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Movimento per la Vita “Chiara Corbella” di Monopoli, la presidente: mai mostrato quel video

SCUOLA, CLASSE, STUDENTI

Shutterstock

Paola Belletti - pubblicato il 17/12/18

Le notizie che circolano in rete sono false: il ciclo di incontri programmato con i ragazzi di 4° e 5° è servito per parlare di vita e per portare la vita, non per sottoporre giovani inermi a immagini violente. Il video incriminato è il famoso documentario del 1984, L'urlo silenzioso. Datato ma sempre vero.

Ci siamo imbattuti, come molti altri frequentatori del web e social media nell’articolo dell’Huffington Post del 14 dicembre scorso dal titolo corredato di indignati superlativi:

Scene di aborti proiettate in classe, studenti sconvolti. La denuncia del M5s: “Fatto gravissimo”

(HuffingtonPost)

E allora, vista la preoccupazione dichiarata nel testo di voler trattare di questi argomenti con la giusta delicatezza che si deve riservare ai minori, abbiamo deciso che, oltre alla delicatezza, ci interessa usare il criterio della verità. Sia quando raccontiamo ai ragazzi cosa succede se un rapporto sessuale innesca un concepimento, sia quando certo giornalismo fa passare per fatti gravissimi cose che innanzitutto non sono successe nei termini descritti. Mi spiace farlo, perché ho una naturale antipatia per gli ordini di scuderia del mainstream, come quello che ci impone di parlare di fake news e con un certo isterismo. Ma questo è proprio il caso. E’ una fake news. Ma a scatenarla, invece, è proprio la presenza di una verità per la quale pare che la cultura contemporanea non disponga degli enzimi necessari a fargliela digerire.

Siccome Facebook è diventato largo come il web stesso, ho cercato subito la pagina del MPV di Monopoli. Primo post? Il video che è stato veramente proiettato nelle classi quarte e quinte del polo liceale Galileo Galilei dalla presidente della sede locale, Grazia Satalino.

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Abbiamo deciso di contattarla e di darle la possibilità di raccontare i fatti, quelli veramente accaduti e dei quali è responsabile in prima persona. Vi anticipo le conclusioni: sono assai diversi da quelli che le vengono imputati come capi d’accusa. Ma andiamo con ordine.

Buongiorno Grazia, noi di Aleteia For Her vogliamo conoscere e far conoscere la verità dei fatti. Ci racconta cosa è successo prima della pubblicazione di alcuni articoli sui media?

Allora, vi racconto i fatti nella loro nuda essenzialità. Sono stata invitata dal docente di religione ad incontrare i ragazzi di quarta in seguito al messaggio del Santo Padre del 10 ottobre. Durante l’udienza generale del mercoledì nella sua catechesi è tornato a parlare della dignità di ogni vita e dell’aborto come di una pratica omicida nella quale si paga un sicario per fare fuori uno “scomodo”. In virtù di questa dichiarazione questo docente, un sacerdote, ha ritenuto utile proporre ai ragazzi delle sue classi alcuni incontri informativi. E ha contattato noi, del Movimento per la Vita di Monopoli. Ha richiesto questa mia presenza nella scuola per le classi quarte e quinte del polo liceale Galileo Galilei.


POPE FRANCIS GENERAL AUDIENCE

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Quanto sono durati gli incontri, quante ore avete impegnato con ogni classe?

Ho a disposizione materiale didattico e informativo che uso sempre negli incontri, quando mi invitano in parrocchia o ai corsi per fidanzati. La presentazione in tutto impegna circa due ore. Parlo della vita e delle attività che il nostro movimento realizza sul territorio. Per esempio la Culla per la vita , per consentire di lasciare un figlio che non si può crescere in perfetta sicurezza e anonimato, o il Giardino dei bimbi mai nati per offrire degna sepoltura ai bambini abortiti spontaneamente e per procurato aborto. A febbraio scorso abbiamo potuto salvare un bimbo proprio grazie proprio alla Culla per la vita, presso il Convento S.Francesco di Paola e la comunità tutta ha apprezzato e sostenuto queste nostre iniziative. Comunque in merito agli incontri alla scuola superiore: prima di fissare le date ho chiesto esplicitamente al docente che mi invitava se fosse necessario da regolamento scolastico inoltrare una richiesta formale al dirigente scolastico ma mi è stato risposto che ogni docente ha diritto di invitare durante le proprie lezioni esperti riconosciuti in materia per approfondire gli argomenti trattati senza ogni volta chiedere permesso specifico al preside. Ed io mi sono attenuta a questa indicazione. Abbiamo svolto gli incontri a novembre; i ragazzi sono rimasti generalmente positivamente sorpresi.




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Quindi, in sintesi, il programma delle due ore passate con ogni classe?

