile 1956, abbia deposto il suo bouquet ai piedi di una statua della Santa Vergine, dove ha sostato un momento in preghiera.
È lui che ha interpretato il ruolo di Gesù in “La passione di Cristo” di Mel Gibson. In un’intervista concessa al sito di attualità polacco “W polityce”, l’attore americano condivide la propria devozione a Maria. Vi si trova, dice, «l’essenza della sua fede».
Fa proprio il motto di Giovanni Paolo II improntato all’atto di consacrazione a Maria di San Luigi-Maria Grignon de Monfort, “totus tuus”. «La mia relazione con Gesù si fa grazie alla Vergine Maria. A Lei sono assolutamente devoto», confida.
Nel 2013 usciva un album di preghiere “Arielle Dombasle by Era”: l’attrice e cantante francese scatenava allora folgori e saette da parte di certi credenti.
In un’intervista concessa a “Paris Match” non esita a chiedere scusa a quelli che la sua immagine talvolta sopra le righe ha potuto scioccare. Eppure spiega il suo sincero legame con la Vergine Maria: «Ma sinceramente… che cos’ho fatto a parte venire a cantare un’“Ave Maria” in una chiesa consacrata alla Vergine Maria e girarvi qualche scena con fede, rispetto e speranza? La Vergine Maria è sempre ai miei occhi una figura fondante. Seguo i precetti di Cristo, amo i Vangeli. Ho sempre ammirato i santi, le figure femminili come Ildegarda di Bingen, Teresa d’Avila, Juana Inés de la Cruz… tutte quelle che hanno cercato di cambiare il mondo con la loro fede…».
Attore di teatro e di cinema, scrittore, Michael Lonsdale condivide da molto tempo, con profondità e poesia, il proprio attaccamento alla Vergine Maria. A più riprese ha dato testimonianza della sua fede cristiana, come nella sua ultima opera, “Belle et douce Marie” [Bella e dolce Maria].
«Amo dire l’Ave Maria in ogni circostanza, è una preghiera breve che ci eleva. Posso dirla a casa, nei mezzi pubblici, sulla scena, anche mentre un altro attore mi risponde. Il mio rapporto con Maria è molto interiore, molto segreto. La sera prima di addormentarmi mi metto sotto la sua protezione, sento la sua benevolenza, il suo amore», scrive nel suo libro.
[Traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]