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Alla ricerca del Santo Graal

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Maria Paola Daud - pubblicato il 02/12/18
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“Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati” (Mt 26, 26-28).

Nel corso della storia, molti si sono chiesti cosa sia avvenuto a quel Sacro Calice. Si è conservato fino ad oggi? E dove si trova?

È una reliquia così importante che perfino il famoso Indiana Jones è andato alla sua ricerca nel film L’ultima crociata.

Tra mille peripezie, l’archeologo Indiana Jones è riuscito a trovarlo e a tenerlo tra le mani. Anche noi ci siamo messi alla sua ricerca, riuscendo ad ammirarlo nella bella Cattedrale dell’Assunzione di Nostra Signora di Valencia, in Spagna, degna di ammirazione per la sua bellezza architettonica, che mescola gotico valenciano, romanico, barocco, neoclassico e gotico francese.

Entrando sulla destra, dopo aver superato la piccola cappella di San Sebastiano, c’è la Sala Capitolare, che custodisce la venerata reliquia. Chi si avvicina a vedere il Santo Graal sospetta della sua provenienza vedendo un calice riccamente ornato d’oro, perle e pietre preziose, ma in realtà il calice originale è la parte superiore, una coppa d’agata che gli archeologi considerano di origine orientale e fabbricata tra il 100 e il 50 a.C..

Ma perché il Santo Graal si trova a Valencia?

Secondo la tradizione, dopo essere stato utilizzato da Nostro Signore Gesù Cristo durante l’Ultima Cena venne portato a Roma da San Pietro. Lì venne custodito dai Papi, finché Sisto II, a causa delle terribili persecuzioni nei confronti dei cristiani a quell’epoca, consegnò la preziosa reliquia a San Lorenzo martire, suo diacono.

Il santo portò il calice a Huesca, la sua patria, dove rimase dal III secolo al 712, quando per via dell’invasione musulmana venne nascosto sui Pirenei. Fu poi custodito nel monastero di San Juan de la Peña (Huesca), come testimonia un documento del 1071 che menziona un prezioso calice di pietra.

Da lì il Santo Calice passò a Saragozza, al palazzo reale dell’Aljafería, donato dalla comunità di San Juan de la Peña nel 1399 al re della corona d’Aragona, Martino l’Umano. Rimase ai monarchi aragonesi fino al 1437, quando Alfonso il Magnanimo portò il reliquiario reale al palazzo di Valencia visto che doveva assentarsi per un certo periodo. Il calice venne donato, insieme ad altre reliquie, alla cattedrale di Valencia nel 1437 (Volumen 3.532, fol. 36 v. dell’Archivio della cattedrale).

Da allora è una reliquia molto venerata dai fedeli. È stata visitata da San Giovanni XXIII, che ha concesso l’indulgenza plenaria nel giorno della sua festa, San Giovanni Paolo II, che ha celebrato la Messa con il Sacro Calice durante la sua visita a Valencia l’8 novembre 1982, e Papa Benedetto XVI, che vi ha celebrato l’Eucaristia in occasione del V Incontro Mondiale delle famiglie, l’8 luglio 2006.

Oggi si può ammirare la reliquia recitando insieme al Capitolo dei canonici la Liturgia delle Ore (Lodi e Ora Media) e celebrando la Messa accompagnata dal canto gregoriano.

Il giovedì viene esposto il Santissimo Sacramento, si cantano le acclamazioni al Sacro Calice e viene impartita la benedizione alla presenza del Santissimo.

Il Giovedì Santo, il Sacro Calice viene portato sull’altare maggiore della cattedrale nella processione d’ingresso della Messa in Coena Domini, e lo stesso accade nella Festa annuale del Sacro Calice, che si celebra l’ultimo giovedì di ottobre.

Fonte: catedraldevalencia.es

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