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«Cogli gli ultimi momenti di un anno e capirai come si è vissuto».

CHILDREN SCHOOL

Africa Studio I Shutterstock

Don Fortunato Di Noto - pubblicato il 31/12/18

«Cogli gli ultimi momenti di un anno e capirai come si è vissuto». E’ una considerazione che applico ogni anno per comprendere e continuare la vita impegnata nell’annuncio del Vangelo e a servizio nell’amore per i piccoli e i poveri, per il creato e le creature nelle loro fragilità e fecondità nella speranza.

Tantissimi sono gli screenshot conservati come scatti di vita che sostengono le gambe vacillanti nei sentieri tortuosi, nelle paure e nelle angosce, nella tenerezza e negli abbracci, nei sorrisi e nei dubbi messi a tacere. Tra le luci che rischiarano tenebre e oscurità che vogliono prendere il sopravvento e che trascinano la bellezza della vita; questi incontri vanno oltre la negazione della stessa.

Perciò non posso non condividere solo tre istantanee, potrei raccontarne tante, ma sono le ultime che vissute a fine anno e, sono certo, accompagneranno l’anno che verrà.

1° incontro. Quando ho la possibilità e il tempo, vado a fare colazione al bar. Fatto molto marginale, ma quando accade si incontrano persone, scambi un saluto, incoraggi e sei incoraggiato da qualcuno. Ti offrono la colazione (che ringraziando, ciò che mi viene offerto è riofferto. Piccoli gesti di scambi di bontà!). Due coppie, tre bambini. Il saluto della coppia che conoscevo, altrettanto l’altra. Una carezza ai bambini. Una confidenza: sono tre fratellini che sono stati adottati. Due a una coppia, una all’altra. Una grande commozione e un “grazie e vi benedico”. Un atto grande d’amore. Amare i figli degli altri che per varie ragioni hanno abbandonato alla sorte e alla provvidenza dell’amore. Un papà mi diceva che ‘suo figlio’ mi dice sempre ‘grazie. Per ogni cosa’. Sempre grazie, perché è vero: l’amore è gratis, generosamente spontaneo. Unico ed estremamente concreto. Amare e basta! Un grande dono, una grande vita.

2° incontro. Ogni anno alla Vigilia del Natale, da qualche tempo, con le famiglie di Meter e i bambini ci incontriamo. La celebrazione della S. Messa, la convivialità, semplice e autentica, la statuetta sorteggiata di Gesù attorniato di bambini. Una consuetudine attesa e tanto apprezzata. Un piccolo gesto che racchiude il significato della missione della associazione: lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite. La statuetta richiama e sospinge il nostro impegno. Quest’anno abbiamo avuto qualche famiglia del Centro polivalente per l’infanzia e l’adolescenza che accoglie bambini con varie problematiche e disagio, anche dello spettro autistico. Avevo pensato di regalare un Bambino Gesù ad una bambina, ma pensai per rispetto degli altri bambini di fare un sorteggio. Non so se chiamarlo un ‘miracolo’, un segno che nasce dalla fede. Il biglietto estratto, dallo stesso papà della piccola, fu quello della sua figliola. Un brivido di gioia ha pervaso tutti. Una grande emozione: quel Bambinello era per Lei. Ed è vero: il dono, non è un regalo.

3° incontro. Non possiamo restare indifferenti davanti al dolore di chi ha perso i propri bambini, in maniera tragica e violenza. Incontrare i genitori di Francesco Ferreri, 12 anni, a Barrafranca. Lo uccisero nel 2005 a colpi di sprangate dopo averlo abusato, molestato, vessato. Una tragedia immane. Come aver sentito Domenica Guardato, la mamma di Chicca, uccisa, dopo le violenze sessuali, scaraventandola dal terrazzo del palazzo. A Caivano. Una atroce vicenda. Averle incontrato e sentito – non elenco tutti gli altri, sopravvissuti alle violenze subite e gli abusi che li hanno lacerati, sono stati altri momenti corroborati di tanta speranza che va oltre la morte e la rassegnazione.

Non sono eventi senza significato: tutti nella e con la speranza che sconfigge la rassegnazione, il buoi e le tenebre e ci rimanda nella gioia e nella luce per cogliere che la vita è splendida se vissuta per gli altri e con gli altri: in Lui, datore di vita e non di morte. Lui in Vivente, sempre con noi. Papa Francesco diceva che: «Il cristiano è un uomo o una donna che sa vivere nel momento e che sa vivere nel tempo. Il momento è quello che noi abbiamo in mano adesso: ma questo non è il tempo, questo passa!». «La virtù per guardare il tempo deve essere data, regalata dal Signore: è la speranza! Preghiera e discernimento per il momento; speranza per il tempo».

Continueremo in quest’opera, perché di questo c’è bisogno, oltre le parole.

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