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Papa Francesco: pregare con insistenza, nessuna preghiera resterà inascoltata

POPE AUDIENCE

Antoine Mekary | ALETEIA | I.Media

Vatican News - pubblicato il 09/01/19

Pregare è fin da ora la vittoria sulla solitudine e sulla disperazione. E’ uno dei passaggi forti della catechesi del Papa all'udienza generale, dedicata al Padre Nostro, preghiera al centro di questo ciclo di catechesi

Essere certi che Dio risponderà alle nostre preghiere, che nessuna rimarrà inascoltata e per questo Gesù invita a pregare con insistenza. Lo ricorda il Papa, stamani, nella catechesi all’udienza generale, che riflette sul brano del vangelo di Luca (Lc 11,9-13) che inizia con le parole di Gesù: “Chiedete e vi sarà dato”. Filo rosso della sua riflessione è, dunque, la preghiera che – assicura il Papa – trasforma la realtà o il nostro cuore, con il dono dello Spirito Santo. Pertanto, “pregare è fin da ora la vittoria sulla solitudine e sulla disperazione”. Alla fine della vita, infatti, c’è un Padre che ci aspetta con le braccia spalancate.

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E consola sapere che Gesù prega “per me”, per ognuno di noi, perché la nostra fede non venga meno” e “ancora lo fa, davanti al Padre”.Gesù è, infatti, “soprattutto un orante” come si vede da diversi episodi evangelici: dalla trasfigurazione al Battesimo nel Giordano fino alla morte, tanto da pregare fino alla fine. Tutta la vita di Gesù è immersa in un’atmosfera di pregherà, dice il Papa. Una preghiera che pare attutire le emozioni più violente e i desideri di vendetta e “riconcilia l’uomo con questa nemica, che è la morte”.

Come fece uno dei suoi discepoli, anche noi possiamo chiedere al Signore di insegnarci a pregare. La prima parte di questo insegnamento di Gesù è proprio il Padre Nostro nel quale il cristiano si rivolge a Dio “chiamandola anzitutto Padre”:

“Padre”: quella parola tanto bella da dire. Noi possiamo stare il tempo di preghiera con quella parola soltanto: “Padre”. E sentire che abbiamo un padre: non un padrone né un patrigno. No: un padre. Padre.

Il Papa si sofferma, poi, su alcuni atteggiamenti del credente che prega. C’è la Parabola dell’amico inopportuno. “Con questo vuole insegnarci a pregare e a insistere nella preghiera”, sottolinea il Papa. Un altro esempio è quello di un padre che ha un figlio affamato.

Tutti voi, padri e nonni, che siete qui, quando il figlio o il nipotino chiede qualcosa, ha fame, e chiede e chiede, poi piange, sgrida, ha fame: «Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce?» (v. 11). E tutti voi avete l’esperienza quando il figlio chiede, voi date da mangiare quello che chiede, per il bene di lui. Con queste parole Gesù fa capire che Dio risponde sempre, che nessuna preghiera resterà inascoltata, perché? Perché che Lui è Padre, e non dimentica i suoi figli che soffrono.




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Si tratta di affermazione che possono, però, mettere in crisi perché tante volte sembra che le preghiere “non ottengano alcun risultato”:

Quante volte abbiamo chiesto e non ottenuto – ne abbiamo l’esperienza tutti – quante volte abbiamo bussato e trovato una porta chiusa? Gesù ci raccomanda, in quei momenti, di insistere e di non darci per vinti. La preghiera trasforma sempre la realtà, sempre. La preghiera trasforma, sempre. Trasforma la realtà. Se non cambiano le cose attorno a noi, almeno cambiamo noi, cambia il nostro cuore.Gesù ha promesso il dono dello Spirito Santo ad ogni uomo e a ogni donna che prega.

E il Papa prosegue esortando ad avere la certezza “che Dio risponderà”. “L’unica incertezza è dovuta ai tempi, ma non dubitiamo che Lui risponderà. Magari ci toccherà insistere per tutta la vita, ma Lui risponderà”, ribadisce il Papa. Non c’è nulla di più certo: il desiderio di felicità che tutti portiamo nel cuore un giorno si compirà. E Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui e  quello sarà un giorno di gloria e di risurrezione

La preghiera cambia la realtà, non dimentichiamolo. O cambia le cose o cambia il nostro cuore, ma sempre cambia, sempre cambia. Pregare è fin da ora la vittoria sulla solitudine e sulla disperazione. È come vedere ogni frammento del creato che brulica nel torpore di una storia di cui a volte non afferriamo il perché. Ma è in movimento, è in cammino, e alla fine di ogni strada, cosa c’è alla fine della nostra strada? Alla fine della preghiera, alla fine di un tempo in cui stiamo pregando, alla fine della vita: cosa c’è? C’è un Padre che aspetta tutto e aspetta tutti con le braccia spalancate. Guardiamo questo Padre. Grazie.

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