Dal XX secolo la sua figura è stata associata a quella di Babbo NataleIl 6 dicembre la Chiesa celebra la festa di uno dei santi più popolari e amati di tutta la cristianità. San Nicola è venerato sia nella Chiesa cattolica che in quella ortodossa e nella Comunione anglicana. È il santo patrono della Russia, dei bambini e dei ladri (presumibilmente redenti!), solo per citarne qualcuno, e varie città lo reclamano come proprio.
Myra o Bari?
Si può facilmente notare che San Nicola viene identificato come “San Nicola di Myra” o “San Nicola di Bari”. In un’epoca in cui i cognomi erano ancora poco comuni a meno che non si appartenesse a una nobile famiglia romana, le persone erano spesso note per il loro luogo d’origine, che differenziava vari individui con lo stesso nome. Abbiamo così San Cirillo d’Alessandria e San Cirillo di Gerusalemme, San Gregorio Nazianzeno e San Gregorio di Nissa. Spesso il luogo indicato nel nome non era quello della città d’origine, ma quello della città di cui era la persona era vescovo. Ad esempio, Sant’Ireneo di Lione, anche se era vescovo di una delle capitali gemelle della Gallia, era originario dell’Asia Minore.
E allora perché San Nicola ha la doppia designazione? Le due città sono una il luogo di nascita e un’altra quella che guidava come vescovo? No!
San Nicola naque a Parara, in Licia, in Asia Minore, ma in seguito venne nominato vescovo di Myra, una città nella stessa provincia. Una fonte del VI secolo infatti di “Nicola di Myra in Licia” come uno dei partecipanti al Concilio di Nicea del 325. Myra, allora, è la città di cui era vescovo, ma Bari?
Non è il luogo in cui è nato, ma quello in cui è sepolto.
Già all’inizio del Medioevo, Bari era una delle città più importanti della penisola italiana, e per questo era l’obiettivo di varie grandi potenze che la circondavano. Nell’arco di 200 anni, il controllo della città passò da un califfato musulmano all’Impero bizantino e poi al nobile normanno Roberto il Guiscardo. Nel 1087 un gruppo di normanni nobili e mercanti di Bari visitò Myra e il monastero in cui erano conservate le reliquie di San Nicola. Visto che era il patrono dei marinai e dei viaggiatori, vollero portare con sé le sue ossa. Anche se non impiegarono i mezzi più cristiani allo scopo, custodirono le reliquie del santo, portandole a Bari.
Qui il culto nei suoi confronti si diffuse. Fu costruita una basilica in suo onore, e la devozione nei suoi confronti divenne così legata alla città che questa venne unita al suo nome, motivo per il quale esistono tanti riferimenti a “San Nicola di Bari”.
Ma qual era l’aspetto di San Nicola?
Negli ultimi anni, dei ricercatori di Liverpool sono riusciti a ricostruire il volto del vescovo del IV secolo usando la tecnologia moderna. Quando, negli anni Cinquanta del Novecento, la cripta in cui è sepolto San Nicola è stata oggetto di restauro, le ossa del santo sono state analizzate da un team di professori. Sono state effettuate migliaia di misurazioni, e sono state scattate fotografie a raggi x del suo teschio e delle ossa, poi archiviate per studi futuri.
Nel 2004, la professoressa Caroline Wilkinson dell’Università di Manchester ha utilizzato la tecnologia ricostruttiva per visualizzare l’aspetto di San Nicola sulla base dei dati raccolti in precedenza. Le sue scoperte sono state aggiornate nel 2014, e secondo la BBC quest’ultima immagine “era basata su ‘tutto il materiale storico e scheletrico’ disponibile” e ha usato “gli standard anatomici più aggiornati”.
La ricostruzione è stata effettuata dall’Università di Dundee e dalla Liverpool John Moores University.
In base alle scoperte, San Nicola è stata descritto come “un uomo greco che viveva in Asia Minore, di circa 60 anni, di 1,67 centimetri, con la mascella sporgente e il naso rotto”.
Un aspetto ancor più affascinante è il fatto che il volto di San Nicola è molto simile alle prime icone che lo ritraggono. Non ci credete? Scorrete la galleria fotografica!