L’University College di Cork (Irlanda) ha premiato suor Miriam Duggan per la sua dedizione ai malati di Aids/Hiv e per l’impegno nella lotta alla pandemia in Africa. Il suo metodo, basato su fedeltà nel matrimonio ed astinenza (senza condom), ha avuto successo.
Laureata in medicina e missionaria francescana delle Sisters for Africa, la religiosa ha lavorato in Uganda come responsabile medico del St. Francis’ Hospital, Nsambya, a Kampala. Nel 1987, ha lanciato il programma di prevenzione Youth Alive, per affrontare le cause principali della diffusione dell’HIV e aiutare i giovani a fare scelte responsabili per non contrarre l’AIDS, basate su fedeltà al matrimonio e astinenza.

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Grazie a questo programma, il numero dei contagi in Uganda è diminuito. Il progetto, riferisce l’agenzia Fides, è stato promosso anche in altri 21 Paesi africani. In Uganda (paese in grande maggioranza cattolico), tra il 1991 e il 2001, si è riusciti a ridurre del 10% il numero di persone infette (unico stato africano), mentre nel 2002 il tasso di prevalenza di Aids ha fatto registrare un calo dal28,9% al 9,8%. Nel 2006 suor Miriam è stata premiata dall’Università di Harvard e dall’Holy Cross College degli Stati Uniti, e nel 2008 ha ricevuto un premio di riconoscimento per la sua opera dal Presidente e dal Parlamento dell’Uganda.
Ricordiamo che proprio a febbraio di quest’anno, un ricercatore di Harvard, Daniel Halperin, ha dato pieno appoggio alle dichiarazioni di Benedetto XVI suggerendo che effettivamente è la «riduzione nei partner sessuali» a condurre «a una decrescita delle nuove infezioni da Aids», e non una massiccia diffusione del condom. Anzi, uno studio dell’Università di Navarraha proprio concluso che il tentativo di fermare la diffusione dell’Hiv in Africa ha avuto così poco successo anche a causa dell’insistenza sulla diffusione massiccia del preservativo, dato che esso ha solamente incoraggiato un numero significativo di persone ad intraprendere rapporti sessuali multipli, aumentando le probabilità di infezione.
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Il tutto è stato confermato da Edward C. Green, direttore dell’AIDS Prevention Research Project al centro Harvard per gli Studi su Popolazione Sviluppo, il quale ha apertamente sostenuto la visione del Papa: «Il Papa è corretto, o per metterlo in un modo migliore, la migliore evidenza che abbiamo è di supporto alle dichiarazioni del Papa. C’è un’associazione costante, dimostrata dai nostrl migliori studi, inclusi i “Demographic Health Surveys”, finanziati dagli Stati Uniti, fra una maggior disponibilità e uso dei condoms e tassi di infezioni HIV più alti, non più bassi. Questo può essere dovuto in parte a un fenomeno conosciuto come “compensazione di rischio”, che significa che quando uno usa una ‘tecnologia’ a riduzione di rischio come i condoms, spesso perde il beneficio (riduzione di rischio) “compensando” o prendendo chances maggiori di quelle che uno prenderebbe senza la tecnologia di riduzione del rischio». E infatti lo stesso Green ha cambiato completamente posizione dichiarando nel 2009: «Diffondevo contraccentivi in Africa. Oggi dico che solo la fedeltà coniugale batterà l’Aids».

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Qui l’articolo originale apparso sul sito Unione Cristiani Cattolici Razionali