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Maria non è un’adultera: così l’angelo ammonitore del Natale fugò i dubbi a San Giuseppe

SAINT JOSEPH'S DREAM

Daniele Crespi (1598–1630)

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 20/12/18

Gli apparve mentre dormiva. E gli impose il nome del figlio. La ricostruzione dei fatti nel Vangelo di Matteo

Apparirà quattro volte l’angelo a San Giuseppe, ma è nella prima apparizione che gli annuncerà la gravidanza di Maria per opera dello Spirito Santo.

L’angelo che si manifesta è Gabriele, e parla a San Giuseppe mentre questi è dormiente.

In “Gli Angeli della Natività” (Sugarco edizioni) di Don Marcello Stanzione, riporta le parole di quell’incontro, e ne spiega il significato.

4 ragioni

Vi sono diversi ragioni del perché l’angelo parlò a Giuseppe in sogno, e non mentre vegliava.

La prima è che Giuseppe era così prudente e pieno di stima per la santissima Vergine, che non fu necessario persuaderlo con dei mezzi più forti per convincerlo della dignità di Maria e del mistero dell’incarnazione: le ispirazioni divine penetrano più sottilmente e più facilmente nei cuori ben disposti.

La seconda è che il suo turbamento era cominciato dai sensi, ed era giusto, perciò, che fossero come mortificati e privati della visione angelica, poiché avevano dato accesso alla sfiducia o al sospetto.


SAINT JOSEPH

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“Sozzura spirituale”

La terza è che benché Giuseppe non commettesse alcun peccato in queste circostanze, avendo sospeso il suo giudizio, i suoi sensi contrassero comunque una specie di sozzura spirituale: bisognava dunque che l’angelo facesse la sua ambasciata in un tempo in cui i sensi, che erano stati scandalizzati, fossero, per così dire, interdetti.

Vi è, infine, una ragione ben più generale: tale fu la volontà del Signore, che è giusta, santa e perfetta in tutte le sue opere.

La profezia di Isaia

San Giuseppe non vide, comunque, l’angelo con le specie immaginarie: egli ne udì solamente la voce e ciò gli bastò per conoscere il mistero dell’incarnazione del Verbo.

Egli sentì quello che l’angelo gli diceva, ossia che non temesse di prendere con sé la sua sposa, Maria, perché il suo stato era opera dell’intervento dello Spirito Santo. Che lei avrebbe messo al mondo un figlio, a cui egli avrebbe dato il nome di Gesù: sarà lui a liberare il suo popolo dai suoi peccati e in questo mistero si sarebbe compiuta la profezia di Isaia, che dice: «Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi» (Mt 1,23).


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Umiltà

San Giuseppe rese grazie a Dio per il mistero che gli era stato rivelato e per averlo fatto sposo di Maria.

Il dubbio e il turbamento che ebbe Giuseppe gettarono in lui le fondamenta di una profondissima umiltà. Il ricordo di quello che era accaduto, gli servì di istruzione durante tutta la vita.

Le parole dell’arcangelo

Ma come l’arcangelo convince Giuseppe? Ascoltiamo e ammiriamo con quale sapienza egli parla: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa» (Mt 1,20).

L’angelo menziona dapprima Davide, da cui il Messia doveva nascere; e così calma di colpo tutti i suoi timori, facendogli tornare alla mente, citando il nome di uno dei suoi antenati, la promessa che Dio aveva fatto a tutto il popolo giudeo.


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Una potenziale adultera

Non solo, ma spiega anche perché lo chiama «figlio di Davide», aggiungendo le parole «non temere». Dio, attraverso l’angelo, parla con infinita dolcezza: il «non temere» sta ad indicare che Giuseppe temeva di offendere Dio tenendo presso di sé una potenziale adultera.

L’angelo, cioè, vuol provare, e lo prova a sufficienza, che egli viene da parte di Dio e, dopo aver pronunciato il nome della Vergine, aggiunge «tua sposa», poiché questo titolo mai si sarebbe dato a un’adultera.

“Fidanzata”, non “sposa”

Il termine «sposa» qui sta, ovviamente, per «fidanzata». «Prendere Maria» non indica altro che Giuseppe prenda Maria nella sua casa, dicendogli in sostanza che è Dio che gliela dona, non già i suoi genitori.

Egli gliela dona non per i soliti scopi del matrimonio, ma soltanto perché dimori con lui, unendola a Giuseppe per mezzo dell’angelo stesso che gli parla. Maria è ora affidata a Giuseppe.




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L’imposizione del nome Gesù

«Essa partorirà un figlio – continua Gabriele – e tu lo chiamerai Gesù» (Mt 1,21). Infatti, gli spiega l’arcangelo, sebbene questo fanciullo sia stato concepito dallo Spirito Santo, non credere per questo di essere dispensato dal prendertene cura e dal servirlo in ogni cosa. Sebbene tu sia estraneo al concepimento e sebbene Maria sia rimasta perfettamente vergine, tuttavia io ti do il compito di un padre: il compito, cioè, di dare il nome al neonato. Sarai tu, infatti, che gli imporrai il nome e, sebbene egli non sia tuo figlio, tu gli dimostrerai l’affetto proprio di un padre.

Ascoltiamo con quanta precisione Gabriele gli parla: «Partorirà», egli dice; non dice: partorirà da te, ma dice genericamente che partorirà, in quanto la Vergine non ha partorito Gesù Cristo con Giuseppe e per Giuseppe, ma per tutti gli uomini.




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