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Storie vere di morte santa nella casa di padre Aldo Trento

Padre Aldo Trento con Elida

© Padre Aldo Trento / Tempi

Il blog di Costanza Miriano - pubblicato il 11/12/18

"Sono diversi gli ammalati bloccati nel letto, in particolare bambini con certe malattie neurologiche, fra i quali il mio figlio adottivo che continua a vivere e a ridere, nonostante il parere di tanti esperti date le sue deformazioni che gli rendono difficile il respirare. È da dieci anni con me".

di padre Aldo Trento

Cari amici,

Alcune settimane fa mi hanno chiamato al capezzale di un paziente terminale già vicino a morire. “Don Juan Como estas?” E lui, con un filo di voce: “Molto bene padre”. Dopo alcune ore è morto. E la cosa che mi impressiona e commuove è che quasi tutti di fronte alla morte hanno questa posizione, frutto di una cultura che guarda al momento finale come il compimento del destino ultimo dell’uomo. Però non è solo una questione culturale ma anche educativa, cioè di come si accompagnano i pazienti terminali ad affrontare la malattia e la morte. E qui entra in gioco la tenerezza, il voler loro bene, il coinvolgerli con il loro dolore.

Sono diversi gli ammalati bloccati nel letto, in particolare bambini con certe malattie neurologiche, fra i quali il mio figlio adottivo che continua a vivere e a ridere, nonostante il parere di tanti esperti date le sue deformazioni che gli rendono difficile il respirare. È da dieci anni con me.


GRAVE,RIP

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Così come Lidia, l’altra mia figlia adottiva, che è stata abusata. Il figlio che è nato vive in Italia, con una buona famiglia. Anche lei non parla, ma si muove sulla sedia a rotelle. Sorride sempre e si mostra a tutti felice qualunque cosa le si regali. L’amore l’ha recuperata al gusto della vita.

Così due giovani ammalati di SLA: una carezza e gli occhi che brillano, pieni di gratitudine.

“Amor, amore grida tutto il mondo, amor, amore omne cosa clama”, scriveva secoli fa Jacopone da Todi. Ed è questo amore che ha spinto una signora a donare la possibilità di aprire un piccolo ospedale per bambini con malattie neurodegenerative. Abbiamo la piscina, la fisioterapia. Dove prima c’erano i bambini belli per i quali ci si azzuffava per le adozioni, ci saranno queste piccole ostie bianche che nessuno vuole.




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Mentre scrivo mi avvisano che è morta Karen, una ragazza di 29 anni che con il compagno aveva deciso di sposarsi l’8 dicembre. La sua è stata una lunga agonia. Guardandola nella bara mi sembra di poter dire che la morte le ha restituito la bellezza originale, il riflesso nel bellissimo volto del destino compiuto. Prima di entrare in agonia, con un filo di voce ha detto all’infermiera: “Questo mazzo di fiori è per padre Aldo”.

Karen è la quarta a lasciarci nelle ultime ventiquattro ore dell’anno liturgico che ci parla della fine.

Padre Aldo




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