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5 donne esemplari del 2018

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Annalisa Teggi - pubblicato il 31/12/18

Cinque sfumature di vocazioni quotidiane e straordinarie in cui si riflettono le storie di tutti noi, tra lavoro e famiglia, malattia e difesa della vita, fede

Non è una classifica, né un concorso a premi. Può essere un’occasione per fare memoria di cosa ha attraversato la nostra vita in quest’anno che volge al termine: possiamo guardare 5 volti e riconoscere in loro ferite, occasioni, impegni e attese che urgono nel vissuto di tutti noi.

A onor del vero, noi di Aleteia For Her abbiamo incontrato e raccontato nel corso del 2018 molte donne che, insieme, compongono un ritratto ben diverso da quello che si guadagna copertine o riflettori a suon di hashtag ben congegnati come #metoo. Siamo felici di poter dire con assoluta certezza che nel tessuto connettivo del quotidiano ci sono presenze di ordinaria grandezza, segugi di bellezza e solidarietà, candele di speranza e tenacia, voci di fede e opera.

Dalla famiglia, al lavoro; innanzitutto.  Gabriella Gambino che fa parte del nuovo Dicastero per i Laici, la Famiglia, la Vita ci ha ricordato in quali declinazioni la figura femminile porta il suo contributo alla Chiesa: “la nostra capacità di comunione, di vicinanza all’essere umano, di ascolto, ma più di ogni altra cosa, penso al tema della maternità. […] Così la donna, con il suo essere nella Chiesa, può mostrare all’uomo contemporaneo, chiuso nel suo razionalismo e individualismo autoreferenziale, che all’origine della sua vita c’è il grande amore del Padre per ciascuno di noi”. Da famiglie che mettono al centro della propria vita l’amore gratuito di Dio nascono veri e propri miracoli di accoglienza; ce ne hanno dato viva prova mamma Graziella e poi mamma Michela e anche mamma Chiara.

Oltre gli schemi del tema stereoptipato di donne e lavoro, Suor Anne Lecù ci ha donato lo sguardo della misericordia come esperienza possibile anche nel luogo dove l’umano pare essere al capolinea, il carcere.

Dalla malattia, alla difesa della vita; siamo grate di aver dato voce a storie di accoglienza e fiducia nei piani sempre imprevisti e mirati della Provvidenza. La donna, ben lungi dall’essere solo quella figura che reclama di fare ciò che vuol del proprio corpo, si dimostra assai più spesso quella collaboratrice zelante della Vita, amabile soprattutto quando si manifesta nei sui risvolti più fragili e bisognosi di accudimento, tutela, compagnia. Le ferite fanno passare scampoli di luce, come ci ha testimoniato Giovanna Bonazzi uno dei tanti esempi di tutte le famiglie che si fanno carico con amore indicibile di figli disabili e trovano vie creative alla pura e semplice lamentela. Sembra darle man forte, all’altro capo del mondo, cioé in Cina, Wei Mingying che ha vegliato per dodici anni il figlio in coma. Agli occhi strettamente meritocratici del mondo, preferiamo queste braccia che custodiscono l’unicità di chi c’è, perché c’è.

Dall’educazione, alla fede. Nel campo grande e spinoso della realtà i nostri figli, e chiunque a dire il vero, hanno bisogno di vedere il bene incarnarsi in qualcosa di incontrabile e sperimentabile. Ci sono poi parti del mondo dove la presenza del messaggio cristiano è combattuta a morte, ma può fare la differenza. Una caso tra i molti possibili, la Nigeria ci ha restituito storie increbili di coraggio e intraprendenza tutte al femminile: Rebecca Bitrus, sequestrata da Boko Haram e torturata non ha abiurato, Eseosa dall’Italia è ritornata nel suo paese africano di origine per costruire una casa per Dio dove ospitare orfani.

Qui, a casa nostra, non meno intraprendenti si sono dimostrate Eugenia Carfora la preside di Caivano che lotta contro la dispersione scolastica andando al bar a prendere i suoi studenti e Suor Edoarda che ha addirittura affrontato le pistole per dare un’educazione ai più piccoli.

Abbiamo riassunto queste doti di accoglienza, speranza, intraprendenza, creatività e coraggio in cinque ritratti femminile che hanno contraddistinto questo 2018. Sono cinque sfumature di vocazione che hanno in comune la fortezza, quella virtù che non è una prepotenza invandente, bensì un solido vigore che costruisce anche se resta invisibile, ma sa mostrare il ruggito del leone in casi estremi.

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