Quando un meteorite esplode in aria prima di raggiungere il suolo può provocare comunque un’enorme devastazionePer più di 13 anni, un team di ricercatori della Trinity Southwest University di Albuquerque (Stati Uniti) ha effettuato degli scavi nel sito di Tall el-Hammam, nella valle del Giordano, luogo in cui molti credono si trovasse la città biblica di Sodoma. Indagando sulla scomparsa di una civiltà dell’età del bronzo sulla riva settentrionale del Mar Morto circa 3.700 anni fa, il leader del team, l’archeologo Phillip J. Silvia, ritiene che la distruzione della città sia stata dovuta a una forte esplosione di un meteorite in collisione con l’atmosfera terrestre.
Un’esplosione si verifica quando un bolide – un meteorite estremamente luminoso – esplode nella nostra atmosfera, creando una palla di fuoco che può essere più luminosa di una luna piena. Quando un meteorite esplode prima di raggiungere il suolo può provocare un’enorme devastazione nell’area sottostante, senza lasciare gli enormi crateri dell’impatto.
Il team ha presentato dei campioni degli scavi all’incontro annuale delle Scuole Americane di Ricerca Orientale il mese scorso. I campioni hanno rivelato che un evento estremamente caldo ed esplosivo ha livellato circa 500 chilometri quadrati intorno al Mar Morto.
Forbes ha pubblicato un estratto della presentazione della conferenza in cui il team ha notato gli effetti duraturi di un’esplosione di questo tipo:
“…non solo spazzando via il 100% delle città e dei villaggi della media Età del Bronzo, ma anche eliminando le zone destinate all’agricoltura in campi una volta fertili”.
Si suggerisce anche che l’onda d’urto possa aver coperto quella che era stata una regione fertile con “una sostanza estremamente calda di sali di anidride del Mar Morto”. Questo fatto potrebbe spiegare le prove archeologiche che mostrano come ci siano voluti quasi 600 anni perché la civiltà tornasse nella zona, visto che il suolo non sarebbe stato utile all’agricoltura.
Sono state trovate delle similitudini con il drammatico incidente di Tunguska del 1908, in cui una palla di fuoco nel cielo precedette un’esplosione che livellò una parte della foresta siberiana. Il caso di Tunguska richiama quello di Sodoma nel fatto che i ricercatori hanno iniziato a esaminare il sito solo molto tempo dopo l’esplosione, col risultato di ben poche prove da studiare.
Un’altra esplosione molto minore è stata registrata sulla città russa di Chelyabinsk nel 2013. Anche se di dimensioni ridotte, è riuscita a distruggere migliaia di finestre delle case.