Nel luogo dove Gesù è nato una grave carenza idrica affligge molte famiglie; poter fare il bucato e lavarsi è il dono più gradito e possibile grazie all'opera dei francescani.
Poter fare una doccia calda, fare il bucato, cucinare e lavare le stoviglie sono azioni che molto spesso compiamo in modo automatico senza riflettere su quanto, in molte parti del mondo, siano privilegi di cui solo pochi possono godere.
Betlemme è uno di questi luoghi meno fortunati. Osservando la distesa di case che si estende a partire dalla Basilica della Natività, lo sguardo non può che soffermarsi sulle centinaia di taniche che, tra le croci dei campanili, spuntano sui tetti: sono grandi cisterne di colore nero o bianco che gli abitanti usano per conservare l’acqua in modo da poterla consumare in momenti difficili.
La mancanza di acqua affligge Betlemme con estrema frequenza, i dati delle organizzazioni internazionali e della PWA (Palestinian Water Autority) sono allarmanti: un sistema idrico vecchio, con danni alle tubature, non sempre garantisce acqua pulita e potabile, e l’acqua corrente raggiunge le case solamente 20 giorni al mese circa, nel periodo restante le taniche sui tetti sono uno strumento indispensabile per far fronte al disagio.