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Cos’è quel senso di vuoto che provi nel cuore?

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Il messaggio della Santa Casa di Loreto - pubblicato il 10/12/18

... è la nostalgia del volto di Gesù Cristo!

di Suor Francesca Entisciò

“Intravvedo meglio il principio delle vittorie: colui che si assicura un posto da sagrestano o di seggiolaio nella cattedrale costruita, è già un vinto. Ma chiunque porta nel cuore una cattedrale da costruire, è già un vincitore. La vittoria è frutto dell’amore. Solo l’amore riconosce il volto da plasmare. Solo l’amore dirige verso di lui. L’intelligenza vale solo al servizio dell’amore” (A. De Saint-Exupéry, Pilota di guerra)

La grandezza di un uomo si valuta, tra le altre cose, per l’ampiezza dei sogni che porta nel cuore. Il cuore si dilata nella misura della grandezza del sogno che contiene e coltivare i sogni, adoperarsi per poterli realizzare, veramente fanno la differenza nel cammino di ciascuno. Spesso incontriamo persone che si accontentano, tanti cristiani per cui la fede è solo un puro formalismo, pratiche da osservare, mentre nel dono della fede, consegnatoci nel Battesimo, è già inscritto un sogno: trovare il Suo Volto, poterlo contemplare, incontrarlo faccia a faccia. Non basta una vita per imparare a desiderarlo con tutto il cuore, a volte però è come se ci accomodiamo, se prende il sopravvento lo scoraggiamento e allora si diventa dei vinti, senza più volontà di cercare e cercare ancora.




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La ricerca

Il vero ostacolo che ci fa vivere accontentandoci di sogni piccoli, è che non crediamo che siamo amati da un Dio che è Padre. Non basta credere che esiste, dobbiamo anche credere che è Padre. Di più, questo Padre ha pronunciato su ciascuno una parola buona, una parola di fiducia, una parola d’amore. Per questo nel nostro cuore abita in sottofondo sempre una grande nostalgia come di una mancanza che mai si riempie, una sensazione di vuoto che non riusciamo nemmeno a dire, proprio perché è la nostalgia del Suo Volto. Cerchiamo, ci affanniamo, ma spesso copriamo con compensazioni o piccole consolazioni, ciò che invece dovremmo cercare con tutto il cuore e cioè il Suo Volto. Al principio di ogni vittoria c’è sempre l’amore, un amore più grande di quello che riusciamo a contenere in poche frasi e per tutta la durata della vita dobbiamo cercare di far vivere dentro di noi questa volontà di cercare una misura alta che possa alimentare la nostra preghiera, la nostra quotidianità, far respirare profondamente il polmone della fortezza. La virtù che sottende a questo sforzo di perfezione, infatti, è proprio la fortezza, la sola che ci rende abili a resistere nelle avversità e a riconoscere la direzione verso cui procedere.




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La fortezza

A volte la grande tentazione che ci assale è quella di credere di poter controllare tutto attraverso la nostra intelligenza, cioè di far passare la fede attraverso un meccanismo puramente umano, buono in sé, ma insufficiente per raggiungere la profondità di Dio. Ci sono tante cose che non ci possiamo spiegare con la sola ragione e sebbene sia superficiale pensare che sia invece tutto spirituale, dobbiamo continuamente fare lo sforzo di mediare queste due forze dentro di noi: conoscere con la testa e conoscere con il cuore. Il modo per poter superare questa dicotomia che abbiamo tutti, chi più chi meno, è far prevalere l’amore, che è veramente il solo motivo per attraversare certi guadi. Accettare di non capire niente, o non capire subito, codificare la diversità dei sentimenti che ci abitano il cuore, a volte sono operazioni che ci stancano e ci inducono a mollare tutto. In realtà non c’è sfida più bella che ci regala la vita di quella di cercare il Suo Volto, poterlo finalmente contemplare, raggiungere anche solo fugacemente l’altezza e la profondità di questo amore così grande, immenso, di un Padre che attende ogni figlio alla porta del Suo Cuore per intessere con lui una relazione unica e straordinaria. Per questo è importante coltivare sogni grandi e non lasciarsi scoraggiare nel chiedere il dono della perseveranza, della fortezza, del discernimento. La direzione vera della vita ce la dà solo la misura dell’amore con cui la vogliamo spendere, verso chi dirigiamo forze ed energie, con la creatività di un amore che mai si esaurisce.


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Molta gente tenta di remare attraverso la vita in questo modo. Altri ancora preferiscono imbarcarsi passivamente, veleggiando trasportati dal vento della fortuna o dalla corrente del caso: è più facile che remare, ma egualmente pericoloso. Preferisco uno che guardi innanzi a sé e sappia condurre la sua canoa, cioè si apra da solo la propria strada. Guida tu la tua canoa (Baden Powell).

Per informazioni su come ricevere la rivista della Casa di Loreto da cui è tratto l’articolo: santuarioloreto@tin.it

http://www.santuarioloreto.it

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