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Il single senza figli: una meravigliosa ricchezza per le famiglie

FATHER SON

ZouZou I Shutterstock

Marie Lucas - pubblicato il 07/12/18

«È vero che stasera viene Paul a casa?!»: gli occhi scintillano, la gioia si fa sentire… Perché Paul è l’amico single che vive solo e non ha figli. Regolarmente viene a riossigenarsi alla mensa famigliare di Karine e arricchisce la casa con la sua presenza. «Queste zie generose – o uomini generosi – contribuiscono allo sviluppo dei loro “nipoti”, ai bambini dei loro amici o di altri ancora nel mondo», scrive Mélanie Notkin, autrice di Otherhood. Sì, ma come? Inventario dei ruoli essenziali di certi single d’eccezione.

Fare attività inusuali

«Con mio nipote è semplice, faccio le cose che i genitori non amano fare», dice France, maestro di scuola. «È così che il “Giardino di Balth” ha visto la luce, e noi ne siamo non poco orgogliosi…». Avere un progetto comune crea legami forti… e il single senza bambini ha spesso una simile preziosa disponibilità. «Portare il figlioccio a una partita, andare a una mostra, non è sempre facile per uno zio sposato: magari esiterà a lasciare la famiglia per una sera… o ad aggiungere un’altra spesa», spiega da parte sua Jeanne, madre di famiglia numerosa e animatrice CycloShow.

Essere un orecchio attento

«Amo fare filosofia con mio nipote all’angolo di un bar, è contento di bere qualcosa e di filosofare. È del tempo regalato. E talvolta i genitori non hanno questo tempo prezioso», spiega ancora France. Il celibe senza figli, invece, ha momenti liberi per parlare e discutere, di tutto e di niente… specialmente quando un adolescente ha voglia di spaccare il mondo e rifarlo daccapo. Questa disponibilità – una derrata rara e preziosa – i celibi la offrono generosamente ai bambini dei loro amici.

Vivere una relazione di complicità

«I nostri bambini e i nostri ragazzi amano, credo, che i loro padrini-madrine passino momenti particolari con loro», nota da parte sua Claire, madre di quattro adolescenti.

Resto persuasa che niente possa rimpiazzare, nella ricerca di senso dei nostri bambini, nella loro ricerca d’identità, nella loro costruzione personale, l’incontro e i legami con delle persone adulte.

Questo spazio di parola fuori dallo stretto nucleo famigliare è un aiuto prezioso per i genitori.

Nostro figlio ha un legame privilegiato col suo padrino: lo ascolta, si interessa a lui e l’accompagna per la sua strada. Ha delle piccole attenzioni che lo sostengono…

Ad esempio, è più facile per una ragazza parlare a un’altra donna piuttosto che a sua madre.

Offrire un’apertura unica sul mondo

Lucie Joubert, autrice di un libro provocatorio sulle donne senza bambini, “L’envers du Landau” [“Il rovescio della carrozzina”, N.d.T.], ama ricordare il posto unico e positivo di una donna senza bambini nella società:

La nullipara è molto importante: ha una distanza che manca quasi a tutti i genitori che conosco. Oserei perfino dire che ha un’apertura sul mondo che la cellula famigliare tradizionale non consente.

Così il celibe – uomo o donna – propone talvolta un modello di vita differente e ricorda che ogni persona umana è chiamata a portare frutto, anche fuori dal modello famigliare tradizionale. Egli sviluppa progetti a servizio degli altri che ricordano la diversità delle chiamate e delle vocazioni. Claire conferma: «È una gioia avere nella nostra famiglia un’amica-madrina single».

Rimpiazzare i genitori in caso di problemi

Jeanne si ricorda: «In occasione di un atelier Cycloshow, uno zio è venuto da suo nipote perché il padre attraversava una grave difficoltà». Un single così è quindi essenziale per il bambino: è un sostegno verso il quale i genitori si rivolgono in caso di difficoltà. Ma questo aiuto può assumere una forma più leggera, ad esempio quella di un colpo di mano puntuale. Dice Karine sorridendo:

Quando una serata s’annuncia tempestosa, l’amica single fa recitare la poesia o ripetere le tabelline. E la serata cacofonica torna sinfonica.

