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I pannolini di Gesù: la storia (molto) incerta delle reliquie legate alla sua primissima infanzia

BABY JESUS

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Reliquiosamente - pubblicato il 12/12/18

Ne esistono diverse: in Italia, a Roma e Spoleto, e in Spagna. La storia della loro provenienza e della conseguente autenticità è spesso incompleta. Ma la pietà popolare li venera con grande devozione.

Anche se le reliquie di Gesù più venerate sono quella della passione, ci sono altri reperti che ne ricordano invece, la sua infanzia. Dal famoso e polemico ‘prepuzio’ alle assi della sua culla, conservate a Santa Maria Maggiore, Roma, o la paglia della mangiatoia, frammenti della stalla, che in realtà era una grotta e di cui esistono molto frammenti in diverse chiese. Però c’è dell’altro: abbiamo anche i suoi pannolini.




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Queste strisce di tela sono presenti in diversi luoghi dell’orbe cristiano e nella maggior parte dei casi non sappiamo in che modo siano arrivati in detti luoghi né come o perché vengono considerati e venerati come le fasce del Bambin Gesù. A Roma sono presenti in varie chiese, come per esempio a Santa Maria Maggiore. Pare che agli inizi del secolo V le imperatrici Eudossia e Pulcheria ottennero dal patriarca di Gerusalemme alcune fasce di Gesù Bambino e potrebbe essere possibile che alcune di queste arrivassero a Roma insieme alla sacra culla. Poi la reliquia fu dimenticata. Fu riscattata dall’oblio nel 2007, anno in cui iniziarono l’eucarestia della notte di Natale con una processione della reliquia detta “panniculum”, un piccolo pezzo di stoffa, di circa 20 x 15 cm, che è appunto una parte di quelle fasce. Di questo fatto se ne fecero eco molti quotidiani romani del 28 dicembre dello stesso anno.

Un altro ‘pannolino’ famoso è quello di Spoleto, una striscia di lino povero di 20 x 25, conservato nel Museo Diocesano presso il Duomo, con tanto di attestato di autenticità. Ritornato alla luce nel 1996, dopo vari decenni, da questa data in poi si espone nel Duomo la notte di Natale.

Il Tempo – 22-12-1996

Del ritrovamento se ne fece eco il quotidiano “Il Tempo” del 22-12-1996, e riporto la notizia a continuazione:

“RITROVATO IL PANNOLINO DI GESU’

ROMA – Dopo le centinaia di migliaia di frammenti ossei e reperti anatomici di martiri e santi o le migliaia di chiodi e frammenti della croce, il Natale 1996 restituisce al popolo dei fedeli una reliquia unica nel suo genere: il “pannolino” di Gesù Bambino, ritenuto autentico fin dal 1175. L’insolito reperto è stato riscoperto durante le opere di restauro o risistemazione del Duomo di Spoleto. Il “Santo pannolino”, che verrà esposto nella notte di Natale durante la messa di mezzanotte, è stato rinvenuto in questi giorni in uno dei tanti credenzoni dell’antica sacrestia della Cattedrale della cittadina umbra, nel quale era finito, dimenticato da oltre trent’anni, insieme a candelabri d’argento settecenteschi, paramenti e preziosi arredi sacri d’epoca. L’originale reliquia è in realtà una striscia di lino “povero” rettangolare (20 per 25 cm), anticamente utilizzata per fasciare gli infanti, conservata in un prezioso reliquiario in argento del 1670, fatto realizzare dall’allora Arcivescovo di Spoleto, Cardinal Facchinetti. Il primo attestato di autenticità risale al 1175, durante il pontificato di Alessandro III, due anni dopo la ricostruzione del Duomo (1173), seguita alla distruzione da parte di Federico Barbarossa.”



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Ma non sono gli unici. Frammenti di queste fasce, sono presenti in diverse altre chiese dell’orbe cattolico.

Santo Pañal di Lérida, come era prima della Guerra Civile spagnola

Uno fra i piú famosi è il “Santo Pañal” conservato a Lérida, Spagna. Anche se ne rimangono solo 3 fili, era considerata una reliquia straordinaria perché dotata di poteri speciali. Curava le malattie se si applicava sulla testa ed era immune al fuoco. Il re Fernando VII la portò a Madrid per evitare problemi con il parto della regina Isabella II. La reliquia sarebbe arrivata, non si sa come, da Gerusalemme a Tunisi, dove la trovò un commerciante leridano, Arnau da Solsona. Questi fu imprigionato a Mallorca insieme alla moglie Elisenda e la loro figlia Guillamona, durante un’incursione che il re di Tunisi fece nell’isola. I tre furono portati a Tunisi e la figlia Guillamona fu data in moglie al figlio del re. Durante questo tempo scoprirono che fra i tesori del re c’era anche il santo pannolino. Lo prese Elisenda e lo tenne nascosto fino al loro ritorno a Lérida. Poi il marito Arnau donò la reliquia alla cattedrale nel 1297,  poco prima di morire.

Reliquiario con i fili rimasti del pannolino di Lérida (sopra) e particolare (sotto)

Durante la Guerra Civile spagnola (1936-39) la reliquia andò quasi del tutto distrutta e ne rimasero solo pochi fili che adesso sono conservati anche a Barcellona e ad Escalona del Prado (Segovia).

Anche se questa reliquia lascia ‘quanto meno perplessi’, ce ne sono altre in giro (o c’erano) che oltrepassano questo limite e di cui parleremo in altri articoli. No comment.

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