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Spiritualità
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La vera terra promessa? il volto di Gesù!

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© Musées du Capitole.

Il Pinturicchio, Bambino Gesù, fragment de l’Investiture divine d’Alexandre VI, Pérouse, Fondation Guglielmo Giordano.

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 24/12/18

Il vero luogo dove ogni uomo può sperimentare la condizione di libertà.

Zaccaria, suo padre, fu pieno di Spirito Santo, e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi una salvezza potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva promesso
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati,
grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio,
per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge
per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra della morte
e dirigere i nostri passi sulla via della pace». (Lc 1,67-79)

A poche ore dalla nascita di Gesù, la liturgia ci prepara attraverso le parole di Zaccaria. Sono le parole di un uomo giusto ma incredulo che ha ritrovato la parola davanti all’esperienza della paternità. È la nascita di suo figlio Giovanni, il precursore di Cristo, che scioglie in lui il nodo del dubbio, dell’incredulità, dello spavento. E mentre scrive che “Giovanni è il suo nome”, dalla sua bocca, quasi in maniera incontenibile vengono fuori parole profetiche e strabordanti di gioia: «Benedetto sia il Signore, il Dio d’Israele, perché ha visitato e riscattato il suo popolo, e ci ha suscitato un potente Salvatore nella casa di Davide suo servo, come aveva promesso da tempo per bocca dei suoi profeti; uno che ci salverà dai nostri nemici e dalle mani di tutti quelli che ci odiano». Zaccaria dice ad alta voce che quello che stiamo per celebrare tra poche ore altro non è che il compimento di tutte le attese, di tutte le profezie, di tutto quello che per secoli il popolo ha atteso. Dio, tra poche ore, non sarà più una promessa, ma sarà finalmente Qualcuno da incontrare. La terra che aveva promesso al popolo liberato dalla schiavitù dell’Egitto, sta per diventare tra poche ore visibile. Non è la geografia di un posto ma di un volto. È il volto di Gesù la vera terra promessa, il vero luogo dove ogni uomo può sperimentare la condizione di libertà. “Per i quali l’Aurora dall’alto ci visiterà per risplendere su quelli che giacciono in tenebre e in ombra di morte, per guidare i nostri passi verso la via della pace”. Come il sole che arriva dopo una lunga notte, così è la venuta di Gesù nella storia del mondo e nella storia di ogni uomo. La fede è l’alba di un mattino dopo una lunga notte.E al chiarore di quella luce tutto diventa visibile, tutto diventa carico di significato. Incontrare la fede significa incontrare questa luce nel volto di un bambino di nome Gesù, nato in una grotta di fortuna in una notte fonda di più di duemila anni fa, nella debolezza e nella povertà. (Lc 1,67-79)

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