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Pensi che la preghiera sia inutile? Sbagli! Ha il potere di “alzare chi è steso”

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 16/01/19

Ha cioè il potere di ridonare un protagonismo a chi si trova solo a subire la vita e ciò che gli sta accadendo. Perché, in fondo, la preghiera non è risolvere un problema ma non far più comandare quel problema su di noi.

E, usciti dalla sinagoga, si recarono subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e, trovatolo, gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. (Mc 1,29-39)

“La suocera di Simone era a letto con la febbre; ed essi subito gliene parlarono; egli, avvicinatosi, la prese per la mano e la fece alzare; la febbre la lasciò ed ella si mise a servirli”. A chi dice che la preghiera non serve a nulla dovrebbe rileggersi questa pagina del vangelo. La preghiera, specie quella d’intercessione, ha un potere immenso. Ha il potere di “alzare chi è steso”. Ha cioè il potere di ridonare un protagonismo a chi si trova solo a subire la vita e ciò che gli sta accadendo. Perché, in fondo, la preghiera non è risolvere un problema ma non far più comandare quel problema su di noi. La suocera di Pietro si sarà certamente ammalata di qualche altra febbre, e di qualcosa sarà anche morta, ma la cosa che conta è che l’incontro con Cristo le ha donato una posizione nuova, un protagonismo nuovo, una libertà di mettersi a servire con ciò che è e con ciò che gli sarà capitato invece di subire e basta. Ma è proprio la guarigione/conversione di questa donna che crea la fila davanti alla porta: “Poi, fattosi sera, quando il sole fu tramontato, gli condussero tutti i malati e gli indemoniati; tutta la città era radunata alla porta”. Solo così si spiegano le file fuori dai confessionali (quando si trova qualcuno disposto a confessare). Solo così si spiega la silenziosa folla di persone che riempie le chiese dove si fa adorazione perpetua, in cui apparentemente non c’è nient’altro che la Sua sacramentale presenza in un pezzo di pane. Ovunque c’è Lui, e si ha fede che Lui ci sia, questo muove le folle. Perché tutti cerchiamo di essere guariti/convertiti alla maniera della suocera di Pietro. “Poi, la mattina, mentre era ancora notte, Gesù si alzò, uscì e se ne andò in un luogo deserto; e là pregava. Simone e quelli che erano con lui si misero a cercarlo; e, trovatolo, gli dissero: «Tutti ti cercano»”. Si, Signore mio, ha ragione Simone “Tutti ti cercano”. Ma che cos’è la preghiera se non cercarti continuamente? Che cos’è la preghiera se non sperare di trovarti mentre ti cerchiamo? (Mc 1,29-39)

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