Avete mai pensato alla placenta, a cosa ha significato per Gesù e Maria e a cosa significa per noi?Non è un elemento di spicco del travaglio e del parto, e potete scommettere che non figura nelle prime fotografie dopo la nascita, ma soprattutto nel periodo natalizio vale la pena di ricordare la placenta – cosa ha significato per Gesù e Maria e cosa significa per noi.
Un breve promemoria se non avete le idee chiare su cosa sia e a cosa serva la placenta: è l’organo che collega il bambino non ancora nato alla madre. Il cordone ombelicale del bambino è attaccato alla placenta, e il corpo della madre invia ossigeno e nutrienti al bambino attraverso di esso. Filtra anche i rifiuti dal sangue del piccolo, regola la temperatura dell’ambiente in cui vive e produce gli ormoni che rendono possibile la gravidanza.
Ecco però che arriva la parte migliore. La placenta è un organo che la madre e il bambino costruiscono insieme. Possiamo dire che la placenta materna le appartenga nello stesso modo in cui le appartiene l’utero; la placenta appartiene sia alla madre che al figlio. Parte di essa è costruita dal suo corpo e parte da quello del bambino, ma è un unico organo – con entrambi i loro DNA.
Maria, quindi, non ha solo portato Gesù nel suo grembo in quei mesi che hanno condotto al giorno di Natale, ma era realmente attaccata a Lui da un organo umano che apparteneva a entrambi.
Dà un vero senso a quello che ha fatto Gesù venendo sulla Terra e chiedendo di essere chiamato Emmanuele, Dio con noi.
In seguito, quando stava predicando, qualcuno gli ha detto: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!” Luca ci dice che Gesù ha risposto: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!”
Ecco un Dio che vuole essere così vicino a noi da diventare uomo – non arrivando già da adulto, ma crescendo nel grembo di una madre, condividendo un organo con lei, permettendo che i loro due corpi siano uniti in modo così intimo – e ora ci dice che chi ascolta la Parola di Dio e la osserva può essere unito a Lui come lo è stata la sua Madre immacolata.
Noi non siamo immacolati, ma non è questo il punto. Gesù vuole condividere la sua vita con noi. Parliamo come se voglia una semplice vicinanza, ma vuole molto di più. Parliamo del fatto di portare Gesù nella nostra vita, facendo spazio per lui nell’albergo, ricordandolo in questo periodo, e tutto questo va bene. Ma Gesù vuole una vicinanza maggiore.
Gesù ha iniziato la sua vita umana come tutti, nell’utero di sua madre. Mentre cresceva, i loro corpi hanno lavorato insieme, il corpo di Dio e il corpo immacolato di Maria, costruendo la placenta che li ha tenuti uniti fino a quando Lui è stato pronto a nascere.
Alcune di noi sono madri, e ricordiamo di aver condiviso il nostro corpo con i nostri figli. Tutti, poi, abbiamo una madre, e anche se non ce lo ricordiamo abbiamo iniziato la nostra vita legati a lei nel modo più intimo che si possa immaginare. Se avete mai dubitato del fatto che Gesù voglia davvero stare con voi, ricordate che l’unità in cui è iniziata la vostra vita è solo un’ombra di quella che Gesù spera di avere con voi.