Proviamo a custodire uno spazio di ammirazione, per guardare il Cielo e imparare ad arrendersi. L' arrendevolezza di chi non ha la presunzione di controllare tutto.
Se si sia studiata filosofia o meno, il titolo riporterà la nostra memoria a una frase simile riconducibile a Kant, “il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me”. Non una citazione qualunque, bensì proprio il suo epitaffio. “Due cose riempono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto piú spesso e piú a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me”, così spiegava il filosofo tedesco. Ripescare gli argomenti di filosofia non è molto semplice, ma una volta che l’hai incontrata non te ne liberi facilmente. Dopo che si è sedimentata in fondo al tuo pensiero è rimasta lì, senza muoversi, ma non è sparita.
Il capitolo Kant al liceo era diventato un tunnel senza fine, visto che ci eravamo sforzati di capirlo per un quadrimestre intero. E oggi questa frase oltre che farmi sorridere perché mi ricorda le lezioni di filosofia che adoravo, risveglia in me quell’angolo di pensiero dove è rimasta ferma la filosofia, senza muoversi, così che io oggi possa ritrovarla lì ad aspettarmi.
Di fronte a un bicchiere di vino parlavamo delle paure, dei dubbi, delle bellezze e degli effetti speciali che solo la vita sa mostrarci. Sembrava non scorrere il tempo e i nostri occhi non guardavano un punto fisso, ma si rivolgevano un po’ a destra, un po’ a sinistra e poi leggermente all’insù. Parlavamo così rapidamente e senza sosta che tutto il tavolo si era rivolto verso di noi. “Forse è il caso di fermarci, ne riparleremo”. Ma oramai una frase aveva toccato un punto dentro di me molto vicino allo spazio dove si era sedimentata lei, la filosofia. “Quando sono in volo di notte ho paura e non riesco a dormire, allora osservo dal finestrino quel cielo nel quale sono immersa e solo lì e mi sembra di poter controllare quel cielo stellato che a volte sento essere tutto dentro di me”.