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Un assassinio, una madre e un figlio di immigrati. Una storia di perdono e di accoglienza

MOLLIE TIBBETS

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Jaime Septién - pubblicato il 09/01/19

Una famiglia statunitense ha saputo trasformare il dolore per la morte della figlia in perdono, amore e bontà

Laura Calderwood, 55 anni, che vive a Brooklyn, nell’Iowa (Stati Uniti), ha accettato che Ulises Félix (17), figlio di immigrati messicani, vivesse a casa sua, per mediazione di uno dei suoi tre figli, Scott.

La storia potrebbe sembrare particolare già solo per il fatto che Laura è una statunitense dai capelli biondi mentre Ulises è scuro, figlio di immigrati irregolari provenienti dallo Stato messicano di Durango, compagno di scuola e della squadra locale di basket di Scott, il figlio minore di Laura.

Ma la particolarità del caso non è questa. Il fatto sorprendente – che Juan Manuel Cotelo avrebbe voluto registrare nella sua saga del perdono del film El Mayor Regalo – è che Laura è la madre di Mollie Tibbets (20) e Ulises viveva molto vicino – nella stessa fattoria – a Cristhian Bahena Rivera (24), l’assassino di Mollie.

La tragedia

Il 18 luglio scorso Mollie è uscita a fare jogging. Il suo corpo è stato ritrovato il 21 agosto in un campo di grano a vari chilometri da Brooklyn, in stato di totale putrefazione.

La polizia ha scoperto l’assassino grazie alle telecamere di vigilanza che lo hanno registrato mentre si aggirava intorno a Mollie in una strada di campagna ai confini della cittadina. Bahena Rivera, originario di El Guayabillo, nello Stato messicano di Guerrero, lavorava da vari anni nella fattoria Yarrabee Farms e viveva nella roulotte vicina a quella della famiglia di Ulises. Ha anche avuto una figlia con sua cugina.




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Sapendo dell’assassinio e che l’omicida era un immigrato illegale, i lavoratori messicani della Yarrabee Farms sono fuggiti. Tra loro, i genitori di Ulises. Sapevano che i sentimenti anti-immigrati li avrebbero avuti come bersaglio. I genitori di Ulises sono andati in Illinois, e il ragazzo è rimasto da solo.

Qualche giorno dopo il ritrovamento del cadavere di Mollie, uccisa a pugnalate, Ulises ha ricevuto una telefonata da Scott Tibbets, fratello della ragazza, perché andasse a vivere a casa sua. Laura lo ha accettato.

Non tutti hanno compreso il gesto

Dopo la morte di Mollie, migliaia di lettere hanno inondato la casa di Laura a Brooklyn. Molte sostenevano il muro per fermare gli immigrati alla frontiera. Il governatore dell’Iowa, la repubblicana Kim Reynolds, ha chiamato Laura e ha pianto con lei, ma poi ha parlato di un sistema migratorio spezzato.

Il Presidente Trump ha usato l’assassinio di Mollie per inasprire il suo discorso contro l’immigrazione illegale, facendo di questo caso un modello di ciò che i clandestini stanno provocando negli Stati Uniti.




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Laura, però, ha reagito in modo diverso, mettendosi a disposizione perché Ulises finisca gli studi, giochi a basket e riceva la protezione di una figura femminile in sostituzione alla madre, come aveva fatto sua madre prendendosi cura di Bahena Rivera.

Laura ha perso Mollie ma ha guadagnato un altro figlio. Separata dal marito Rob, è rimasta sola con il figlio Scott. Ora ha anche Ulises, che chiama affettuosamente “Uli”. All’ora di cena, a volte, parlano di Mollie e della fattoria. E di Bahena. È il modo di Laura per esercitare il perdono. Senza dimenticare.

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