Del resto il bambino è sovente più ricettivo a una domanda se la domanda viene da una persona terza: così l’adolescente che rifiutava di cantare a una messa parrocchiale ma che accetta su richiesta della zietta single.

Essere una guida, un faro, un punto di ancoraggio

È la storia di una giovane nonna, partita verso il cielo un po’ troppo presto. Allora, alla nascita della piccola la giovane coppia domanda a France, grande amica della nonna, di essere madrina della loro Rosa.

Grazie a me la mia figlioccia conoscerà la nonna… sarò come un faro per lei. Un faro ancorato nella fede.

Quanto a Florence, single cinquantenne, spiega:

Sono madrina di cresima di diversi figli di amici: questi ultimi hanno bisogno di avere dei fratelli o delle sorelle maggiori nella fede, dei punti di riferimento per progredire nella vita.

E così recentemente il suo figlioccio ci ha tenuto a presentarle la fidanzatina: «Voleva avere il mio parere, e quindi l’ho invitato a porsi delle domande sulla sua relazione con questa ragazza». Un po’ come avere uno specchio che rifletta: questa relazione permette al giovane di avere un altro sguardo su quello che vive. Un simile referente diventa allora essenziale: «Tanto più che i single sono talvolta un esempio formidabile per i nostri figli», conclude Jeanne.

Posare uno sguardo meravigliato sui bambini

Claire testimonia:

La super-madrina single di nostro figlio mostra il suo stupore per ogni tappa, per ogni traguardo del figlioccio. Pensa a ogni compleanno, chiama a ogni capodanno.

Questo sguardo, quest’attenzione – cose così necessarie per l’autostima del bambino – completano quelli dei genitori, talvolta dati per scontati.




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Senza dubbio ha un moto di meraviglia di fronte ai bambini che potremmo perdere… noi che spesso dimentichiamo la grande gioia di essere genitori.

Offrire tanto tanto amore

Mélanie Notkin scrive:

Un proverbio yiddish dice: «Noi pianifichiamo, Dio ride». Sono benedetta dal fatto di avere non una ma due paia di nipoti gemelle. Il mio sogno si è realizzato per mio fratello e per mia cognata, e io amo i miei nipoti sopra ogni cosa. Non è la vita che mi aspettavo, ma da parecchi punti di vista direi che oltrepassa le mie aspettative.

Il single senza figli riversa sui figli degli altri un affetto debordante, che rappresenta una sicurezza affettiva preziosa. Dice ancora Florence:

I giovani oggi sono molto soli. Allora la sfida per me è di amarli così come sono, senza giudizi, in una logica di benedizione.

Essere delle persone da amare

I single sono poi una ricchezza per la famiglia. Essi la obbligano talvolta ad allargare lo spazio della loro tenda. E pure questa è una fortuna! «Quando Paul viene a casa è per noi talvolta uno sforzo», confida un padre di famiglia. Allora i single prendono il volto dei poveri del Vangelo, nel senso buono e mai nel cattivo. Karine – uno dei cui figli è handicappato – spiega:

Da bambina mi sono familiarizzata con la povertà grazie a uno zio single e in difficoltà. Ho così scoperto il mondo dell’esclusione. E quando è nato il nostro figlio con handicap ero come preparata ad accoglierlo.

Consigli pratici:

  • Essere in una prossimità affettiva col single.
  • Condividere coi genitori un bagaglio di valori comuni.
  • Vivere il legame nella fiducia, nel confronto e nel dialogo in verità.
  • Mollare la presa: i genitori non controllano l’affetto dei figli.
  • Accettare che altri adulti completino l’educazione: bando all’onnipotenza parentale.
  • Rispettare il principio di sussidiarietà: a ciascuno il proprio ruolo, il single non è un educatore.
  • Lasciare che il single inviti il bambino fuori dal campo famigliare per vivere questo legame privilegiato e stimolante.
  • Essere prudenti: intervenire al minimo segno di fusione o di captazione del bambino da parte dell’adulto.
  • Avvertire il bambino se l’adulto attraversa un periodo difficile, ed eventualmente aiutarlo a incontrare altri adulti o ragazzi più grandi.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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