Abbiamo tutti i nostri motivi per il fatto di andare a Messa. Alcuni si sentono costretti, come coloro che dovettero andare a Betlemme per il censimento…Forse siete come me. Forse tendete ad essere completamente incantati dal Natale ma andare a Messa vi sembra una routine.
E forse siete un po’ troppo superficiali sul Natale e un po’ troppo intellettuali nel vostro apprezzamento della Messa.
Potete risolvere entrambi i problemi in una volta sola – aggiungendo più cuore alla vostra Messa e più potere intellettuale al vostro Natale – considerando la similitudine tra questi due eventi.
È proprio lì nel nome “Betlemme”, che in ebraico significa “Casa del Pane”.
La nascita di Cristo nella “Casa del Pane” ha portato alla trasformazione del pane nella Casa di Cristo. La semplice venuta di Cristo come bambino nella Sacra Famiglia ha portato alla semplice venuta di Cristo come Ostia nella vostra famiglia.
“Questi due misteri sono in realtà uno solo”, ha affermato padre John Hardon. “L’Eucaristia è semplicemente un’estensione, una continuazione, di ciò che è accaduto duemila anni fa a Betlemme”.
Dopo tutto, sia il Natale che la Messa iniziano con un Avvento.
La celebrazione di Natale inizia con il periodo penitenziale di quattro settimane dell’Avvento, in cui dovremmo preparare il nostro cuore con preghiere speciali, digiuno ed elemosina. E lo stesso vale per la Messa.
Il digiuno obbligatorio di un’ora prima della Comunione ne è una parte. È anche importante “raccogliersi” prima della Messa, come Maria e Giuseppe che si preparavano alla venuta di Cristo.
Ci riuniamo intorno all’altare come pellegrini che si riunivano nella Città di Davide.
Abbiamo tutti i nostri motivi per andare a Messa. Alcuni si sentono obbligati, come coloro che dovettero recarsi a Betlemme per il censimento. Alcuni si sentono chiamati, come i pastori. Altri stanno seguendo un profondo desiderio che riescono a malapena a capire, come i Magi.
Quando ci riuniamo in chiesa per la Messa possiamo pensare alle altre persone che vanno a Messa (e a noi stessi!) nello stesso modo.
All’inizio della Messa sentiamo perché Gesù è venuto, e ripetiamo la reazione degli angeli alla sua venuta.
“Signore, mandato dal Padre a salvare i contriti di cuore, abbi pietà di noi”, dice il sacerdote.
“Gloria a Dio nell’alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà”, proclamiamo.
La Liturgia della Parola è una celebrazione del Verbo che si è fatto carne.
Nel grande Vangelo di Natale di San Giovanni sentiamo dire: “In principio era il Verbo… E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”.
Il progetto della nostra vita cristiana è essere incorporati nel Corpo di Cristo di modo che la volontà di Dio si compia nella nostra vita come in cielo.
È per questo che nella Messa ci sono delle letture. È così che il Verbo di Dio diventerà ancora carne in noi.
Dopo che il Credo ripercorre la storia del Natale inizia la Liturgia eucaristica, che è soprattutto una “finestra” attraverso la quale siamo presenti nel sacrificio che Gesù Cristo ha fatto per tutti noi nella sua Passione e Morte.
Il Catechismo parla però del mistero di Cristo, la sua Incarnazione e la sua Morte, che celebriamo nell’Eucaristia. La liturgia ce lo ricorda nella preghiera di offertorio a Gesù, che “per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo”.
Santa Faustina ha avuto delle visioni del Cristo bambino sull’altare durante la Messa:
“Appena uscì la santa Messa, il raccoglimento interiore si impadronì di me, la gioia inondò la mia anima. Durante l’offertorio vidi Gesù sull’altare; era di una bellezza incomparabile. Il Bambinello per tutto il tempo guardò verso tutti, tendendo le manine” (Diario, 347).
Quando riceviamo la Comunione, sperimentiamo il Natale nella nostra anima.
Molti santi hanno definito la Messa una “Betlemme quotidiana”. Padre John Hardon ha meditato in modo splendido su come l’ostia sia come il Cristo bambino.
“C’è nulla di più semplice di un bambino, o di più semplice dell’ostia dell’Eucaristia?”, ha chiesto. I bambini “non parlano, sono indifesi; devono essere nutriti e portati da un luogo all’altro. E c’è qualcosa di meno pretenzioso di quello che sembra un pezzo di pane e un sorso di vino? E tuttavia, come sappiamo, la vera umiltà è sempre grandezza che si nasconde per amore”.
Quando ricevete la Comunione, rendetevi conto che state ricevendo la forma più alta di grandezza: quella dell’umiltà totale.
Come diceva San Giovanni Paolo II, quando diciamo “Amen” prima di ricevere la Comunione stiamo richiamando il “Fiat” di Maria che ha reso possibile il Natale.
E allora, quest’anno festeggiate il Natale intorno all’albero, e poi celebratelo ancora in ogni Messa. Sono l’uno profondo e splendido quanto l’altra.