Ho proiettato il video 

che mostra nel dettaglio cosa succede dal concepimento fino alla nascita e a seguire una presentazione in Power Point che mostra le principali attività del nostro movimento, come dicevo sopra la realizzazione della Culla per la vita e del Giardino dei bimbi mai nati. Entrambe le realtà molto apprezzare dalla gente e dalle stesse istituzioni.

I bimbi sepolti sono solo quelli di aborti spontanei o anche procurati?

No anche per i bimbi di aborti procurati, soprattutto gli aborti cosiddetti terapeutici. Noi chiediamo il consenso alle mamme che difficilmente la negano. Accettano, vogliono che vengano sepolti dignitosamente anche se non sempre desiderano partecipare la momento della sepoltura.




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Ma come siamo arrivati addirittura all’interrogazione parlamentare? Si legge sul sito dell’Ansa: eri due deputati M5S Veronica Giannone e Luigi Gallo avevano presentato un’interrogazione al Ministro Buassetti riferendo della “cruenta lezione pro vita avvenuta in un liceo di Monopoli con la proiezione, durante l’ora di religione, di un video antiabortista vietato ai minori”. Il sito dell’Ansa è più preciso e specifica che il video L’Urlo silenzioso del 1984 è stato guardato con il prof. di religione

Allora, dopo questo ciclo di incontri il sacerdote si è fatto portavoce di una richiesta di una classe prima. I ragazzi  chiedevano insistentemente un incontro con me. Io in realtà ero un po’ diffidente, sentivo che c’era qualcosa che non andava. Poi dopo ripetute insistenze ho detto “proviamo, vediamo.” Devo dire che i ragazzi di prima erano più informati dei più grandi. L’incontro andato benissimo.

Ma il video incriminato L’urlo silenzioso lo hanno visto o no?

Assolutamente non con me. Venerdì ho letto il primo articolo dove si parlava proprio del video L’urlo silenzioso che invece io non mostro mai, non ho nemmeno voluto vederlo. Ritengo che immagini come quelle, vere e forti, vadano mostrate solo in un particolare contesto. Non appena ho letto l’articolo ho contattato il docente che mi ha informato del fatto che i ragazzi hanno chiesto con molta insistenza di poter vedere il video. Io faccio solo rifermento a voce all’esistenza del documentario ma, ripeto, non lo mostro mai. Il docente mi ha riferito che lo hanno guardato in classe e alla sua presenza. Non so dirvi quando; io sono stata da loro il 4 dicembre e il 4 dicembre non ho mostrato affatto quel video, “violento e terrificante”, come dichiarano i giornali, diffamandoci.

L’esperienza in generale con i ragazzi com’è, che clima si crea che domande e che posizione hanno?

I ragazzi mi esternano i loro pensieri. Restano colpiti dalla sepoltura dei bimbi abortiti, e da quello che capita negli ospedali ogni giorno. Sono cose che non si sanno. Loro non le sanno proprio.  Devo dire che il pensiero a favore dell’aborto è piuttosto uniforme ma anche poco critico; io cerco di farli riflettere. Ad esempio con la constatazione che se loro sono lì con me a parlare è perché i loro genitori hanno detto sì alla vita, alla loro! Di fronte a questa evidenza non hanno obiezioni. Alcuni si chiedono che diritto si ha di non far nascere un figlio ma tanti altri affermano che in caso si trovassero ad avere una gravidanza indesiderata la loro realizzazione verrebbe prima del figlio; devono studiare, realizzarsi. Molti sono colpiti anche dal fatto che si pratichino aborti dopo il terzo mese. Spesso non ne sanno nulla: il video che uso li aiuta a rendersi conto che un bambino a 12 settimane è già completamente formato ed è falso dire che si tratta di un semplice ammasso di cellule.

Ed ora che succederà secondo voi?

Vediamo che succede. Anche la diocesi credo prenderà posizione. La scuola ha già preso pubblicamente le distanze da me, che non ero autorizzata ad entrare a scuola né a mostrare il video (che non ho mostrato!). La presidente nazionale, Marina Casini, prenderà posizione in merito e poi vedremo cosa è più giusto fare anche perché è stata aperta una interrogazione parlamentare. La cosa è partita con tutta probabilità da qualche docente legato ai pentastellati e su segnalazione di qualche genitore.

Nel testo riportato sui media si dice:

Quello dell’interruzione di gravidanza è un tema delicatissimo che merita di essere trattato con la massima attenzione, in particolare se di mezzo ci sono dei minori. Non è quello che è accaduto in una scuola superiore della provincia di Bari”, scrivono in una nota i portavoce m5s alla Camera, Veronica Giannone e Luigi Gallo. (Huff)

Io sono stata delicata, il mio compito è portare la vita, non la morte. Gli incontri sono tenuti volutamente a ragazzi grandi di 4° e 5°, praticamente maggiorenni. La richiesta di quelli di prima è stata un’eccezione e dovuta alla grande insistenza dei ragazzi e comunque sempre alla presenza del docente.

Quindi è giusta, doverosa la delicatezza ma non a scapito della verità. Se far conoscere il processo di formazione di una nuova vita umana significa dare informazioni fuorvianti o addirittura devianti allora c’è qualcosa che non va…

Sappiamo bene come venga sempre proposta una sola linea che tratta la sessualità come un esercizio ludico o una non meglio identificata espressione di legami affettivi in ogni loro versione; quanto la gravidanza stessa sia proposta come un pericolo da evitare, al pari di malattie che è bene non contrarre. Di sicuro le gravidanze precoci, indesiderate, in situazioni di degrado o generalmente non proprio desiderate non sono un obiettivo da perseguire ma dobbiamo essere chiari: la vita del concepito è quella di un essere appartenente alla specie umana. Stessa dignità di chi ha già la forza di parlare, deambulare, respirare in autonomia…

Ma al di là delle mie considerazioni. Un’ultima domanda: mi ha stupito e dato gioia leggere il nome, la dedicazione del vostro MPV: Chiara Corbella! Ce la vuole motivare?

Abbiamo deciso di dedicarlo a Chiara perché è una santa dei nostri giorni che ha donato la sua vita per dare la vita. Una testimonianza coraggiosa di amore per la vita che in questa società individualista risuona come una voce forte e bellissima.

E Chiara non era un’invasata, non ha cercato la propria sofferenza né ha evitato di curarsi compatibilmente con la protezione della vita del bambino che aspettava. Procedeva piano piano, con determinazione e ragionevolezza, insieme al marito Enrico…




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Sì, un passetto alla volta, le 3 p di Chiara: piccoli passi possibili. Noi lo abbiamo intitolato a lei a luglio del 2013, pochissimo dopo la sua morte.

Hai altro da aggiungere in merito alla vicenda?

Sulla vicenda credo di aver detto tutto. Quello che mi dispiace e mi addolora è la reazione a livello locale: stanno infangando un lavoro bellissimo e silenzioso (anche quello, silenzioso! Ndr) di otto anni. Anche lo stesso sindaco ha preso le distanze: proprio da noi che fino a poco tempo fa eravamo quell’associazione fantastica che ha salvato un bimbo a febbraio con la Culla per la vita; o ha dato degna sepoltura alla bimba partorita in spiaggia e lasciata morire da sola. Ora abbiamo chiuso i commenti ma sulla nostra pagina Facebook si è abbattuta una violenza inaudita, commenti volgari di una cattiveria unica.

Capisco. Sembra che i social permettano l’arrivo in sciame di haters particolarmente zelanti. Eppure tutta questa violenza sembra confermare che si è toccato un nervo scoperto e che l’informazione proposta, nei modi più rispettosi possibile dell’età e della condizione dei ragazzi, sia invece proprio al servizio della verità e contro un’ideologia che ha nell’aborto uno dei suoi presidi più rilevanti. Grazie della disponibilità; restiamo aperti a nuovi aggiornamenti sulla vicenda.

In conclusione benissimo fa la presidente a specificare i fatti e la loro sequenza e con lei ci auguriamo che la verità venga ristabilita e il loro operato riconosciuto nel grande valore sociale che ha. Ma potremmo anche chiederci: se avesse mostrato il video incriminato, siamo sicuri che si sarebbe dovuto unanimamente gridare allo scandalo? Questa è una considerazione esclusivamente mia, sia chiaro.




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La verità va detta, e di sicuro per chi è cristiano, ma anche per chi sa considerare la gradualità della conoscenza e della maturazione umana, va offerta con carità. Ma non è la verità stessa la prima carità? Lasciare una generazione al corrente di tutte le pratiche sessuali più in voga, coinvolgerla ad esempio nello sdoganamento plateale del sadomasochismo (non vi fa un’immensa tristezza pensare ai plotoni di mamme, nonne, zie ma anche ragazzine a riempire multisale per vedere trasposto su schermo il già rinunciabile lavoro letterario che enumerava le 50 sfumature nella cromatica trilogia?); tentare sistematicamente di rifilargli l’idea che l’identità sessuale sia un dato fluido e a disposizione dell’arbitrio personale, parlare della gravidanza come di un incidente da evitare o all’opposto come di un’esperienza da esigere, lasciare libero accesso – quando non addirittura favorirlo- alla pornografia online, tutto questo non è un’ingiustizia vera mentre quella che è qui contestata semmai sarebbe una questione di modi e tempi?

Ai post l’ardua sentenza.

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